In questa crisi mi sembra che certi giorni siamo simili alle palle da biliardo in una partita fra giocatori inesperti: spinti continuamente in prossimità della buca senza mai finirci dentro, se non per caso

Dal Bagatelle al Biliardo fino al Flipper

Premessa.

L’amico Sergio mi ha scritto dell’imminente apertura   di una sala da biliardo e in questi giorni l’amico Dario, esperto minusier, falegname, mi da detto di aver costruito artigianalmente un bellissimo tavolo da biliardo. Questo mi ha spinto ha scrivere che cosa sapevo sull’argomento.

Le origini di un gioco imperniato sullo scivolamento controllato di biglie sferiche su un piano liscio e orizzontale sono molto antiche ma per   trovare buone rassomiglianze col gioco attuale si deve attendere il XV secolo quando in Francia comincia a diffondersi un tipo di tavolo, derivato da quello per il gioco del Bagatelle.  Una leggenda vuole che Luigi XIV chiese al  falegname di corte di inventare qualcosa che gli evitasse di sporcarsi i vestiti in inverno mentre giocava a  croquet con la corte. Il Croquet trae origine dal trecentesco gioco italiano della pallamaglio e giochi simili venivano già fatti dagli antichi Romani. Tornando alla nascita del biliardo, il  falegname costruì un tavolo con un panno verde senza sponde che avesse le sembianze di un prato. Il Re gli fece notare che le grosse biglie cadevano dal tavolo ed il falegname ritornò con un tavolo con sponde altissime con le quali era impossibile giocare che furono successivamente abbassate , e chiamate Banks.

Successivamente  Maria Antonietta diventò una giocatrice provetta malgrado le stecche dalla strana forma ricurva. Pensate che il croquet, citato nel libro di Caroll Alice nel Paese delle Meraviglie diede origine, non solo al biliardo, ma anche al  golf. In riferimento al Bagattelle, che era  un gioco di biglie popolare sempre in Francia al tempo del Re Sole, Luigi XIV che prende il nome dal Castello di Bagatelle che era la piccola residenza del Duca Filippo, fratello minore del Re e grande appassionato di giochi e di scommesse. Il Bagatelle consisteva in un piano di gioco in legno con delle buche, sul quale i giocatori spingevano delle biglie per mezzo di un bastoncino simile ad una piccola stecca da biliardo.. Il gioco consisteva nel mandare le biglie nelle buche evitando degli ostacoli, costituiti da numerosi chiodi piantati sulla tavola stessa. Pensate che nel racconto “il Circolo Pickwick” di C. Dickens   del 1836 ci sono dei personaggi che lo praticano e Beethoven compose nel 1802 l’Opera 33 per piano intitolata appunto “7 Bagatelle”  Poi nel 1871 negli Stati Uniti, dove il gioco era stato introdotto dai soldati francesi che parteciparono alla guerra d’Indipendenza a favore dei patrioti americani  Montagne Redgrave, introdusse per primo un pistone a molla, che faceva si che le biglie venissero lanciate sul piano di gioco non più manualmente, bensì meccanicamente. Questa prima importante innovazione rimase in uso per tutta la storia del gioco. Un'altra decisiva innovazione giunse infine nel 1889 quando l'inglese Henry Pessers  brevettò una versione del Bagatelle funzionante a moneta chiamata Pickwick, che differiva dalle precedenti versioni anche perché il piano di gioco era montato in verticale a parete, anziché su di un piano inclinato orizzontalmente. E cosi arriviamo negli anni venti del novecento, quando a tale divertimento venne introdotta una lastra di vetro per proteggere il piano di gioco, ed il contatore automatico per il punteggio. Il passo successivo fu quello di introdurre l'uso dell' elettricità e dei componenti elettromeccanici per il funzionamento della macchina. Siamo ormai vicini ai primi Pinball Games prodotti industrialmente in U.S.A. negli anni trenta; infatti nel  1931, con il  Bagatelle elettromeccanico, importante in quanto da considerarsi precursore del flipper nato nel 1947 con la con la macchina Humpty Dumpty. Ritornando al gioco del biliardo, questo gioco dallo corte del Re di Francia si diffuse rapidamente in Europa e in Inghilterra, dove presumibilmente erano giunte notizie sulle proporzioni dei tavoli, ma non sulle misure, si cominciò a lavorare su tavoli molto grandi, che poi avrebbero ospitato il gioco dello snooker. La curiosità è che il gioco ebbe grande successo sia fra le classi elevate che fra quelle popolari. Ad esempio mentre la specialità di gioco all’italiana  a cinque birilli, fu praticato nelle corti aristocratiche, specialmente presso i  Borboni,  la specialità denominata goriziana, che già dall’etimo  si capisce dove nacque, fu da subito gioco di popolo. Anche tra le gerarchie ecclesiastiche non mancarono appassionati, visto che, ad esempio, il  Legato Pontificio di Forlì, negli anni Venti dell'Ottocento, si fece appositamente costruire un biliardo da un artigiano locale. Il materiale con cui preferibilmente venivano realizzate le biglie era l'avorio ma progressivamente, a causa del costo di produzione,  sono state sostituite con altre in  resina artificiale. Il gioco ebbe largo seguito anche nel continente americano, dove nacquero nel primo  Novecento,  anche grazie alle possibilità tecnologiche, le biglie colorate e numerate. Queste originarono varianti di gioco molto diverse, le principali sono circa una dozzina, tutte riferite a tavoli con buche e, secondo uno spirito spettacolistico intuibile, con buche allargate, cosa che richiedeva una particolare versione dei tavoli con buche, chiamate “a buche americane”. Le specialità del biliardo tipo italiano o da Carambola possono suddividersi in: carambola classica a tre sponde, 2 sponde, una sponda, libera, Quadro, Artistica.. Carambola  a 4 palle: Yotsudama e Carambola decimale, 5 birilli, Goriziana con 9 birilli, Goriziana “tutti doppi”, Goriziana filotto”, Boccette 5 birilli, Boccette Goriziana. Certo che la   grandiosità del biliardo e l'alone di gioco "da bar" e "da scommesse" sono argomenti sempre efficaci, spesso sono stati usati per ambientazioni scenografiche nel cinema o in televisione. A questo riguardo i due bellissimi filma con Paul Newman “Lo spaccone” e poi “il colore dei soldi”. Poi  il film “Io Chiara e lo Scuro;  Casablanca, Casablanca;  il  signor Qundicipalle. Ma quello sempre divertente da rivedere con amara allegria è la celebre partita a biliardo tra il rag. Fantozzi ed il direttore Cavalier Conte Diego Catellani, nel film  Fantozzi del 1975. Personalmente non gioco a biliardo ma amo l’espressione mutuata da questo bellissimo gioco: “Calma e gesso”, per  indicare che durante una partita  come nella vita di ogni giorno è necessario tenere sotto controllo la tensione nervosa, ma anche che, prima di agire, è necessario assicurarsi di aver correttamente preparato lo strumento di gioco e nella vita essere preparato. Purtroppo oggigiorno molte persone giocano solo più di sponda, sulle spalle di altre persone, per riuscire a superare gli ostacoli essendo loro  stessi incapaci da fare da soli il filotto!

Favria, 8.12.2012                     Giorgio Cortese

 

La vita è un tavolo da biliardo

Vivo nel mondo e mi viene da pensare a certi giorni di essere simile alle biglie bianche, rosse e verdi e blu che sono abilmente giocate da altri giocatori occulti. Ogni  giorno faccio meraviglie a superare ogni mese indenne dalla continua penuria di soldi. Certi giorni ma pare di essere come un birillo testimone dei movimenti di quelli che si credono potenti. Ogni giorno che vivo è simile a un quadro   d’autore  che  cerco sempre di  dipingere con  passione tradendo a volte anche l’emozione. Tra stoccate, filotto e clamorose stecche   vivo la mia quotidiana normalità con grande intensità che  mi pare che duri tanto, ma che in realtà dura pochi istanti, ma che sono forti  e molto entusiasmanti.

Favria,  9.12.2012                   Giorgio Cortese

 

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