Fondamentale in tutte le guerre è lo stratagemma. Quindi, se sei capace, fingi incapacità; se sei attivo, fingi inattività.  Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.  Offri al nemico un’esca per attirarlo; fingi disordine fra le truppe, e colpiscilo. Sun Tzu

 

La talpa e sua madre di Esopo

“Una talpa, animale cieco di natura, annunziò a sua madre che ci vedeva. Questa, per metterla alla prova, le diede un granello d’incenso e le domandò che cos’era. Essa dichiarò che era una pietruzza. “Creatura mia”, esclamò allora la madre, “tu non solo non ci vedi, ma hai perso persino l’odorato!”. Così ci sono dei fanfaroni, le novelle talpe, che promettono l’impossibile e poi fanno figuracce nelle cose più semplici.

 

Meglio è una piccola verità, che una grande bugia,. Galileo Galilei.

 

Cuore e ragione

Questa mattina sabato 6 settembre sono stato ad una riunione di volontariato a Torino. Devo dire che sono stato favorevolmente impressionato dal discorso del Presidente che con pacata  fermezza e con molta umiltà, dote rara  e che vale più dell’oro, ha fatto un discorso che mi ha ricordato il famoso apologo di Menenio Agrippa sul  Monte Sacro ai plebei romani nel  493 a. C. che ritengo utile citare: "Una volta, le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso [ad attendere cibo], ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo confezionassero a dovere. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, a indebolirsi furono anche loro stesse, e il corpo intero giunse a deperimento estremo. Di qui apparve che l’ufficio dello stomaco non è quello di un pigro, ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi tornarono in amicizia con lui. Così senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute." Questa mi sembra la fotografia della nostra associazione, solo con la concordia ed il reciproco aiuto l’associazione cresce. Grazie Signor Presidente per avercelo ancora una volta rammentato. Ma  questi cambiamenti epocali che fanno da spartiacque di come eravamo, come siamo e dove stiamo andando posso essere superati in modo positivo solo con il connubio felice del cuore e della ragione. Nella vita di ogni giorno la ragione può solo parlare con logica ma è il cuore che sa cantare con passione. La differenza nell’affrontare i problemi è nel linguaggio che usiamo nel quotidiano. Certo la ragione parla con il filo della logica e spiega le sue argomentazioni in modo piano e coerente, ma ricordiamoci sempre  che è con il cuore che invece canta la passione, che intuisce e ci fa compiere dei balzi nel rapporto umano che comprendiamo le ragione dell’altro anche senza condividerle. Ritengo che gli esseri umani siano capaci sia di parlare che di cantare e lo si deve fare con un esercizio sempre con passione sincera e con sano rigore. Certo è molto facile scivolare dalla parola nella chiacchiera vana, così è frequente stanare nel canto. Ma fuori dall’allegoria, ritengo che ogni giorno sia sempre necessario sorvegliare la logica del mio pensiero per cercare tra balbetti e stecche quotidiane di  parlare in maniera pertinente e di cantare con arte.

Favria,  6.10.2012                      Giorgio Cortese

 

Lepanto 7 ottobre 1571!

All'alba del 7 ottobre 1571, aveva inizio, nelle acque di Lepanto, porto della costa ionica, situato di fronte al Peloponneso e non distante da Corfù, una delle più grandi battaglie navali della storia, frutto glorioso degli sforzi della Cristianità controriformistica. Non pare affatto fuori luogo ricordarne l'anniversario così da comprenderlo meglio e da poterlo valutare nella sua portata e nel suo significato. Di questo evento bellico  un esempi è, sempre valido anche per i nostri giorni, la solidarietà internazionale e cristiana di fronte al comune pericolo, allora rappresentato dalla minaccia turca. L'eroica resistenza dei cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme in Malta assediato dai turchi. La Lega Santa tra gli Stati cattolici nella Cristianità della Contro-Riforma, modello di unità del mondo cattolico, raggiunta superando interessi temporali divergenti grazie soprattutto alla decisa mediazione dell'allora regnante Pontefice, san Pio V. La gioia della Cristianità alla notizia della vittoria di Lepanto, che preservò intere nazioni europee dalla dominazione musulmana. In quella battaglia navale nel centro dello schieramento c’era anche una nave piemontese, La Capitana di Andrea Provana di Leinì con oltre 400 archibugieri. La vittoria cristiana, accompagnata da solenni Te Deum di ringraziamento, fu attribuita all'intercessione della Vergine Maria, tanto che Papa Pio V nel 1572 istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, successivamente trasformata nella festa del SS. Rosario, per celebrare l'anniversario della storica vittoria ottenuta, si disse, per intercessione dell'augusta Madre del Salvatore, Maria.

Favria, 7.10.2012                Giorgio Cortese

 

Tutto passa ma i valori alpini rimangono e con loro si può ripartire

Scrivo per manifestare la mia grandissima gioia di aver potuto condividere il raduno interzonale a Novara oggi, domenica 7 ottobre! Trovarmi in queste manifestazioni mi rincuora e ringrazio la sorte benevola che mi ha dato la fortuna, o l’opportunità, di conoscere e frequentare gli alpini e i loro onesti valori. Ritengo che gli alpini portano nel loro dna dei valori indivisibili  con la nostra amata Patria. Certo molti amici del Gruppo di Favria hanno i capelli bianchi non come il sottoscritto per motivi genetici, ma per i molti più inverni che hanno visto passare sullo loro testa. Ma questi alpini anche quando si tolgono il capello, rimangono sempre con addosso i valori che li contraddistinguono: i valori della solidarietà e della fratellanza tra i popoli. Dai racconti che si sente nella sede del gruppo o in questi incontri tra sezioni, nessuno, dico nessuno ha mai esaltato l’aspetto bellico del corpo degli alpini. La guerra non è che la continuazione della politica che, in nome di una arroganza personale o di una non si sa bene quale ragion di Stato,  ha costretto gli alpini nel corso degli ultimi centocinquantanni  a combattere delle guerre certamente non da loro cercate e volute. Perché nel Dna alpino c’è il ripudio della violenza. Attualmente il Bel Paese,   attraversa un periodo di fortissima crisi economica, politica, e le cause principali di questi marosi sociali che ci fanno traballare sono essenzialmente riconducibili ad un generale decadimento dei valori, quelli fondamentali, che un tempo contraddistinguevano la semplicità e l’operosità dei nuclei familiari. È venuto meno proprio quel patrimonio di principi e tradizioni dei quali gli Alpini sono, nel tempo, testimonianza viva e indissolubile, quel buonsenso andato perduto, la vita semplice, i sentimenti buoni, ma anche la grande volontà e quel senso del saper agire e di fare con tatto e buon senso. Oramai molti di questi valori basilari non sono più tramandati di generazione in generazione, l’educazione dei giovani è meno puntuale e il rispetto per l’altro è molte volte assente.  Gli Alpini rappresentano il vanto della nostre Comunità e sono certo che, se la totalità della popolazione portasse dentro l’animo il patrimonio di valori delle Penne Nere, questo Paese non si troverebbe nella situazione in cui invece annaspa attualmente. Gli Alpini sono l’esempio verso cui guardare, per ripartire. In conclusione ritengo che nella vita di tutti i giorni smesso il cappello per la sfilata   si deve cercare  di  trasmettere alle nuove generazioni i valori di storia, cultura e tradizioni. Gli alpini sono da sempre i custodi dei valori dell’Italia intera e solo trasmettendoli ci sarà futuro, perché sotto il cappello e la piuma  c’è la strada maestra per ripartire.

Grazie ancora per la bellissima giornata a Novara, per la sincera e sana amicizia che cementa il nostro spirito di corpo. Grazie a  tutti gli alpini e simpatizzanti, grazie.

Favria, 7.10.2012           Giorgio Cortese