Inizio di Dicembre.
Il vento di questa sera mi pare beffardo e curioso, corre
veloce sulla Comunità e sulla campagna, un vento glaciale e invernale e nulla lo
può fermare. S'infila dappertutto e fa parlare le foglie del parco scompigliandole tutte.
Questo vento invernale mi ricorda che tra ventiquattro giorni arriva il
Natale. Questa notizia penetra nelle vie silenziose del mio animo, tra le persiane
dei sentimenti socchiuse ai pensieri. Ed allora come ogni anno nasce una limpida e
sempre nuova luce. Nellanimo profondo brilla la luce e con essa le emozioni
danzano di nuovo sul labile confine delle parole non ancora scritte ma che germogliano
già nel pensiero. Vedo negli occhi delle persone che incontro la luce di una nuova parola
che alimenta la luce del mio animo: Arriva il
Favria, 3.12.2012
Chi sente il bisogno di ostentare, non ha nulla di
"prezioso" da far vedere. Chi vale davvero non deve ostentare niente e non ha
bisogno di farsi vedere che fa finta di fare qualcosa!
Blagheur!
Dei cari amici mi hanno raccontato di come certe persone facciano
sfoggio di ogni loro azione, e questo mi ha fatto ricordare la famosa favola di
Esopo Lasino e il leone, Il leone e lasino strinsero un giorno
alleanza e decisero così di andare a caccia insieme. Si divisero, però, i compiti: lasino
avrebbe spaventato gli animali e il leone li avrebbe catturati. Per rendere lasinello
più spaventoso, il leone gli preparò una bella criniera di foglie rosseggianti; poi si
incamminarono. Giunti dinanzi a una caverna dove si trovavano delle capre selvatiche, il
leone si fermò davanti allentrata per catturarle a mano a mano che uscivano e lasino
invece entrò, balzando in mezzo a esse ragliando a squarciagola. Quando il leone le ebbe
prese tutte, lasino tornò fuori e gli chiese se non aveva dimostrato di essere un
valoroso guerriero nella caccia delle capre. Altrochè gli rispose il leone
persino io avrei avuto paura di te se non avessi saputo che eri un asino. Questo
breve riflessione ho voluta intitolarla con un termine dialettale piemontese, blagheur,
che come tutti i termini idiomatici rende immediata la considerazione che si ha su certe
persone. Ma il termine è poi passato anche in italiano dal francese blague, vanteria,
ostentazione. Questo termine si pronuncia sempre con enfasi e con una lieve punta di
disprezzo, perché chi sente il bisogno di ostentare, non ha nulla di
"prezioso" da far vedere. Ma chi vale davvero non deve ostentare niente e
non ha bisogno di farsi vedere che fa finta di fare qualcosa. Insomma siamo allostentazione,
gia ostentare che significa appunto esporre qualcosa con insistenza e vanto, esibire
quello che non si ha, ostentare non è certo un verbo per nobili e umili animi è un verbo
assai
superbo, esaltante e stonante che rasenta la volgarità
spesso abbinato al blagheur che non dice mai
Favria, 4. 12.2012
Saggezza popolare sempre attuale.
Quan che la merda la munta al scagn, o la spüsa o la fa
dagn! Traduzione: quando lo sterco sale di livello, e da terra sale su uno sgabello,
essendo sempre dello sterco, non può fare che due cose:o puzzare, o far danno!. Adesso
che ci penso, può fare entrambe le cose specialmente se si è montato la testa.