Eletti pro soluto o pro solvendo?
In questi giorni leggo sui giornali i vari sondaggi su chi
vincerà le prossime elezioni presidenziali in Usa. Questo importante avvenimento doltre
Oceano che deciderà le politiche non solo del Nord America, ma di tutto il mondo ormai
globalizzato, nei prossimi anni mi ha fatto riflettere sulle liti da pollaio di casa
nostra. Nella nostra Patria, il vero cancro che ha colpito la politica italiana, è
che la politica serve solo a chi fa politica; è diventata una carriera ben pagata piena
di privilegi dove si fanno belli sprecando i nostri soldi, e si sa quando ci sono in ballo
degli stipendi, e prebende varie, inimmaginabili per noi sudditi
cittadini, questo tipo di politica attira così tutti i peggiori figuri di una
società. Ma oggi come fa una persona seria a fare politica ? Ma come possiamo immaginare
delle persone oneste e altruiste mettersi in politica per fare del bene agli altri!. Tutte
queste persone si impegneranno nel puro volontariato e si terranno ben lontane da quella
cloaca che è diventata ora la nostra la politica. Quello che manca è la reale
rappresentanza, perché ormai, grazie alla legge elettorale siamo una democrazia
rappresentativa che non rappresenta più nessuno. Certo durante il periodo elettorale si
stringono mani. Nel momento elettorale la gente si trova, si discute e magari ci si
ricorda di qualcuno solo per richiedere il voto, allettandolo con cene, a volte apericena.
Ma poi guardano i dati dellastensionismo delle ultime elezioni politiche, mi pare
che ci siano molti concittadini che si sono fermati a distanza da questo modo ipocrita di
fare politica, di una politica che non attrae e forse mi viene da pensare che i
momenti coinvolgenti prima delle elezioni sono simili a quando durante i mondiali vincenti
di calcio dellItalia si andava a vedere le partite finali, e poi finita la festa
tutti a casa per proprio conto, perché siamo malati di solitudine, ed allora per
interessarsi alla politica infatti occorre un motivo che, per così dire, venga
prima della politica. Una giustificazione che, più forte di ogni fin troppo facile
lamento sulla situazione o sulla classe politica, che peschi nella vita e nella
normalità del proprio impegno la decisione se e chi votare. È più facile dunque che si
'astenga' anche dallelementare diritto di voto chi non avendo vita in comune,
impegni collettivi o legami vivaci, si ritrova solo e disgustato di quello che tv e
giornali gli offrono a proposito della politica. E in questa gelida solitudine si
alimentano le ombre della disperazione, e della mancanza di energie. Cesare
Pavese, che ben conosceva questo maligna malattia, scrisse nella sua ultima opera,
Dialoghi con Leucò: Che persino gli dei ammirano lincontrarsi libero
degli uomini. E così arrivo al titolo iniziale di questa breve mail, essendo
ragioniere, mi ricordo che a scuola avevo studiato che i crediti si possono cedere pro
soluto o pro solvendo e ne spiego brevemente le caratteristiche giuridiche. Nella prima
soluzione il cedente garantisce la sola sussistenza e validità del credito al
momento in cui se ne verifica la cessione, ad esempio i Rid telefonici, compagnie
elettriche o televisioni a pagamento. Mentre nella cessione pro solvendo il
cedente oltre a garantire la sussistenza e validità del credito si assume la garanzia per
la solvenza del debitore, ad esempio il pagamento dell autostrada tramite il
Telepass o laddebito della carta di credito. Ed allora in un Paese di gente sola non
è né di centrodestra né di centrosinistra, ma al centro della propria crisi, non sarà
la sola politica a tirarla fuori. Certo le decisioni della politica possono dare una mano
se votiamo degli eletti che rappresentino per il mandato ricevuto non pro solvendo
ma come pro soluto e, se a questi viene a mancare la coerenza con il mandato
elettorale li possiamo mandare a casa subito. Solo cosi si recupera la fiducia e si riduce
il distacco della politica con i cittadini, ed i sintomi di questa malattia, che dura da
troppo tempo nella nostra Patria, ieri era la Lega, oggi le 5 stelle, domani la dittatura
con un commissario Europeo nominato da Bruxelles..chissa? Personalmente essendo ottimista
di natura sono ancora, nonostante tutto, fiducioso che noi cittadini ci riprendiamo in
mano le chiavi del Palazzo per darle anche a chi i vari capicorrente e capopartito
non le darebbero mai!
Favria, 24.10.2012
Giorgio
Cortese
Nella vita si ogni giorno la serietà non è una virtù, ma
con il buonsenso si può affermare che la serietà è un vizio. Infatti, di tutti i
prodotti conosciamo il prezzo, di niente il valore delle persone che li producono
con sincera serietà
E sempre attuale:Larte della guerra di
Sun Tzu!
Un grande amico esperto di grandi classici, mi ha invitato
a leggere questo libro. Sono rimasto sbalordito dal testo: Quando muovi sii rapido
come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la
montagna. Ma si può sconfiggere lavversario senza combattere? Per
Sun Tzu sì, ed è il fondamento della vera Arte della guerra. Certo 2500 anni fa le
teorie sulle movimentazioni belliche erano ben diverse da ora, e la differenza tra tattica
e strategia era più chiara per tutti. Se una cerca sui vocabolari lòa differenza dei due
termini, poi si rene conto, che quello che i nostri Stati mettono in pratica nelle guerre
contemporanee è solo una tattica, teoria eseguita secondo i canoni della guerra. Niente
più.Quello che invece Sun Tzu mi insegna con la sua Arte della guerra è la capacità di
comprendere e mettere in pratica una strategia vincente. Una personalizzazione della
teorica tattica, soprattutto evitando lo scontro, per arrivare allagognata vittoria.
Ritengo che i pensieri strategici-filosofici dellautore sono un monito sulla vita
quotidiana, sulla capacità di affrontare i problemi e le insidie. Allora con i suoi 30
mila uomini, Sun Tzu sconfisse 200 mila avversari dello stato di Chu. Ed è questo che
rende lArte della guerra un libro importante. Penso che in questo momento di crisi,
i vari leader politici dovrebbero averlo sulle scrivanie o meglio sui comodini delle
camere da letto. Perché oltre ad usarlo nella strategia quotidiana di vita sociale,
andrebbe consultato anche per la vita privata: Conosci il nemico e te stesso, e
potrai combattere cento battaglie senza timore di essere sconfitto
. Un
principio che nel rapporto con gli altri è più che essenziale. LArte della guerra
di Sun Tzu è composto da 13 capitoli, ognuno dei quali tematico. Per esempio nel capitolo
la pianificazione interpreta la possibilità o meno di lanciare una guerra,
illustrando i rapporti fra guerra, politica ed economia. Sun Tzu ritiene che siano 5 i
fattori che decidono il risultato di una guerra, ossia la politica, il tempo, la posizione
geografica, il comandante e la disciplina, il più importante dei quali è la politica.
Il libro contiene, inoltre, anche molte validissime concezioni filosofiche come
Conosci il nemico e te stesso, e potrai combattere cento battaglie senza
timore di essere sconfitto. Ma quanti conoscono se stessi e come scriveva la
scrittrice socialista Christa Wolf: Che cosa mai mi spinse a voler conoscere
in profondità i nemici, visto che poi dovetti tenermi il risultato impressionante solo
per me? Infatti essi sono come noi! Questa frase, trovata in un libro letto tanto
tempo fa, mi ha molto colpito perchè penso che contenga una profonda verità.
Spesso lavversario è costruito da me a tavolino e riceve non di rado tutti
quei caratteri che odio in me stesso. Ci sono talora paure che mi fanno immaginare laltro
come un mostro. Se, infatti, provo a entrare in contatto diretto con il contendente,
guardandolo negli occhi, parlandogli con sincerità, penso che posso provare lo stesso
shock a cui fa cenno la Wolf: egli è come me, con tutte le capacità e le debolezze della
natura umana, ma anche perché in loro, come in me, si dipanano bene e male, amore e
odio, felicità e tristezza.
Favria, 25.10.2012 Giorgio
Cortese
Dalle stelle alla polvere o viceversa.
Oggi pomeriggio, subito dopo pranzo, ho trovato un amico che ha
voluto condividere con il sottioscritto le sue ultime vicissitudini.
Il suo toccante racconto mi ha fatto ricordare che nella volta
stellata, come diceva lo scrittore francese Christian Bobin: c'è una stella per
ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri errori non possano mai
offuscarla.. questa semplice frase è sempre una sana iniezione di speranza.
La speranza, merce sempre più introvabile, in questi tempi cosi spossati sia nellagire
che nel pensare sensatamente. Certo siamo nati nel fango primordiale e con levoluzione
abbiamo raddrizzato, si fa per dire, la schiena e meno male che alcuni di noi guardano
alle stelle e non solo alle cinque stelle io seguano le cicliche chimere che
stancamente si affacciano nella nostra Patria. Purtroppo, ritengo che anche con questa
crisi non impareremo mai la lezione che con il personale orgoglioso egoismo,
riusciamo spesso a sporcare la terra in cui ci muoviamo, ad corrompere il
tempo in cui agiamo, e a ferire le persone che ci attorniano.
Ma sono fiducioso che, nonostante tutto, lignoraza ottusa
di certe persone non riesce ad infettare tutto l'orizzonte, perché nellanimo
abbiamo degli spazi intatti, simili a quelle stelle, che in queste sere di ottobre che
occhieggiano vivide in cielo. Certo con la crisi che tutto assale ed ingoia siamo in un
tunnel dove non vediamo ancora la luce, e certe persone, purtroppo, sono cadute dal loro
trono lavorativo nella anonima polvere, con la difficoltà a ricollocarsi per il
ruolo che precedentemente ricoprivano, ma non per questo hanno perso la speranza e la loro
personale disgnità che fa risplendere tutta la loro integra onestà.
Favria, 26.10.2012
Giorgio Cortese
Sono fermamente convinto che se nella vita di ogni giorno
agisco secondo giustizia, sicuramente sorprendo sempre alcuni, stupisco tutti
gli altri e cosi posso osservarmi allo specchio ogni sera con un placido sorriso sapendo
di avere la coscienza a posto.