E'
come un fungo sotto un leccio, modo di dite toscano per indicare la piccolezza
rispetto a ciò che gli è accantto.
Lattimo immobile.
Questa mattina sono uscito dallufficio per andare da un cliente. Dallaltra parte della strada brulicava fervido il mercato, ma la strada per un attimo a causa di due automezzi in manovra alle due estremità della via, la strada è stata per un attimo momentaneamente vuota. E stato solo un attimo! Si un insignificante. brevissimo attimo!Una porzione di tempo talmente rapida da passare inosservata ad un mondo distratto e a tutte quelle persone che si affaccendavano nel consueto mercato settimanale. In quellattimo immobile, il tempo non è figgito ma si è fermato solo un attimo. Mi sono sentito in quellattimo forte per scoprirmi un attimo dopo ancora più fragile. Mi è venuta voglia di alzare lo sguardo nel limpido cielo e quasi non scorgere la luce nel profondo azzurro. In quellattimo vibrava la mia mente ora assolutamente libera dalle nere masse gelatinose dei miei pensieri.. Poi lattimo è finito con il rintocco del battito del mio cuore, ma nellattimo passato ho raccolto questi brevi pensieri sul passaggio del tempo e dei luoghi, immobili, e dei volti, mobili e transitori, che lo popolano. Una delle poche cose che la poesia sa fare, d'altronde, è mettere in comune un'esperienza. Descrivere con precisione le poche verità che si sono intraviste attraverso la propria personale esperienza, di un attimo immobile
Favria, 19.07.2012
Che cosa sono i regni senza giustizia, se non
delle vaste imprese brigantesche? S. Agostino
Statistica
La statistica studia come raccogliere i dati e come
analizzarli per ottenere l'informazione che permetta di rispondere alle domande che ci
poniamo. Si tratta di avanzare nella conoscenza partendo dall'osservazione e dall'an
Favria, 20.07.2012
La politica non è una scienza, ma un'arte. Otto
von Bismarck
Oggi ho avuto la conferma che alle persone nellafforntare
la vita quotidinana non mancano di forza, ma di tanta umile volontà
Camminando per Favria
Cammino di sera per le strade semideserte di Favria. Cammino e rifletto, ai bordi della mia strada, nel parco Martinotti tutto è verde è pieno di vita. Molti posti ho visto, molte situazioni mi sono capitate e penso. Mi fermo nella piazza davanti al Castello e penso ai giorni dAutunno di diversi anni fa, adesso che sono nel mese di Luglio. Mi ricordo che, allora come adesso, lautunno era una stagione che arrivava senza dirmi niente, una sorpresa puntuale come un pullman che si fermava in questa piazza nel giorno di ferragosto con le strade vuote.
Arrivava sotto la suola delle scarpe che sussurravano allasfalto, mentre camminavo, in quella giornata che andava verso limbrunire di tanti anni prima in Via S.Pietro. Me lo trovavo al fianco quasi senza accorgermene in via F. Costantino e mi sorrideva con gli occhi splendidi e malinconici in Viale Matteotti, un sole tiepido gli accarezzava le spalle, lo scaldava come uno scialle caldo sulle spalle di una nonna in via Garibaldi. Penso, oggi, a questo periodo dellanno che viene chiamato mezza stagione ma che poi mi riempie tutta la vita di teneri ricordi.
Lautunno che, per qualcuno, è il tempo della tristezza, diventa per me il momento di una gioiosa malinconia. Nellora di pausa, lora dellattesa, mi ricordo allora delle foglie delle piante che sporgevano da solidi muri di via Tarizzo, pronte a dire addio agli alberi per planare eleganti sul selciato che le aspettava. Erano capaci di cambiare colore ad ogni piccolo soffio di vento, prima verdi, poi rosse, dorate e infine marroni. Mi ricordo che cera tutta una vita racchiusa in quei pochi secondi che le portavano dal cielo alla terra. Ci sono infinite storie da raccontare in quel volo e i miei furtivi passi quando mi sembrano eterni ma che duravano un attimo.
Si la bellezza dellautunno, era uno squarcio di luce che sbucava leggero e prepotente da dietro un palazzo; il via-vai delle persone che incontravo in Piazza Martiri, che correvano, nella frenesia del sabato mattina, assorte con in testa mille cose da fare e da acquistare nei negozi della piazza, ed al mattino, uscendo di casa, lincontro con i bambini che si affacciavano allesistenza con solo il peso di uno zaino dai colori sempre di una tonalità più intensa. Il raggiante ricordo che conservo di più nel mio animo erano degli occhi luminosi delle ragazze che avevano lasciato nella borsetta le lenti scure dellestate e si avviavano verso il lavoro o alla scuola. In queste giornate destate mi viene da pensare allautunno sia simile al ritmo blando di chi deve affrettare il passo, ma anche la stagione dei libri nuovi per gli studenti, è il frusciare delle ore di luce che mi portano per mano verso una sera dolce e preziosa. Lautunno è il ricordo di una giacca beige che indossavo, tanti anni fa, il ricordo della canzoncina che canticchiavo con la mente, sullauto mentre andavo a lavorare, mi ricordo che era un pezzo di Lucio Battisti, una canzone che parlava di carrelli da spingere al supermercato sottobraccio a te e di prezzi rincarati. Ma la cosa che mi ricordo nitidamente era di quel ragazzo seduto nel parco che una sera incontrai mentra andavo a comprare del pane, un ragazzo con la barba ed aveva al collo una lunga sciarpa scura. Mi ricordo che lavevo fissato a lungo, pensando già allora a che cosa pensasse. Adesso penso che forse perché lautunno è la stagione per riflettere, forse era normale che fosse lì a fare un bilancio della giornata o, magari, di unintera esistenza, pensare al sentiero della vita dove ci sono due strade e nessun vigile ad indicare dove andare. Posso lasciar decidere ai piedi o fare conto sulla testa, qualunque sia la decisione il risultato è dentro una busta chiusa che nessuno sa quando verrà aperta. Questo è lautunno! Dopo cè solo linverno, quella che neanche un metereologo pazzo può chiamare mezza stagione. Ecco riprendo il mio cammino, in queste calde giornate di Luglio, le strade sono sempre quelle dellautunno di tanti anni fa, ma la vita vita è una, il cammino è sempre quello.
Favria 21.07.2012
Scriveva M. Barres in Sotto locchio
dei barbaris-
Una risata seppellirà i sicofanti!
La potenza del riso è terribile il sorridere radioso può aprire un breccia di serenità e di simpatia nella vita quotidiana. In questo senso, penso che la libertà di espressione del pensiero, con qualsivoglia mezzo, non possa e non debba essere lesa da provvedimenti di censura preventiva che tendano a mettere in soggezione chi voglia, appunto, esprimere liberamente le proprie opinioni. Il riso è l'emanazione di una forza dolce e quieta, perché chi ha il coraggio di ridere, è momentaneamente padrone degli altri, come chi ha il coraggio di morire. Il semplice ridere mi concede una decisa superiorità dazione sulle persone che mi sono vicine. Secondo un vecchio proverbio irlandese: Dio ti dà il tuo volto. Il sorridere tocca a te. E anche vero che Camus nella Caduta scriveva: Dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia. Se è vero che questunica faccia che ho a disposizione e forse la sua non entusiasmante bellezza non dipendono da me, è però altrettanto vero che non ha neppure del tutto torto Camus. Ed è ciò che il proverbio irlandese afferma nella sua seconda parte: io posso con un mio semplice atto trasfigurare il viso, ecco ciò che riesce a fare il sorriso. È stato detto che al di là dellartificiosa definizione della iena come ridens , il ridere è unazione tipicamente umana e ha in sé una forza dirompente perché riesce a dar luce a un profilo sgraziato. Ecco, allora, la necessità di non ridursi a persone sempre cupe, che sembrano inseguite per le strade da funerei corvi. Personalmente il riso mi da la possibilità di ritrovare, anche nellamarezza, un filo di speranza, una scintilla di luce e farla sbocciare in un sorriso.
Vorrei concludere una battuta dello scrittore inglese settecentesco Laurence Sterne: Un sorriso può aggiungere un filo alla trama brevissima della vita. Sono personalmente convinto che un sorriso allunga la vita, mia e degli altri, e pazienza se qualcuno in questo modo si rode un po dentro.
Favria 22.07.2012