ADDIO ALL’ULTIMO CARTELLO DELL’ HOTEL DI CAMPIGLIA
Gli astronomi ci raccontano che alcune delle stelle che vediamo brillare in cielo in realtà sono già spente da tempo, e la loro luce continua ad essere visibile solo perché può impiegare centinaia o addirittura migliaia di anni per arrivare fino a noi dal momento in cui esse si sono dissolte nelle profondità dello spazio.Facendo ovviamente le debite proporzioni, la stessa cosa succedeva quando, transitando sulla “pedemontana” prima dello svincolo di Salassa-Rivarolo con la ex-statale 460, fino a qualche giorno fa si incontrava il cartello ormai scolorito che pubblicizzava l’Hotel Gran Paradis di Campiglia Soana: ultimo superstite di una segnaletica pubblicitaria con cui, negli anni novanta dello scorso secolo, si era tentato il rilancio del grande complesso alberghiero creato alla fine degli anni sessanta nella frazione di Valprato Soana da Joseph Clerico, emigrante originario di Campiglia diventato proprietario dei famosi locali notturni parigini “Lido” e “Moulin Rouge”. Il sogno di Clerico di lanciare in grande stile la “sua” Campiglia Soana nel firmamento turistico quantomeno nazionale si infranse purtroppo definitivamente proprio alle soglie del nuovo millennio, quando il lussuoso Grand Hotel sorto ai margini delle radure ombreggiate dai larici chiuse definitivamente i battenti.Ed oggi il grande albergo giace silenzioso, come un gigantesco “Titanic” affondato in fondo all’oceano dell’abbandono, mentre quel cartello pubblicitario rimasto fin quasi alle soglie del 2012 sulla strada pedemontana ci parlava ancora ostinatamente di una “stella” che, lassù ai piedi della Rosa dei Banchi, aveva però già da tempo smesso di brillare.
testo e foto di Marino Pasqualone
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