Cellula!

Cellulosa, cellulite, cellulare e celluloide, termini quasi simili ma non uguali. Se cellulosa, cellulite e cellulare derivano dl latino “cellula”, la cellulosa è una sostanza organica fibrosa, ottenuta industrialmente da varie materie prime vegetali e usata nell'industria cartaria e tessile. Invece la cellulite è un infiammazione del tessuto adiposo e si intende nel  linguaggio comune, presenza di adipe non uniformemente distribuita nelle parti esterne del corpo. Cellulare, relativo alla cellula nei dispositivi tecnici come una rete di  telefonia con la, suddivisione del territorio in cellule contraddistinte da una frequenza propria , ed adesso il telefono portatile che funziona grazie a una rete. Ma è anche il termine con cui si designa il mezzo che trasporta i detenuti o  di persone in stato di fermo o di arresto. Invece  il termine celluloide deriva dal francese celluloid a sua volta dall’anglo americano cellulose, sostanza plastica di supporto alle pellicole cinematografiche.

Favria, 16.09.2012            Giorgio Cortese

 

Nella vita i deboli hanno una sola arma, quella di sfruttare gli errori di quelli che credono di essere forti.

 

Spigolando

Ieri pomeriggio gli amici Mariangela e Sandro mi hanno raccontato che andando in bicicletta hanno notato dei contadini che raccoglievano dentro a dei sacchi le pannocchie non raccolte, precedentemente, dalla macchina mietitrice del mais. Questo mi ha fatto pensare a come si dice in piemontese la spigolatura. Pensandoci un po’ sopra, arrivato a casa mi sono ricordato il termine: Messone! Cercando l’origine del termine ho scoperto che il lemma piemontese a sua volta deriva dal latino “miscere”, mescolare, che a sua volta deriva da una parola di   origine indoeuropea  “meik” o “meig”, in sanscrito “micràh”, nel tedesco attuale “mischen”, e i suoi derivati sono tra gli altri il vocabolo rimestare  che dal tardo latino “mixturalia”, nel francese diventa “mitraille”, in italiano mitragliatrice.

Favria  17.09.2012           Giorgio Cortese

 

La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli

 

Il Grande Panico, 18 settembre 1837

In questo periodo di crisi c’è un stato latente di angoscia   negli animi di molti, colgo l’occassione di parlare del grande panico del 18 settembre 1837, perché  forse il panico di ieri scaccia l’angoscia di oggi. See nel frattempo la nostra società si è evolta nel benessere è segno che ogni crisi può essere risolta e anche la più nera notte alla fine termina prima o poi per una luminosa alba e acontinueremo a camminare nella crisi senza mai perdere la speranza. Tornando al 18 settembre del 1837, quel giorno in  America e poi in Europa, una grande ondata di panico travolse i mercati finanziari. Inizio allora una depressione economica, proprio come oggi e la causa fu la febbre speculativa, sempre lei l’origine. La bolla scoppiò il  10 maggio1837 a New York, ma guarda caso che coincidenza, quando tutte le banche bloccarono tutti i pagamenti in monete d’oro e d'argento. Al panico speculativo seguirono cinque anni di depressione, con il fallimento delle banche e livelli record di disoccupazione, insomma nulla di nuovo sotto il sole. Le cause furono allora come oggi sia politiche che economiche e la crisi avvenne per inflazione di carta moneta ieri, di titoli farlocchi, scusate tossici oggi. Nel 1837 le banche avevano emesso troppe banconote che non potevano riscattare in monete d'oro o d'argento, note all'epoca come " moneta sonante”, queste  banconote persero valore nel tempo, così che ne occorrevano sempre di più per acquistare le stesse cose che erano state comprate a meno in precedenza. In quei anni erano in circolazione molti pezzi di carta, i cui proprietari erano ansiosi di riconvertire al più presto in denaro "reale", ovvero, monete.

Questa Grande Depressione è l'unica grande crisi economica della quale si hanno notizie dettagliate ed è molto simile  a quella del 1929 e a quella attuale, le stesso copione con attori diversi ma con gli stessi errori e noi che ne paghiamo le conseguenze

Favria, 18.09.2012                     Giorgio Cortese