Certo talvolta la riconoscenza segue strade che non sono consuete,e se guardo solo l'apparenza la s'incolpano delle azioni più desuete

Mercato immobiliare, lessico enigmatico.
Ma chi lo dice che gli annunci economici relativi al mercato immobiliare sono grigi e scialbi. Quando si legge: “Centralissimo, luminosissimo, terrazzatissimo”, certo ogni giorno mi imbatto con cartelli o sul giornale con annunci su cui campeggia "Vendesi" e "Affittasi", e questa terminologia utilizzata per redigere inserzioni e volantini sempre uguali a se stessi nasconde frangenti di viva ilarità.. Mi pare che il lessico dell’italiano immobiliare sembra fatto apposta per celare verità invendibili, per trascurare dettagli intrascurabili, per indorare pillole indigeribili, certo con stile, se non altro, asciuttissimo, ma ai limiti del bugiardissimo. C’è da ridere amaro con termini che vanno dal categorico “a 20 minuti dal centro”, di solito è vero, se ho un elicottero, e poi dove atterro? Oppure al patinato "ideale per giovani coppie", certo alloggio magari ubicato all’ottavo piano senza ascensore, due vani; bagno e cucina sono la stessa stanza, passando poi per i veri classici del genere: "finiture di pregio", "immerso nel verde", e via enfatizzando. Certo capisco che alla pubblicità e affini posso, per benevolenza, perdonare quasi ogni forma di velato inganno, ma non la perdita di tempo; non quando di tempo non ne ho, e quel poco che mi rimane non voglio sprecarlo in deprimenti sequele di telefonate, appuntamenti e sopralluoghi. Un’altra chicca spassosa è il criptico "da personalizzare", fumosa anticamera del già ottimista "da ristrutturare", ma la ciliegina al limite dell’ossimoro è leggere “simpatico monolocale” un amico mi ha segnalato che ha letto sulla facciata di una villetta a schiera un avventato "a soli 100 minuti dal centro di Milano"; un conoscente tempo fa mi diceva di aver letto a Torino: "affittasi da subito seminterrato senza abitabilità, perfetto come magazzino o per studenti". Certo poteri continuare all’infinito. Ricordando, per esempio, astruserie come "possibilità terza camera" , si ma previo abbattimento muro del vicino? O delle precisazioni che, chissà perché, suonano sempre sospette: "ben tenuto", per dirne una. Ma così va il ballo, pardon, il mondo del mattone: quello in cui ogni "soluzione" è sempre "interessante", e a essere "nuda" è sempre la "proprietà". Più di rado la verità.
Favria 21.02.2012 Giorgio Cortese

La luce che brilla il doppio dura la metà.

Ascolto.
Ascolto la vita nella profondità di me stesso, ascolto in silenzio che mi abita e che mi penetra e cosi riesco a cogliere gli attimi che mi regalano energie di umanità. Poso il mio sguardo sereno e a volte affaticato dal quotidiano cammino ed osservo e ascolto le vibrazioni dell'animo. Ecco allora che vedo dentro me stesso la vita che viaggia nei solchi profondi e che mi invita ad amarla con pienezza dell’animo, la sua tenerezza.

La caccia alla lepre!
“Chi è coinvolto in una contesa aspra, si preoccupa della verità tanto quanto il cacciatore si preoccupa della lepre che sta inseguendo”. Ho trovato questa bella battuta in un libro ed è del poeta inglese Alexander Pope, 1688-1744. Questo aforisma ha un suo fondo di sempre attuale verità specialmente in questo periodo. Quando delle persone discutono con veemenza, e qui il pensiero vaga dai dibattiti televisivi alle discussioni nelle nostre piccole Comunità, la ricerca della verità e la sua affermazione costituiscono l'ultimo dei pensieri dei contendenti. Anzi, se vuoi veramente spuntarla sull'altro, devi impallinare la verità, spesso scomoda, proprio come fa il cacciatore che insegue la lepre. La verità, infatti, non può mai essere piegata al proprio interesse; solo la menzogna è flessibile e ha mille volti possibili. Per questo, un conto è il dialogo che con rispetto si intesse con l'altro per penetrare in profondità nella realtà delle cose. In questo caso si ascolta prima l'altro e tutto quello che l'altro dice e lo si sottopone a confronto e verifica con la propria visione e convinzione. Un altro conto è, invece, lo scontro in cui di mezzo non c'è la verità ma la vittoria sull'altro, usando ogni strumento e spesso chi ne esce più malconcia è proprio la verità. Devo pubblicamente confessare e chiedere scusa se in questi anni sono caduto nella tentazione che per riuscire e prevaricare l'altro che mi ostacolava, non di rado ho pensato di ricorrere al finto, insomma allo stravolgimento della realtà a mio uso e consumo. Ecco che allora ho avuto come anticorpo, un necessario sussulto dell’animo che mi faceva sempre ritornare, da un lato, alla sobrietà, alla misura, all'essenzialità, e d'altro lato, alla verità, alla moralità, alla capacità di giudizio. Insomma sceglievo quella che Orazio nelle sue Odi chiamava nuda veritas. E ha purtroppo amaramente ragione lo scrittore Anatole France: “L'umanità ha bisogno della verità. Ma ha un bisogno ancor più grande della menzogna che la lusinga, la consola, le dà sicurezza e speranza senza limite”.
Favria 22.02.2012 Giorgio Cortese

La retorica di Marco Antonio
Sono rimasto colpito da un filmato del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”tratta dal “Giulio Cesare” di William Shakespeare, mi riferisco al discorso di Marco Antonio nella commemorazione di Giulio Cesare. Una lezione di mirabile eloquenza e, chiaramente, di retorica.. La perfezione retorica del discorso di Marco Antonio ancora oggi fa scuola. Marco Antonio non sale sul pulpito ed attacca apertamente il suo nemico, lui è lì solo per seppellire Cesare. Non vuole dire che Bruto abbia detto il falso, nonostante ci siano stati dei comportamenti in Cesare che a tutto facevano pensare, tranne che fosse ambizioso come Bruto e Cassio avevano appena finito di dire. Non dirà niente contro quei due, facendo torto a se stesso, a Cesare e perfino al popolo. Eppure lui ha tra le mani il testamento di Cesare, in cui ogni uomo del popolo, una volta che lo avesse ascoltato, sarebbe andato a baciare le ferite di Cesare, ma non intende leggerlo, perché non vuole andare contro il nobile Bruto. È chiaro che la gente vuole sapere. Da quel momento la gente è tutta per Cesare ed è pronta a castigare i due traditori.