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Sparone
: Mostra fotografica in onore di Don Pierino Balma Marchis
Sabato 10 Settembre, la chiesa parrocchiale di San Giacomo gremita di gente ha premiato
gli sforzi compiuti dagli amici del CAI di Sparone nell'organizzare la mostra fotografica
in onore di Don Pierino Balma Marchis. Graziano Foglietta ha presentato gli amici di Don
Pierino, che avendolo conosciuto nel corso della loro vita, hanno potuto apprezzare le
formidabili doti di uomo di Dio , oltre che grande appassionato della
montagna. Nel corso della serata a ricordare Don Pierino sono intervenuti: Don Sergio Noascone Parroco di Sparone, Valentino
Nugai- sindaco di Sparone, Elio Blessent autore del libro paese che amo, Don Gianni
Giachino parroco di Albiano i quali ci hanno fatto conoscere risvolti poco noti,
ma soprattutto la bontà danimo e la generosità di questo piccolo
grande uomo. Penso per esempio che pochissimi intimi fossero a conoscenza del fatto che
Don Pierino e` stato sicuramente in prima fila relativamente alladozione a distanza.
Privandosi di un sacco di cose non indispensabili era riuscito infatti ad adottare due
fanciulli in due diversi continenti. (Alla fine della serata, in suo onore, e` stata
poi raccolta unofferta tra i presenti da destinarsi infatti alle missioni).
Lultima testimonianza, forse anche la più appassionata e` stata quella del suo caro
amico Giulio Bausano, che insieme con pochi altri intimi e` stato per lungi anni
tenace compagno di cordata nelle ascensioni più impegnative. Giulio Bausano
ha voluto ricordare in particolare lascensione al monte Bianco compiuta dal rifugio
Gonnella nel 1952.
Noi alpinisti nel 2000, abituati a tempi, metodi e tecniche davanguardia
potremmo anche restare sorpresi dallapproccio di tale ascensione, ma penso
che valga la pena di provare a citare almeno in parte il racconto di Giulio.
Dopo aver raggiunto Pre Saint Didier con il treno ed altri mezzi, Giulio conoscendo
la arcinota parsimonia di Don Pierino decide di trovare un ricovero economico per la notte
che sta per calare. Un vagone merci costituisce infatti il rifugio abusivo fino allalba,
allorché salgono fino a Courmayeur a piedi,dove ottengono informazioni
presso lufficio delle guide e dichiarano la loro intenzione di compiere lascensione
al monte Bianco. Qui vengono sconsigliati dal compiere la salita dal rifugio Gonella
poiché in disuso e quindi non gestito (Infatti il Gonella verrà poi ripristinato e dato
in gestione soltanto nel 1963) . Avendo deciso di intraprendere comunque lascensione
attraverso questo versante si avviano (ovviamente a piedi) verso il lago Combal dove
pernottano in una baita, in compagnia di un Inglese capitato li per caso. Loro dormiranno
sulla paglia, mentre notano con una certa sorpresa che linglese dispone gia di un
sacco a pelo e addirittura di un cuscino gonfiabile!. Di buon mattino si avviano
quindi sulla interminabile morena che dopo molte ore di cammino conduce allattacco
del rifugio Gonella.
Essendo la meteo del 1952 poco sviluppata (e non ancora diffusa capillarmente
ogni tre ore attraverso Internet come avviene adesso) poco importa se il tempo non e`
stabile e se verso sera piove pure!. Soprattutto Giulio e` convinto che prima o poi
il tempo dovrà poi ben migliorare. Don Pierino sembra più scettico, ma tace.
Arrabattandosi alla meglio nel rifugio in pessime condizioni mangiano un poco e si mettono
a dormire. La sveglia nel cuore della notte, mostra infatti un cielo coperto di stelle.
Fugato ogni dubbio, si parte allattacco del ghiacciaio del Dome. Peccato che la
lampada a pile di Don Pierino cade immediatamente in disgrazia e non ce
verso di farla funzionare. Disponendo quindi solo più della vecchia tecnologia (lampada
ad olio di Giulio), non potendo certo rinunciare allascensione, i nostri impavidi
alpinisti decidono di attaccare i crepacci del Dome muniti di una sola lampada ad ..olio!
La sorte aiuta pero gli audaci che raggiungono attraverso il colle di Bionassay
(4002) la capanna Vallot (4362) ed infine la vetta del Monte Bianco a 4807 metri!.
Avendo portato con se, come consuetudine, il piccolo altare di legno Don Pierino di
appresta alla celebrazione, ma lapprossimarsi di una perturbazione li fa desistere
(rinuncerà almeno per questa volta alla Santa Messa sul Monte Bianco). Discesi poi alla
capanna Vallot trascorrono la notte insieme ad una guida giunta li per caso con due
clienti polacchi, e quindi ritornano a Courmayeur, dove dichiarano il loro rientro
presso lufficio delle guide. Raggiunta finalmente Ivrea, col treno,
trascorreranno quindi lultima notte presso larcivescovado.
Tempo complessivo dellodissea, cinque giorni!
Questo, in sintesi, lappassionante testimonianza di Giulio Bausano, fedele compagno
di cordata di Don Pierino.
Vorrei solo puntualizzare un piccolo dettaglio emerso dal racconto di Giulio
affinché non venisse frainteso.
Durante tutta la descrizione Giulio ha dato limpressione di leggere sul leggio che
aveva di fronte. In verità, egli stava rivivendo appassionatamente ogni istante
della loro impresa e di questa sua testimonianza a colori di cui
ci ha reso partecipi noi gliene siamo veramente grati.
La serata e` poi terminata con un rinfresco ed un invito:
Sabato 17 Settembre si salirà al colle della Balma e verrà celebrata una Messa in
ricordo di Don Balma presso il Santuario di San Besso alle ore 11. Intervenite numerosi.
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