La Politica è certo un cammino della vita difficile,   talvolta terribile, ma tuttavia umano! Ritengo che in una sana Politica ci deve essere il disgusto per certe persone e la pulizia dalla loro perversione. I veri politici non devo mai sporcarsi di fango, neanche per mirare a delle alte e nobili idee, altrimenti da paladini divengono subiti dei corrotti

Favria,      Giorgio Cortese

 

L’autunno stagione per riflettere e ripartire

Scriveva un autore francese che l’autunno è la primavera dell'inverno! Ed è vero perché,  l'autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore,  tavolozza di colori e di foglie  dorate nelle diverse tonalità. Certo nella  stagione autunnale, sono le foglie che muoiono e nell'autunno della vita, sono i miei ricordi che mi danno linfa per una nuova primavera con sempre un maggiore bagaglio di esperienza. Considero questa stagione saggia e di buoni consigli. L'autunno è simile ad una sinfonia, un andante grazioso e malinconico che prepara mirabilmente il solenne adagio dell'inverno, per il brioso minuetto primaverile. Mentre ottobre lietamente sfoggia l'ardore delle sue bacche scarlatte, i pampini chiacchierini nel solitario filare di viti parlano dell’autunno, con il vicino e spoglio campo di mais con le sparute brattee solitarie, e nel frattempo la stagione agilmente di multicolori tutto adorna. I pampini delle viti che derivano  dal latino pampelus a sua volta dal greco ampelos, vite, oppure dal tardo latino pampinus, che può fare pensare alla radice par,  essere largo esteso. Ma è dal piemontese che traggo la riflessione, dal suo lemma  mèir,  pampino, che deriva dal latino mergus, propaggine. Ed questo è anche  l’autunno, stagione della tenera riflessione sul tempo e sulla vita e propaggine per la futura  primavera.

Favria, 22.10.2012           Giorgio Cortese

 

Paura!

Certo la società civile vive un momento di paura. Le cause sono sotto gli occhi di tutti e non ritengo utile elencarle anche per evitare l’ennesima analisi delle quali sono piene tutti i giornali, tutte le bocche dei politici, uffici pubblici ed enti che continuano a commissionarne, spendendo una valanga di soldi per far sapere a tutti i cittadini quello che già sappiamo, perché lo viviamo sulla nostra pelle.  E mentre la politica commissiona indagini e sondaggi, i fatti di ogni giorno deteriorano la qualità della vita. Chi si fida ormai più a dare un passaggio a uno che va a piedi? E di chi va a piedi, chi si fida a chiedere un passaggio? Chi si azzarda a dimenticare la macchina aperta, o a lasciare la borsa del lavoro in bella vista in un’auto chiusa? Chi lascia la porta aperta anche solo per recarsi dal suo vicino di casa? Chi si fida a tenere il portafogli nelle tasche posteriori dei pantaloni se viaggia su un autobus, o se sta in un luogo affollato? La criminalità sempre più estesa e invadente, la crisi economica sempre più soffocante, la società sempre più gretta ed egoista inducono le persone a chiudersi in se stesse divenendo quasi lupi solitari. Tutto ciò genera un impoverimento sia nell’animo sia culturale ed è causa della dispersione dei sentimenti che sono radicati in noi esseri uomini. Questo clima rende miopi e impedisce di vedere anche il tanto bene che esiste nel mondo, la tantissima solidarietà e l’amore che esiste in tantissime famiglie, l’entusiasmo di tanti giovani, la vita esemplare e silenziosa di moltissime persone. Ritengo che sia necessario ogni giorno che, più che piangermi addosso che devo reagire, insomma ho il dovere morale verso i giovani,  e non verso la gioventù, e non posso lasciarmi prendere da tutto questo, insomma devo reagire, sforzandomi di diventare parte propositiva e attiva in una società che tende a essere passiva. La paura, spesso cieca, irrazionale, incapace di comprendere le proprie cause,  è divenuta, a quanto sembra, un dato costitutivo della nostra società, si tratta di un sentimento diffuso, innescato dalla sfrontatezza di una macrocriminalità che non ha più niente a che vedere con la piccola malavita “individualista” e tutto sommato tollerata, di quel popolo di ladruncoli raccontato con poesia dal cinema neorealista, dai film di De Sica e Zavattini, nella consapevolezza che già un’epoca stava finendo. Oggi, la criminalità è un fenomeno globalizzato e organizzato, che gestisce i grandi traffici di armi, di droga e persino di esseri umani. Un  fenomeno che è ormai la prima economia del mondo, un “cartello” di grandi interessi che assorbe una parte cospicua della ricchezza prodotta sul pianeta e, soprattutto, in grado di sviluppare un controllo sociale senza precedenti, esteso, ramificato. Il sentimento di paura, di insicurezza ha radici molto lontane, che nessuna azione di polizia pare in grado di recidere definitivamente. Oggi, questo scenario malsano appare complicato dal senso di precarietà diffuso dalla recessione, dal crollo delle borse, dalla disoccupazione; drammi che rischiano di indebolire i legami di solidarietà sociale. Personalmente penso che la forma di paura più profonda sia di tipo esistenziale, che sconfina a volte nell’angoscia: essa nasce da un senso di vuoto, legato a una certa cultura permeata da diffuso nichilismo teorico e pratico. Credo che questo tempo debba farmi pensare che può essere  molto utile riproporre un modo di vivere più sobrio, più aperto agli altri, più consapevole e solidale. Ritengo che ognuno ha l’obbligo morale, per quanto gli compete di dare un sobbalzo a questa società, offrire una forte testimonianza  della speranza in modo che anche il bene sia amplificato e contribuisca a ridare speranza, serenità, fiducia anche agli altri. I lupi solitari non si addicono e non fanno parte del nostro dna e della nostra storia passata e dobbiamo sforzarci di continuare il nostro cammino quotidiano in letizia e senza paura.

Favria , 23.10.2012             Giorgio Cortese

 

Ogni forma di pensiero è senz'altro arte.