Quanto pesa un cervello?

Quando l’aria mi accarezza in maniera dolce il viso nel primo mattino, mi sembra cosi impalpabile  e che non abbia nessun peso. In verità anche l’aria ha un peso, pensate che un metro cubo di aria  secca pesa 1,3 chilogrammi e quanto più l’aria è umida ranto più è leggera a cauda del peso minore delle molecole d’acqua. Pensate che già i filosofi greci dell’antichità cercarono di pesare l’aria con dell pesate con l’otre sgonfio e pieno d’aria, ma allora non ottenere nessun rislutatao perché non conoscevano ancora la legge di Archimede. Che mascherava la mancanza di poeso nell’otre afflosciato. Questo errore si scopri solo in seguito quando  le pompe aspiranti consentirono l’estrazione dell’aria ndai palloni rigidi che potevano essere pesati senza variazione di volume. Ma allora se dovessimo pesare il cervello di certe persone, che  parlano senza averlo collegato, forse scopriremmo che è più leggero dell’aria.

Favria                    Giorgio Cortese

 

Da  ginoj a Ginevra, passando per Genova

In piemontese il ginocchio si dice  ginoj o genoj, che deriva dall’indoeuropeo “geneu”. Da questo termine deriva anche il nome di Genova. La radice indoeuropea  “geneu” significava aoltre chew a ginocchio anche il lemma che indicava  la mascella e la bocca. Da qui forse il toponimo genu deriva forse per alludere alla foce, "bocca" di uno degli antichi corsi d'acqua del sito o la forma dell'insediamento sul mare; a corroborare questa evidenza è il fatto che la maggioranza dei linguisti considerino Genua e Genaua, Ginevra, varianti dello stesso nome. L'origine fluviale di Genova e di Ginevra e di conseguenza il possibile termine Genaua, nella lingua celtico-ligure dell'età del ferro come più probabile origine del nome di queste città.

 

La tracotanza

Figlia della prepotenza si veste di arroganza , che è una dote  innata e naturale di quelle persone speciali che ogni verità  sono convinti di possedere e tutto presumono di sapere. Mi viene da pensare che se i supponenti usassero la personale presunzione per illuminare il buio della propria ignoranza, sarebbero sicuramente accecati. Quando ascolto certi discorsi, mi colpisce il loro sorrisetto  beffardo,  infatti si pensano onnipotenti e sicuri di leggermi nella mente. Ma  se anche se ho ragione, è inutile continuare perché a loro parere sarà inutile argomentare nulla più dovrò spiegare!

 

Il vero amico

Il vero amico è molto più  di un tesoro ed è più prezioso dell'oro. il vero amico è simile al sole gagliardo che  scalda e nulla vuole. il vero amico è più di un fratello è un dono molto bello. Il vero amico è simile ad un delico fiore che sboccia nel mio animo. Il vero amico mi dona l’arcobaleno sul viso e se sono triste mi fa ritornare il sorriso. La vera amicizia è simile al cielo che mi compre sempre con il suo fraterno sorriso.

 

Verità dove sei?

Tempo fa ho letto un romanzo di Saul Bellow, Herzog, e mi ero annotato questa frase, ritrovata oggi tra i miei appunti del protagonista che nel romanzo affermava : “D'ora in poi dirò sempre la verità!”Ma la verità sentitolo scappava ed era già nascosta prima della fine della frase.

E poi chi non ha mai detto: “Ti giuro che le cose stanno proprio cosi, come da me riferite!”, ma i fatti narrati erano proprio cosi, era proprio la verità?”. Certo nessuno dirà non ho mai mentito, ben sapendo che alle spalle ci sono percosi non di bugie ma di mezze verità che ci mettono in pace con la coscienza. Il romanzo Herzog, mi è molto piaciuto con la storia di un docente universitario ormai solo e abbandonato, intento a districarsi tra la quotidianità della vita e i voli pindarici della sua frenetica mente. Herzog difende la sua individualità e il suo modo di pensare all'interno della società di massa in cui non si riconosce, a costo di passare per pazzo irrazionale. "Se sono matto, per me va benissimo" è l'incipit spiazzante del romanzo. Si deprime per non riuscire a trovare il significato dello stare al mondo e per la sua incapacità a sopportare le bassezze culturali ma nello stesso tempo è una persona sensibile che si affligge per i soprusi, gli sprechi, i bambini maltrattati, le guerre ingiuste, la corsa agli armamenti. L'azione rimane in secondo piano rispetto all'analisi delle emozioni, i fatti servono per trovare la base su cui imbastire elucubrazioni cerebrali. "Che terribile handicap avere un'anima". Affascinanti le disquisizioni con i grandi filosofi sui temi esistenziali, vere raffinatezze culturali, o con i grandi uomini con i quali discute di politica, attraverso la scrittura di finte lettere. Vivi o morti non fa differenza, lui scrive lettere come fossero da spedire. Purtroppo il contemporaneo paradosso è che oggigiorno siamo sempre di più pronti a mentire a noi stessi.   Personalmente diffido di quelle persone che iniziano i loro discorsi affermando di dire tutta e sempre la verità, in quel momento mentono anche a loro stessi, inizia la falsità e la bugia che porta ad altre bugie. Al riguardo aveva proprio ragione lo scrittore, Anatole France, quando diceva di amare la verità ma come tutti gli esseri umani aveva ancora di più bisogno della lusinga della menzogna. E poi come diceva Henry Louis Mencken: “È difficile credere che un uomo dica la verità quando sai bene che al suo posto tu mentiresti!”

Favria,  6.11.2012           Giorgio Cortese