Difòol
Quando si dice di default, da me scritto come si pronuncia non voglio afferrmare niente di negativo. Lespressione è ormai piuttosto diffusa anche nel parlato quotidiano, specialmente nelle persone che hanno una certa pratica col linguaggio dei computer.
Questa parola si è affermata nellitaliano scritto per la prima volta nel 2006 e significa in modo automatico, come di consuetudine. Questo vocabolo deriva dall inglese default , letteralmente mancanza, assenza, difetto e poi in italiano nel linguaggio dellinformatica significa:condizione operativa automaticamente selezionata da un programma o da un sistema informatico in mancanza di una istruzione specifica da parte delloperatore.
Ma il termine inglese default deriva dal francese défaut, difetto, in piemontese difet., dal latino defectus, mancanza, a sua volta da deficere, mancare. Oggigiorno nel linguaggio finanziario significa la condizione di insolvenza di una banca o di un paese nei confronti di obbligazioni o debiti; per estensione, fallimento: dichiarare default. Ma allora quante persone hanno il cevello in default e non sanno si essere in una tale condizione? Poveri difòol!
Favria, 16.10.2012
Cortese Giorgio
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Tenero ottobre
Questa sera passeggiavo per le vie deserte del paese e ascoltavo il rumore delle foglie secche che sotto i miei piedi emettevano un fruscio secco e lieve, si è ottobre, la sera è ancora tiepida ma le foglie accartocciate dal gelo dei giorni precedenti si staccano dagli alberi e cadono.
Già le foglie, cadono stanche. Cadono le foglie che hanno visto durante la primavera il riso dei bambini, i giochi estivi dei ragazzi, e gli incontri di teneri amanti. Già le foglie cadono prima dellarrivo della neve e se arriva un refolo di vento sembrano uno sciame di api che si muove frusciando e i passanti le sparpagliano passando. Poi il bizzoso vento le trasporterà a mulinello negli angoli delle strade. Cadono le foglie che sono ormai mature per distaccarsi dallalbero nelle calme sere dottobre. Certo che vedere le foglie che vanno mi da molta tristezza, una lacerazione dellanimo, un languore assale il mio animo nelle calme e placide sere dottobre.
Favria, 17.10.2012
Nella vita di ogni giorno, ritengo che sia sempre"Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui." come scriveva F. Nietzsche, ma sempre con la schiena dritta, costi quel che costi
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Sabato 20 ottobre
alle ore 16,30