Molti applausi hanno interrotto il discorso del cardinale
E alla fine la folla grida: "Wojtyla subito santo"
L'omelia di Joseph Ratzinger
"Il Papa ci guarda e ci benedice"
(La REPUBBLICA)
CITTA'
DEL VATICANO - "Giovanni Paolo II sta adesso alla finestra della casa del
Padre, ci vede e ci benedice". Si chiude così l'omelia del cardinale Joseph
Ratzinger, decano del collegio cardinalizio, pronunciata in piazza San Pietro. A
punteggiare continuamente l'omelia, all'inizio di ogni "capitolo" della vita del
pontefice, Ratzinger pronuncia la parola "seguimi", a voler sottolineare come
Wojtyla abbia sempre accettato la propria missione e il disegno divino. "Per tutti
noi - dice il cardinale - rimane indimenticabile come in questa ultima domenica di Pasqua
della sua vita, il Santo Padre, segnato dalla sofferenza, si è affacciato ancora una
volta alla finestra del Palazzo Apostolico ed un'ultima volta ha dato la benedizione Urbi
et orbi".
Ratzinger ricorda il gravoso pontificato di Giovanni Paolo II. "Ha portato un peso
superiore alle forze umane e non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla per sè;
ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all'ultimo momento" continua il
cardinale. "Nel primo periodo del suo pontificato il Santo Padre, ancora giovane e
pieno di forze, sotto la guida di Cristo andava ai confini del mondo. Ma poi sempre di
più è entrato nella comunione della sofferenza di Cristo e per questo il messaggio della
sua sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente e fecondo".
Le parole del decano del collegio cardinalizio sono state spesso interrotte dagli applausi
della folla (alla fine se ne conteranno 13). Ratzinger ripercorre gli anni degli studi e
della formazione sfociati poi nella scelta della vita religiosa: la vocazione al
sacerdozio, l'elezione a vescovo, la chiamata al soglio di Pietro. "Da giovane
studente Karol Wojtyla era entusiasta della letteratura, del teatro, della poesia",
lavorava in fabbrica, continua il racconto di Ratzinger, e "circondato e minacciato
dal terrore nazista" ha sentito la chiamata di Dio, e ha risposto sì. Ed ancora il
16 ottobre 1978 quando è stato chiamato a guidare la Chiesa cattolica.
"Chi ha visto pregare il Papa, chi lo ha sentito predicare non lo dimentica"
scandisce Ratzinger dicendo come "solo grazie a questo profondo radicamento in
Cristo, il Papa ha potuto portare un peso, che va oltre le forze puramente umane".
Un ultimo accenno umanissimo al Papa rimasto orfano della madre da bambino per spiegare il
suo legame con la Madonna, e Ratzinger si avvia a chiudere. Ricorda
l"indimenticabile" figura del Papa, nella "ultima domenica di Pasqua della
sua vita, segnato dalla sofferenza" che si affaccia alla sua finestra e per l'ultima
volta dà la benedizione Urbi et Orbi. "Possiamo essere sicuri - dice Ratzinger - che
il nostro amato papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci
benedice". Un lungo applauso saluta la fine dell'omelia. In piazza la folla scandisce
più volte "Wojtyla subito santo".
(8 aprile 2005)