Scriveva la scrittrice americana Emily Dickinson : “Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi, non avrò vissuto invano. Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena, o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel suo nido, non avrò vissuto invano.” E allora penso che io sono al centro di tutte le mie relazioni, quindi sono responsabile della stima di me stesso, crescita, felicità e realizzazione. Non devo mai aspettarmi che l’altro mi regali queste cose. Ogni giorno devo vivere come se fossi solo e gli altri fossero doni che mi vengono offerti per aiutarmi ad arricchire la mia vita

Esprimo tutta la mia solidarietà ai due marò ingiustamente trattenuti dalle autorità indiane. Sono preoccupato per la loro sorte e mi sento vicino ai loro famigliari. I due marò sono accusati di un errore mentre svolgevano servizio comandato in difesa dai pirati. Perché non esponiamo in tricolore come per i 150 Unità d’Italia in segno di solidarietà!

Alba
Nel silenzio dell'alba procede la luce, ed io amo il quieto silenzio del primo mattino! Di prima mattina amo lo sbadiglio lento dell'inizio del giorno dove tutto tutte le premesse sono ancora nuove e tutto da scoprire. Quando posso mi godo l'assonnato risveglio, l'attesa magica della vita che pian piano, là fuori, gorgoglia di suoni. All’alba gli occhi del sole si sono aperti sul mondo e ogni mattina nel mio profondo animo penso“Esisto, vivo dunque sono parte integrante di questo meraviglioso mondo!” Grazie Dio per avermi donato un altro giorno!
Favria 10.03.2012 Giorgio Cortese

Nella vita devo prudente come il serpente. Estote prudentes, sicut serpentes

Ma sono veramente solo quando sono in solitudine!
Scriveva l’autore Charles Burney (1726-1814), storico inglese: “ È una piacevole sorpresa scoprire alla fine che, quando siamo soli, non siamo poi così soli”. Questa frase inviatami da un mio amico mi sembra molto attuale perché tocca un tema poco praticato ai nostri giorni. Forse dovrei subito distinguere tra isolamento e solitudine: il primo è una condanna, la seconda una fertile necessità. Mi viene da pensare che adesso che scrivo quante persone nel territorio dove abito sono isolate, senza uno squillo di telefono o una visita, dimenticate da tutti. Certo, esse possono anche godere di qualche momento di pace nella solitudine, ma il loro isolamento, perché malate o senza parenti e amici o perché straniere, è un incubo senza fine. Questo mi ricorda quanto letto sul giornale diverso tempo fa che parlava di un'anziana signora, caduta per terra di sera, poco dopo l'uscita di casa della badante che l'accudisce, che era rimasta così abbandonata e ferita fino alle dieci del giorno dopo, al ritorno della sua colf! Che atroce condanna! Eppure, c'è l'altro aspetto da considerare, quello della solitudine, che purtroppo è spesso evitato da tutti per la paura inconscia di non rimare soli con se stessi. E, invece, si tratta di un'esperienza stupenda, quando è vissuta serenamente. In quei momenti si scopre di non essere soli, si sente pulsare il mondo, si scende nelle profondità dell'Io, si scava nell’animo. Pascal diceva che le nostre disgrazie vengono dal non essere capaci di stare soli un'ora al giorno. Personalmente io ogni giorno cerco di stare solo come minimo anche solo cinque minuti perché si riveli a me un nuovo modo di vivere
Favria 11.03.2012 Giorgio Cortese

Molte volte devo apparire debole quando sono forte, e forte quando sono debole