Riflessioni sui primi cento anni dellAsilo Servais a Favria
Era il 17 giugno 1912 quando veniva redatto lo Statuto dellAsilo
Giovanni Servais o meglio Jean Servais, come si era firmato nel testamento olografo del
1893 lasciando al
Ho iniziato questa breve riflessione partendo dal testamento, perché senza questo nobile gesto non esisterebbe lasilo Servais a Favria. E se a Favria abbiamo questa bellissima Istituzione che le amministrazioni Comunali precedenti hanno provveduto a rammodernare e ad ampliare, lo si deve a quella limpida figura di filantropo che era il savoiardo J. Servais. Uomo veramente affezionato al Canavese che volle lasciare a questo Comune il lascito per costruire un asilo.
Scopo degli asili, di allora, era di accogliere e preservare dai pericoli della strada i figli dei lavoratori, aiutare le famiglie a sostenerli mediante la refezione, educare i bambini nello sviluppo intellettivo, religioso, morale e fisico. Non va dimenticata la nobile figura della moglie Rosalia Germano, originaria di Borgo DAle che per aiutare il lascito del marito, donò un terreno di sua proprietà. Non vanno dimenticati il signor Frasca Gio.Battista , il signor Battuello Sebastiano ed il signor Costantino Antonio che contribuirono grazie al fulgido esempio del Servais con dei loro lasciti alla costituzione dellAsilo.
Certo il Servais oltre ad avere simpatie liberali, interesse per
i problemi sociali, atteggiamenti filantropici, era anche un personaggio di alta caratura
morale e un
Il lascito di 300.000 franchi per il premio di coraggio al Comune di Torino ne è un fulgido esempio e di questo ne avremmo bisogno anche oggi. Con questo libro andiamo a festeggiare una bella pagina di storia locale, che possiamo inserire a pieno titolo fra le grandi trasformazioni culturali di carattere socio assistenziale che caratterizzarono la fine dellottocento e lavvento del novecento. Ecco, in questa occasione vorrei proprio fissare l'attenzione sul ricordo, una dotazione che tutti abbiamo a livello personale e comunitario. La civiltà attuale è "smemorata", immersa com'è nell'immediato e nella frenesia del futuro: non per nulla si sono perse per strada le nostre radici cristiane. Eppure, come diceva il critico Giorgio Pasquali, chi non ricorda, non vive.
È necessario ritrovare quel tesoro di valori e di sentimenti che abbiamo ereditato, non per conservarli in una biblioteca o in uno scrigno, ma per riattualizzarli così che riscaldino ancora il cuore, orientino la vita, diano senso al nostro procedere nella storia.
Favria 12.05.2012
Spesso penso a quante cose avrei da raccontare, ma riesco a esprimere
così poco!
Con calma olimpica
attesa.
Certi giorni
la vita quotidiana è dura e ruvida, mi sembra quasi di nuotare in un immenso
acquario, con trote, tonni, salmoni e calmi orsi sulla sponda ad aspettare. Ed io aspetto pazientemente il lento e naturale fluire degli eventi.
Attendo che il tempo giochi bene le sue mosse, ed io non le intralcerò. Me ne starò
buono, con calma placida olimpica attesa, ad osservare, con il mio attuale ruolo da
non protagonista perchè ora, è così che è. Nella vita quotidiana lascio piccole
tracce briciole di me, lungo il cammino, per non perdere quel filo a cui la
logica è perennemente legata. Appendo i miei sogni a quelle poche verità che mi
appartengono. A quelle piccolissime certezze, che sono doni della vita, con cui vado
avanti. E non mi arrendo dinanzi alle difficoltà, sempre avanti con la schiena dritta, il
mio animo non è ancora contaminato dalla polvere della paura perché sono in pace con la
mia coscienza. Aspetto con pazienza, il mio respiro è calmo, aspetto con il senso dellattesa
per le cose buone.
Favria 12.05.2012