Loca di S. Martino.
L'autunno e l'inverno portano atmosfere da leggenda. Una
delle giornate in questione è l'11 novembre: San Martino con la sua estate, pur essendo
morto l8, San Martino viene ricordato il giorno in cui la sua salma venne tumulata,
l11 novembre appunto. Secondo la tradizione l'estate di San Martino dura tre
giorni, sono i giorni secondo cui da tradizione si apre il vino novello e venivano
una volta rinnovati i contratti agricoli, da qui deriva il detto fare San Martino,
cioè traslocare. Il nome di Estate di San Martino è condiviso nelle culture di
origine latina, mentre in America viene chiamata Estate Indiana ed in Russia
Bab Leto. Ma questo evento mi ricorda anche uno dei più celebri
racconti dello scrittore del realismo austriaco Adalbert Stiffer del 1857 e la
famosa poesia di Carducci intitolate entrambe San Martino. Ma pensate in
Svezia e in Danimarca è tradizione che, per San Martino, si mangi loca.
Questa usanza è legata a unaltra leggenda. Si racconta che il Papa volesse a tutti
i costi nominare vescovo Martino, che era umile e non desiderava occupare posizioni
importanti, Martino si nascose in un convento sperando che nessuno lo potesse trovare;
voleva solo pregare e vivere semplicemente. In quel convento cerano però delle
oche. Le oche, è risaputo, sono animali chiassosi: non conoscendo quel monaco quando lo
videro fecero un tale concerto di qua, qua, qua che alla fine Martino venne
scoperto. Da allora, in occasione di questa ricorrenza, ogni anno unoca viene
arrostita come punizione per quellantica soffiata. In Svizzera loca
si mangia ripiena di fette finissime di mele; mentre in Germania la si riempie di
artemisia profumata, mele, marroni glassati col miele, uva passita e le stesse interiora
dell'animale. Dicono i tedeschi che l'oca perché sia veramente buona deve provenire dalla
Polonia o dall'Ungheria, fra l'altro la patria di san Martino che era nato nell'antica
Pannonia. In Boemia, non solo si mangia l'oca per San Martino, ma se ne trae l'oroscopo
per l'inverno: se le ossa sono bianche, l'inverno sarà breve e mite, se scure è segno di
pioggia, neve e freddo. In Francia, fin dal 1700, è usanza festeggiare larrivo
dell' inverno l'11 novembre, giorno di S. Martino, mangiando un'oca. In ogni modo la
scelta del grasso volatile come cibo tipico della festa di San Martino non è casuale
perché dietro la popolare usanza gastronomica si celano vestigia di antiche credenze
religiose che deriverebbero dalle celebrazioni del Samuin Celtico e l'oca di
san Martino sarebbe dunque una discendente di quelle oche sacre ai Celti, simboli del
Messaggero divino, che accompagnavano le anime dei defunti nell'aldilà. La zampa dell'oca
veniva usata come "marchio" di riconoscimento dai maestri costruttori di
cattedrali gotiche che si chiamavano Jars che in francese vuol dire oche. Ma
nella cucina tradizionale romana non vi sono ricette per cucinare l'oca, forse per antica
riconoscenza dei Romani verso questi volatili, simbolo di fedeltà e vigilanza. D'altronde
le oche che sorvegliavano il tempio della dea Giunone al Campidoglio riuscirono a salvare
il colle dall'invasione dei Galli nel 390 a.C. dando l'allarme con le loro strida! Questo
volatile mi fa venire in mente una citazione di Soren Kierkegaard: Se lironia
ha uno sviluppo anormale, come quello del fegato delle oche di Strasburgo, finisce per
uccidere lindividuo. Nella vita quotidiana ogni atteggiamento deve essere
sobrio, perché se si esagera nellarroganza e sguaiatezza si rischia di spezzarsi e
di implodere su se stessi .Come tutti i condimenti e le spezie, il divertimento e lallegria
devono esserci per dare gusto e rendere meno insipida e noiosa la vita, ma guai, però, a
eccedere o a sbagliare nelle dosi, cosi si perde di vista tutto il resto.
Favria, 14.11.2012 Giorgio Cortese
Scriveva Gerges Bernanos: Che il mondo sarà giudicato dai
ragazzini. Ma non quelli che adesso lo calpestano ma le future generazioni che
devono ancora nascere, a loro dobbiamo lasciare un mondo migliore.
Ricordate sempre che da un ladro puoi stare in guardia, da un
bugiardo mai!.
I falsi amici!
I falsi Amici sono come l'ombra, mi seguono sino a che c'è il
sole, ma alle prime ombre della sera si dileguano. Mi chiedo se, un amico falso sia
mai stato veramente un amico, MAH!. La falsità degli amici è tagliente come unarma
e cerca di fare male, troppo male. Perché quando tutto procede tranquillamente e non ci
sono contrarietà, è difficile distinguere i veri dai falsi amici; ma, quando le
avversità sopraggiungono, li si dimostra lamicizia. Infatti, nel momento dellurgenza
i veri amici si avvicinano sempre più, mentre i falsi si allontanano sempre più. Ma la
loro falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, arrivo
sempre, con un po di attenzione, a distinguerla dal volto, perché cercano di fare
ipocritamente i simpatici ma sono solo dei sepolcri imbiancati. Di recente ho scoperto una
cosa: i veri amici sono quelli che mi stanno accanto non solo quando accadono le cose
belle. Essi si schierano dalla mia parte, gioiscono per le mie vittorie e ascoltano in
silenzio i miei affanni con sincera consolanzione. I falsi amici sono quelli che compaiono
soltanto nei momenti difficili, con una triste espressione di solidarietà: in
realtà, la mia sofferenza serve a consolarli per le loro vite miserabili.ma attenzione
certi amici che si professano sinceri, ma in realtà sinceri sono solo i nemici;
perciò bisognerebbe utilizzare il loro biasimo per la conoscenza di me stesso, come fosse
una medicina amara. Ma nella vita non cè un arido deserto dellanimo peggiore
che una vita senza amici. Lamicizia moltiplica i beni e ripartisce i mali, ma a
volte mi domando se gli amici esistano davvero? Un attimo prima sono la mia principale
gioia, fonte di felicità, e
un attimo dopo chissà si trasformano in qualcosa di
assolutamente sconosciuto. A quel punto mi chiedo PRIMA coseravamo? Amici? O era
tutta unillusione abbagliata da raggi di sole che ora sono tramontati nel ricordo di
qualcosa di falso?
Amicizia, oggi, significa tesoro raro. Ringrazio di avere trovato degli amici sinceri che
leggono questa breve mail, e guai a perderVi.
Lamicizia è una cosa strana: non si può stabilire da che
cosa nasce, ma quando cè la si sente, perché la vera amicizia con Voi
consiste nel dimenticare ciò che uno dà, e nel ricordare ciò che non riceve. Lamicizia
è un arte simile ad una danza. Ci vuole molto slancio e molto controllo, molti scambi di
parole e moltissimi silenzi, con loro vivo non semplicemente in armonia ma in melodia e
con molto ma molto rispetto
Favria, 15.11.2012 Giorgio
Cortese
PS. Cari FALSI AMICI evitate di richiedermi lamicizia
sui Social Forum, FB, NON MERITATE IL MIO RISPETTO!