E' sempre attuale la sindrome da Miles Gloriosus - Facce non solo da merendine.

La sincerità e il rispetto che gran belle cose, a parole tutti le vogliono, tutti le danno e tutti le esigono, mi sembra che sia diventata una mania, un po’ come certi accessori firmati da grandi stilisti. Ma dopo  se vado a guardarle bene però qualcosa non torna. Conosco delle persone che sono dei bei falsi   d’autore e non passano mai di moda. Davanti ti fanno un sorriso smagliante, sono tecnicamente dei  falsi perfetti di fuori  e totalmente finti dentro

 E’ sempre attuale la sindrome da Miles Gloriosus

"Miles gloriosus" è ben più che una divertente commedia di Plauto, è una storia sempre attuale, anzi attualissima con certi personaggi che conosco.

Tito Maccio Plauto che scrisse la commedia,  del “Miles Gloriosus,   nel 200 a.C. sul finire della seconda guerra Punica con l’intenzione di  parodiare Publio Cornelio Scipione, si proprio lui, quello che sconfisse Annibale a Zama, che passava tra i suoi contemporanei uno vacuo gradasso e un soldato millantatore, “miles gloriosus” appunto!

Mi è venuta in mente questa storia, letta alcuni giorni fa dopo aver letto, e visto in una televisione locale, di un intervista di un personaggio con una malattia comportamentale .per certi versi interessante che definirei come sindrome da Miles Gloriosus.

Per chi non conoscesse la trama della commedia del Miles Gloriosus si narra di un soldato fanfarone che racconta “fesserie” a destra e a manca sul suo coraggio in battaglia e sul suo “eroismo.”, alla fine della commedia viene smascherato e ridicolizzato.

Forse la mia è una sintesi quasi banale, ma non è mia intenzione affrontare il tema letterario che non è di mia competenza, ma di un   comportamento che definirei  la  sindrome di Miles Gloriosus .

Penso che il soggetto in questione ostenti in pubblico una forte autostima al punto da perdere contatto con la realtà quotidiana. Il soggetto, come il personaggio della commedia,  nel voler manifestare a ogni costo la sua presunta superiorità di esperienza, non esita a comportarsi in modo disdicevole.

Infatti, ama atteggiarsi da reduce ed esperto nei confronti di qualsiasi interlocutore, insomma una sagoma che cerca  di conquistare in modo patetico attenzione  e visibilità, sciorinando sentenze che mai devono messe in discussione, vista la sua sbandierata esperienza nel ramo.

Anzi, se viene contraddetto il  Miles Gloriosus sfodera aggettivi che  mettono in crisi la leggera patina di educazione che pensa di avere.

Davanti a questo personaggio molte volte si fa più bella figura nello stare in silenzio di fronte alle sue giustificazioni non richieste, classico esempio di excusatio non petita, accusatio manifesta.

Mi sembra  evidente che un personaggio del genere che manifesta la sindrome da Miles Gloriosus sia in realtà un povero frustrato e che alla fine, nonostante le cattiverie che produce in continuazione  e la bile che emana quotidianamente, in realtà sia solo un povero fallito senza arte né parte.

Favria 10.04.2012          Giorgio Cortese

 

L’abile stratega conosce anche l’arte della ritirata. L’ottuso solo l’ostinazione di restare

 

Le tempeste della vita mi fanno mettere radici  ancora più profonde come fossi un albero. E certe volte devo cavalcare il turbine per dirigere la tempesta e proprio in  quei frangenti che riconosco il bravo  nostromo

 

Facce non solo da merendine…

Una delle discussioni frequenti nei discorsi con i colleghi ed amici è quello dell’analisi della mutazione avvenuta nella persona contemporanea, soprattutto con l’irruzione della pubblicità televisiva. Oggi stiamo prendendo tutti la fisionomia di facce da merendine, questa differenza la noto quando compaiono in televisione le espressioni rubate alle persone dei cosiddetti Paesi sottosviluppati, quelle persone hanno volti straordinari, mentre le nostre facce non hanno più identità.

Sono personalmente convinto che stiamo cambiando tutti il volto, non  ci sono più visi autentici, quotidiani, che nella ragnatela delle loro rughe narrano una storia, che nell’ammiccare degli occhi comunicano un messaggio, che persino nei loro difetti rivelano una bellezza sofferta e vera. Oggi la televisione ci offre solo “facce da merendine”, simili alle galline da allevamento.

E tutti  cerchiamo di adeguarci con trucchi e smorfie, per indossare questa maschera che progressivamente diventa anche una copertura del nostro animo e del nostro vero essere.

Purtroppo è sempre attuale in senso negativo la  battuta dello scrittore francese Camus: “Ahimè, alla fine ognuno è responsabile della sua faccia!”

Cordialmente

Favria,  11.04.2012      Giorgio Cortese