Scusate il lapsus calamii il nome esatto era  Michel de Montagne e non   Micheal De Montagne. Arpagone significa rostro uncinato, anticamente usato per bloccare la nave nemica e abbordarla…

D'obbedienza, fede, adesione. Mentre me ne sto in disparte e osservo, trovo qualcosa di molto commovente nello spettacolo di grandi masse di uomini, che seguono la guida di quelli che negli uomini non credono. W.Whitman,Foglie d'erba

Si dice che un ballista chi racconta fandonie, insomma un bugiardo contaballe, io ne conosco uno che è galattico!

VENERDI’  4 MAGGIO DALLE ORE 8,00 ALLE ORE 11,00 CORTILE INTERNO DEL COMUNE DI FAVRIA-TO- PRELIEVO DEL SANGUE COLLETTIVO. VI ASPETTIAMO. DONARTE LA VITA DONARE IL SANGUE. BASTANO SOLO 5 MINUTI DEL TUO TEMPO. GRAZIE DEL TUO AIUTO!!!

Nel paese della bugia, la verità è una malattia. In certe persone il loro linguaggio  è concepito in modo che le menzogne suonino sincere   per dare una parvenza di solidità all'aria. Ma nessuno  può a lungo avere una faccia per sé stesso e un'altra per i concittadini, senza rischiare di non sapere più quale sia quella vera. Altrimenti per loro l’unica maniera per giustificare una bugia è un'altra bugia. Mi ricordano il pastore che cerca sempre di convincere il gregge che l'interesse delle pecore ed il proprio siano gli stessi.


Una  bugia … è un opera virtuosa?

Purtroppo ci sono persone ingegnose che pensano con delle bugie di farsi beffe della sensatezza altrui.

Già scriveva Mark Twain: “Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo, mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe”.

Questa frase trovata tra i miei appunti mi fa pensare con attenzione sulla forza diffusiva straordinaria della menzogna. Essa veramente, come il celebre “venticello” della calunnia, cantato nel Barbiere di Siviglia di Rossini, supera frontiere e ostacoli e si effonde e diffonde, radicandosi nelle menti e cuori. La verità è, invece, ponderata, è pacata e motivata e ha bisogno di calzare le scarpe per incamminarsi seriamente per le strade del mondo. Certo, si è soliti dire, osservava un altro grande scrittore, il russo Cechov, “…la verità trionfa sempre, ma questa non è una verità”, perché la bugia ha una sua forza espansiva inesorabile. Ma attenzione  il bugiardo a forza di mentire  ai suoi spesso non viene creduto neppure quando dice la verità. Questo viene anche confermato dalla celebre favola  di Esopo che ha per protagonista il pastore scherzoso che amava gettare il panico gridando: “Al lupo!”, quando non c’era nessun lupo in vista. Il giorno in cui il lupo venne davvero, nessuno gli credette e fu una strage di pecore.

Attenzione  prima o poi il mentitore viene smascherato e il castello di falsità che ha creato rovinerà, rivoltandosi contro di lui. Anzi, non sarà creduto neppure quando dirà la verità. La storia ci ha lasciato testimonianze molteplici di questo esito e questo dovrebbe far riflette i bugiardi ad essere sinceri. Ma, con molto realismo, devo accostare al detto esopiano un’altra massima, questa volta latina, di Seneca nella sua tragedia Ercole furente: “Un misfatto riuscito bene e fortunato viene definito azione virtuosa”. E allora quante menzogne vengono spesso contrabbandate per  sacrosante e sdegnose verità, soprattutto quando sono ben confezionate e presentate come  insolite coincidenze e vendute come progetti di sicura realizzazione..

Attenzione signori bugiardi evitate di riflettere tanto su ciò che dovete fare, ma piuttosto pensate a quello che dovreste essere. Certo è importante anche il fare ma non c’è dubbio che prima del fare c’è l’essere, ossia il lavoro da compiere sulla coscienza, sulla volontà, sul comportamento.

Dovrebbe essere questa l’unità di misura della dignità di una persona: non il suo 740, e la sua boriosità nell’apparire, ma la sua umanità, il suo cuore, la sua bellezza interiore.

Favria 2.5.2012             Giorgio Cortese

 

Stare attaccato alla cadrega  è il coraggio di un momento, vivere onestamente il coraggio di una vita!

 

Il novello Arpagone!

La politica dei nostri tempi ad ogni livello da quella locale a quella nazionale ha riscoperto in modo decisivo una figura. Quella del demagogo che fa direttamente appello al popolo: lo blandisce o lo incita, proiettandolo, apparentemente, al centro della scena pubblica. Personalmente ne conosco uno che definirei un novello Arpagone, un “piccolo demagogo” che non è   che l'ultimo esemplare di una lunga tradizione di leader demagogici: da Savonarola a Cleone, da Milosevic a Eva Peron e i suoi "descamisados", fino a Le Pen. Arpagone è un grandissimo venditore di fumo e la ricetta per ingannare i sui simili con la vecchia ma sempre efficace, parte dalla capacità di puntare tutto sulla comunicazione quando incontra un concittadino, alla semplificazione senza ritegno di ogni cosa, dal suscitare la paura alla promessa dell'ordine. Insomma assicura ogni cosa e il suo contrario, promette tanto e mantiene poco. Che tristezza la  demagogia mi ricorda la fragilità della democrazia e i rischi crescenti cui è esposta. Ma se nella civilissima India all’inizio del novecento Gandhi diceva che  basta un solo perfetto Resistente per vincere la battaglia della Ragione contro il Torto, e  lui lo ha dimostrato! Da noi oggi bastano forse dei pensieri da venditori di fumo per fare vincere   la battaglia del Torto contro la Ragione? Mi auguro che le persone aprano gli occhi e che ragionino con la propria testa e che voltiamo finalmente pagina sul modo vecchio di fare politica

Favria  3.05.2012               Giorgio Cortese