La stima non esclude l'amicizia, ma
sembra raro che non contribuisca a farla nascere.
Il capitombolo quotidiano
Lo scrittore francese Albert Camus aveva scritto una raccolta di
racconti intitolata la caduta. Il vocabolo, certo, rimanda anche al
capitombolo fisico, al ruzzolare stramazzando a terra, ma è stato elevato a simbolo
morale di colpa, errore, peccato. È in questo significato metaforico che mi vengono in
mente due aforismi dallorigine molto diversa ma dall'esito comune. il primo di
Confucio: Errare e non correggersi, questo si chiama errare!, la seconda frase
di Goethe: La nostra gloria più grande non è nel non cadere mai, ma nel rialzarci
dopo ogni caduta.. mi viene da pensare che entrambi, pur essendo distanti tra
loro secoli, s'incontrano su una comune convinzione: la caduta fa parte della debolezza
della mia libertà, della fragilità della mia volontà, della colpevolezza di fondo di
tante mie scelte. Ma penso che ci sia una differenza di fondo importante, alcuni cadono
nel male e là si acquietano: è un atteggiamento di rinuncia, oppure è una scelta di
comodo. Rimango nella pozza dove sono caduti e sguazzano nel fango, dimenticando il
cielo da cui sono precipitati. È, questa, la disonestà da evitare, un «errare e
non correggersi, per dirla con Confucio. Ci sono, però, altri che sono sprofondati
nelle sabbie mobili dell'errore, ma non si rassegnano e con mani sanguinanti s'aggrappano
a una roccia per risalire faticosamente e umilmente. E qui, per dirla con Goethe, si ha la
vera nostra gloria che non è un'impossibile impeccabilità, bensì la coraggiosa volontà
di rialzarsi dopo ogni caduta. Perché nella vita penso di aver
fallito ragiono che alla prossima volta fallirò meglio o non mi succederà più.! Perché
dopo ogni caduti bisogna sempre rialzarsi.
Favria 30.03.2012
La vita sarebbe impossibile se ricordassimo. Tutto sta a
scegliere quello che si deve dimenticare