Breve cronistoria della Cappella dedicata alla Madonna degli Angeli
estratta dal libro "La borgata Convento ieri e oggi".
di Giovanni Roggero.

Costruzione del Convento
"...il sig. Giovanni Antonio Ferraro, fondighero in Torino, di suo proprio moto e spesa, fece costruire una chiesa et hospitio in Valsoana nella parrocchia di Ronco e nel sito detto Frandoletto per uso et residenza in quello de’ Padri Cappuccini di SanFrancesco per sua singolare devozione alla detta Religione nell’anno 1636...nello stesso anno, al 14 settembre, il rev.Padre provinciale dei Cappuccini prende possesso della chiesa e dei locali, con solenne messa cantata ed erezione della Croce davanti alla chiesa stessa, presenti autorità religiose e civili et moltitudine di altri homini e donne di detto luogo e valle devotamente assistenti"
...I Cappuccini vi avevano chiesa propria, scrive il rev Padre Amedeo, ...ed Ospizio non Convento, perché, dati i tempi di cui parliamo, gli Ospizi servivano solo come base dalla quale i Missionari partivano ad evangelizzare le valli e terre vicine.... La chiesa, infatti, nei secoli successivi era pure detta Chiesa della 'Missione'.
Visita Pastorale del 1770
Vi sono tre altari. L’altare maggiore è dedicato a S Antonio abate di cui si osserva un gran quadro con cornice lignea.
L’altare laterale 'in cornu Evangeli' ha per titolare l’Immacolata, è in legno, e la statua della titolare è collocata nella nicchia con vetri posta alla parete.
L’altare laterale ' in cornu Epistulae' è invece dedicato a S. Antonio di Padova ed è in legno. Sulla mensa è posto il quadro del santo.
Sul retro dell’altare è posto il Coro con pavimento in legno e volta imbiancata, munito degli inginocchiatoi per i Frati e il popolo, ma privo di scanni, poiché i frati della Missione non sono tenuti all’osservanza regolare del Coro.
La chiesa è ad una sola navata, con pareti e volta imbiancate e pavimento in pietra squadrata
Espropri bene ecclesiastici legge napoleonica,
L’anno 1802 è importante per tutti i gruppi monastici perché, a seguito dell’occupazione napoleonica, al Piemonte venne applicata la legge francese che prevedeva gli espropri di tutti i beni ecclesiastici, essendo i territori piemontesi diventati parte integrante delle Francia. Solo nel 1814, con il ritorno sul trono di Vittorio Emanuele I, gli ordini religiosi poterono in parte riprendere possesso di alcune loro proprietà, ma ciò non si verificò in vallata, per cui si presume che fu in quel periodo che l’edificio monastico del convento venne frazionato e messo all’asta dal comune di Ronco, mentre la cappella passò alla parrocchia.
Sempre nella stessa cronaca si legge un resoconto di quando ormai i frati avevano abbandonato il monastero. "...Allorché nel 1802 il cittadino Gandolfo, prefetto del dipartimento della Dora, ordinò al Maire di Ronco, certo Giovanni Domenico Gallo, di operare la chiusura della casa della missione, trasportando i vasi sacri e suppellettili nella chiesa parrocchiale, altri erano i PP., cioè i seguenti: Fr. Andrea d’Andorno missionario (al secolo Vella), Fr. Michele da Brusasco (Arietti), il laico Giovanni Battista Rosazza Dertin di Piedicavallo. Detti religiosi, in numero non maggiore di tre, oltre aiutare la parrocchiale, tenevano scuola...".
L’inventario non li mostra molto ricchi; il locale poteva dare ospitalità a’ forestieri.
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Questa è la descrizione dell’antica Cappella del convento, purtroppo a causa dei furti subiti è stata spogliata delle suppellettili e dei manufatti lignei asportabili.

A cura degli “Amici del Convento”

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