Come coriandoli
Frammenti di sospiri come bottoni colorati dimenticati sul
marciapiede al termine della festa attendono un mulinello di vento che sollevi la polvere
agli angoli della strada facendoli volare via per sempre come coriandoli.
Quando ti sposti in treno, soprattutto se di treno di
pendolari si tratta, conviene non fare eccessivo affidamento su un orario di arrivo certo.
A volte neppure certo è quello di partenza. Mi duole dovere fare queste considerazioni,
che oltretutto non hanno il pregio delloriginalità. Duole perché il sistema
ferroviario e dei trasporti italiano, grazie alla sua storia, ha contributo allunificazione
della Penisola accorciandola, allapertura allinnovazione, fu tra i primi a
introdurre la trazione elettrica, e alla capillare estensione della rete,tagli recenti a
parte, ha svolto un servizio che vorremmo veder continuare con lo stesso spirito di
sempre. Di quando cioè le vetture di terza classe portavano al Nord legioni di immigrati
e il dirigente con il berretto rosso dal bordo del marciapiedi dava il via a ogni
convoglio, presenza rassicurante di funzionario dallocchio vigile, garanzia che
tutto era a posto. La terza classe non esiste più da decenni e il dirigente con il
berretto rosso, il capostazione, nella vulgata corrente, è sparito dalla banchina.
Questione di efficienza, razionalizzazione e risparmio. Identica lesigenza di
risparmio che ha costretto negli anni le ferrovie a ridurre i treni, a sostituirli dove
possibile con corse automobilistiche e a tagliare i cosiddetti rami secchi. E adesso
tagliano pure quelli La disperata necessità di contenere la spesa pubblica in una fase di
drammatica crisi economica, vede ora le Regioni, sulle quali è stato scaricato lonere
del trasporto locale, annaspare alla ricerca di un bel pacchetto di milioni, che
consentano di mantenere il servizio ai livelli preesistenti, rispondendo alle attese di
quei due milioni di italiani che compongono la bistrattata categoria dei pendolari. I
soldi che arrivano dalla Capitale sono insufficienti e riescono a malapena, dopo gli
ultimi tagli ai trasferimenti, copèrire solo un quarto del fabbisogno. Senza risorse
finanziarie è inevitabile che con i nuovi orari molti treni pendolari vengano soppressi,
è scontato che varie corse debbano saltare o essere ridotte di frequenza e di percorrenza
ed è pacifico che la manutenzione del parco circolante diventi approssimativa. Quanto
alla pulizia delle carrozze, eterna nota dolente, peggiorerà, mentre lo scadimento dei
livelli di puntualità farà rimpiangere i consueti ritardi e inconvenienti doggi.
È un paradosso tutto italiano quello che caratterizza le nostre ferrovie. Da una parte le
linee dellalta velocità che Trenitalia esibisce, giustamente, come fiore allocchiello,
espressione di modernità, rapidità, comodità di stampo europeo, frecce di vario colore
per una fascia di clientela esigente e generalmente propensa a spendere qualcosa di più,
ma che assorbono oltre il 90 per cento delle risorse destinate alla rotaia. Dallaltra,
la platea sterminata e in crescita dei pendolari, ai quali vanno le briciole come
corrispettivo di tanti disagi e sacrifici. Pendolari che a breve avranno, è timore
diffuso, meno collegamenti e orari meno comodi. Studenti e lavoratori che viaggeranno
ancora più stipati in vetture depoca o quasi, sporche, impolverate e con gli arredi
cadenti. Ciliegina sulla torta, per un servizio qualificabile come disservizio lutente
del treno, pardon, il cliente, subirà la beffa della lievitazione del costo dei biglietti
che potrebbero raddoppiare là dove i tagli dei trasferimenti alle Regioni fossero
rilevanti. Finirà così, che molti pendolari esasperati abbandoneranno la rotaia per lasfalto,
il treno per lauto alimentando lassalto selvaggio delle quattroruote alle
città già alle prese con il traffico caotico, la congestione degli spazi, il rumore, linquinamento,
insomma un esito da incubo. Abbiamo bisogno per i trasporti locali di una forte cura del
ferro, cioè con lo spostamento del traffico a lunga percorrenza sulle costruende
linee veloci e la parallela destinazione delle linee storiche al movimento dei pendolari,
il trasporto pubblico locale avrebbe raggiunto livelli di assoluta efficienza e
concorrenzialità. Quella del ferro è lunica terapia risolutiva per garantire
la mobilità e salvare le città. Solo che sul ferro, cioè sulle rotaie, dovrebbero
circolare treni sempre più treni .
Favria 11.02.2012
Coriandoli di neve questa notte sulla strada che si
infrangono sui vetri delle case. Coriandoli di neve che cadono su occhi feriti dalle
ciglia, su parole sfumate e mai nate. Coriandoli di neve nel parco Martinotti, leggeri
volteggiano nella gelida aria della sera ed io nella calda stanza dalla finestra osservo
tutto questo e tra le mani cullo un libro.