Solo acquisendo ogni giorno nuove competenze, le mie aspirazioni possono sempredere prendere il volo.

 Saturnino Farandola.

Oggi ho visto che sul calendario che il Santo è S. Saturnino e il pensiero è subito corso verso il romanzo letto da bambino, una via di mezzo tra   20.000 leghe sotto i mari e Dalla terra alla luna e il mito di  Odisseo. Ma di quale libro parlo, semplice di: “Viaggi straordinarissimi di Saturnino Farandola   Voyages très extraordinaires de Saturnin Farandoul,”. Romanzo fantastico-avventuroso scritto nel  1879 dal francese Albert Rorida. Dal romanzo   è stato tratto un film muto del 1913al titolo “Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola, che è forse uno dei primo film di fantascienza  in Europa. La storia narra di un  piccolo bambino di nome Saturnino, solo nell'oceano, in una sorta di cassetta, a causa del naufragio di un veliero, dove anche i genitori muoiono; egli approda su un'isola, abitata da grandi scimmie che lo accolgono, lo allevano, lo abituano a muoversi, a parlare e a camminare come loro. Fattosi uomo, Saturnino se ne va dall'isola. Pur riconoscendo l’amore che gli viene dato dalle scimmie che lo accolgono, parte all’avventura nel mare sconosciuto, ma se ne va felice, perché sa di essere diverso da loro e quindi cerca i suoi simili, “gli uomini” e come Ulisse ha l’istinto della scoperta del mondo.Viene catturato da Capitan Lombrico, capitano di un veliero: La Bella Leocadia. Questi lo prende a ben volere e quando muore, ucciso dai pirati, Saturnino assume il comando della stessa, e scorrazza per i mari di tutto il mondo.Qui cominciano le meravigliose avventure nelle zone più esotiche del Sudest asiatico e gli insoliti viaggi nel tempo e nello spazio con battaglie aeree tra dirigibili e sottomarini, palombari che viaggiano su squali d'acciaio, pirati di ogni risma, anche il mare è un luogo esotico, elefanti sacri, russi baffuti e impellicciati... Lo spirito di Saturnino è così ardente da far sì che lui possa anche incontrare l’Amore…e riconoscerlo: si innamora di Mysorà, una donna-palombaro,  e con lei vive ulteriori battaglie e incontra le più mirabili avventure. Libera la sua amata dal professor Croknuff, direttore dell'acquario di Melbourne, recupera l'elefante bianco del Re del Siam, diventa Generale e si imbarca in nuove e fantastiche peripezie. Si trova a dover fare la guerra contro un impero, muove guerra al Milligan del Sud. Si salva solo per l’integrità del suo cuore libero, e si ritira nell'isola delle scimmie per vivere in pace con Mysorà. Il romanzo venne anche trasmesso nel 1977 in televisione. Già quanti ricordi simili a  pezzi di vita vissuta, che appartengono al mio passato e  percorrono vecchi momenti di spensierata felicità o di e tristezza. I ricordi sono simili a sfumature di immagini incustodite  e  racchiuse dentro ad una sfera di cristallo, viaggiano nella mia mente e restano sempre nel mio animo. I ricordi sono simili a dei film che si fissano in maniera indelebile alla mia memoria ed è giusto come in questa occasione per non farli sbiadire, ogni tanti rivederli.

Favria, 29.11.2012     Giorgio Cortese

L’onestà!

L'onestà verso gli altri esseri umani  è la prima forma di rispetto verso i loro sentimenti. Se nella vita agisco sempre onestamente vedo che questo mio atteggiamento soddisfa alcuni ma lascia sempre stupite parecchie persone. Ma per essere onesti bisogna sempre seguire la regola aurea, non certamente facile,  dell’onestà:  essere buono tanto da non imbrogliare nessuno, non però tanto buono da essere da  qualcuno imbrogliato e poi non  imbrogliare nessuno né tantomeno essere imbrogliato. Perché l’onestà è la miglior politica, ma nella vita  non  può essere veramente onesto ciò che non è anche giusto

L' elefante e la formica

L’amico Ezio mi ha risposto ad una mail con le seguente frase: “… una formica non può vincere con un elefante” Per questo propongo questa favola che arriva dal Kenya.

C’era una volta un elefante orgoglioso. Camminava per la giungla non curandosi di ciò che trovava sul suo cammino rompendo e sradicando alberi. Quando barriva tutti gli altri animali tremavano.
” Io sono il più grande di tutti gli animali della giungla”,  gridò: “ sono il più forte. Tutti gli animali dovrebbero temermi e rispettarmi!” Un giorno mentre stava riducendo ad un mozzicone tutto quello che si trovava nella strada da lui battuta con i suoi grandi piedi, sentì delle flebili voci gridare: “Per favore guarda dove metti i piedi o ci ucciderai. “ L'elefante guardò per vedere le piccolissime formiche che costruivano un formicaio. “Haa! Haa! Haa!”, lui rise, “Siete così piccole. Io non posso vedervi proprio. Non vi vergognate della vostra grandezza? Haa! haa! Haa! “. Le formiche risposero:”Noi siamo felici ed orgogliose della nostra taglia, lavoriamo più di te grande animale pigro.2 L’elefante rispose che con  un’ oscillazione di tronco, faceva più lavoro di loro in tutto la loro vita e poi continuando si vantava  ridendo della sua possanza e di loro che così piccole sono delle buone a nulla. La sua risata echeggiò nella foresta e fece tacere anche le scimmie chiassose. Un po’ più tardi, l'elefante si trovò intrappolato in una trappola. Lui tentò di liberarsi ma fallì. Con i suoi movimenti goffi peggiorò la sua posizione nella trappola. Le sue gambe erano appese all'aria mentre i suoi orecchi enormi penzolavano sino toccare terra. Poi iniziò a schiamazzare chiedendo aiuto.  Chiese allora aiuto, piangendo,  ad un leone che passava da quelle parti , il leone guardò la trappola e scosse la sua testa. E si allontano per paura di essere ucciso dagli uomini. Anche il grande bufalo quando vide l’elefante nella trappola si allontanò terrorizzato. Dopo di lui passarono li vicino, prima un rinoceronte, e più tardi il maiale ma nessuno di loro aiutò l’elefante. L’elefante era disperato ed impaurito, stava perdendo la speranza di potersi liberare dalla trappola, quando una piccola voce tremante disse:”Tu sembri nei  guai. Posso aiutarti? “ L’ elefante si guardò attorno e vide la piccola formica e disse: “ma se il leone, il bufalo indiano, il rinoceronte ed il maiale non mi hanno aiutato. Tu come può aiutarmi? “. La formica gli disse: “Io posso aiutarti anche se ti sembro cosi piccola, aspettami e tornerò presto”.La piccola formica andò via e ritornò più tardi   con un piccolo esercito di suoi amici che mangiarono tutte le corde che avevano imprigionato l'elefante e lo liberarono. L' elefante non riusciva a trovare parole per ringraziare le formiche per ciò che loro avevano fatto. Aveva riso di loro. Ma promise di non ridere mai più di loro. Quel giorno l' elefante imparò una buona lezione.
Morale non sempre quello che si crede il più forte è veramente forte e le formiche nel loro piccolo sono dei giganti ed unite possono vincere ADESSO!

Favria, 1.12.2012                Giorgio Cortese