Tieni Stretto Ciò Che E' Buono.

Tieni stretto ciò che è buono, anche se è un pugno di terra. Tieni stretto ciò in cui credi, anche se è un albero solitario. Tieni stretto ciò che devi fare, anche se è molto lontano da qui. Tieni stretta la vita,  anche se è più facile lasciarsi andare. Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sono allontanato da te.

Nativi americani

 

Si è augurato un nuovo anno e l'altro è rimasto dietro noi... di colpo si azzerato l'attimo... il momento che ieri è già stato vissuto... ed oggi è ancora da vivere! Buon 2013!

 

Ed eccomi qua, sono venuto a vedere lo strano effetto che fa nel provare a scrivere ancora, lasciare che i pensieri scorrano veloci senza che io mi soffermi troppo a sentire che cosa dicono. Scrivo perchè un giorno, quando ero adolescente, mi guardai nello specchio e non vidi nessuno. Riuscite a crederci? Assolutamente nessuno.

E allora, accanto a me, gli 'altri' hanno assunto grande importanza

 

La fine è solo l’inizio…

“Dietro a ogni linea d'arrivo c'è una linea di partenza. Insisti, anche se tutti aspettano che tu desista. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che è in te. Fa' in modo che, invece di compassione, ti portino rispetto. Quando non puoi più correre, cammina veloce. Quando non puoi più camminare veloce, cammina. Quando non puoi più camminare, usa il bastone. Però non trattenerti mai!” Madre Teresa di Calcutta

Ho trovato le parole di questa religiosa tra i miei appunti e le sue parole mi hanno provocato una salutare scossa, mi hanno fatto pensare che non siamo mai arrivati, che ogni fine anno è solo l’inizio di una nuova partita della vita.

Molte volte nell’anno trascorso ho camminato sulla via della fiducia, camminando alcune volte spedito, talvolta con l’affanno aiutato dal bastone dell’amicizia. Però l’importante è stato quello di non fermarmi ai bordi del campo anche se  come diceva lo scrittore inglese Aldous Huxley:

“L'uomo è un animale strano: un miscuglio del nervosismo di un cavallo, della testardaggine di un mulo, della malizia di un cammello, della voglia di volare di un uccello.”

Buon Anno a tutti e che il buon senso e l'armonia siano le vere protagoniste di quest'anno

Favria  1.01.201  3  Giorgio Cortese

 

La personale agendina per il 2013.

Il proponimento di reimparare ad ascoltare. Si dice anno nuovo vita nuova, e nuovi propositi di cambiamento, all’inizio di ogni nuovo anno si dice sempre cosi. Personalmente, il proponimento per il 2013 è quello di  volere imparare ad ascoltare. Perché oggi mi sembra sempre più difficile ascoltare gli altri! Questione che risulta tanto più seria se pensiamo che l'ascolto va considerato uno degli elementi essenziali in questa nostra società. Stiamo attraversando una profonda crisi nei rapporti tra esseri umani per vari motivi, dall'abnorme proliferazione di messaggi che siamo costretti a subire alla terribile carenza di maestri e testimoni. Ma il problema è che ci siamo disabituati ad  ascoltare l'altro, nè di ascoltare me stesso. Esistono due modalità opposte di ascoltare, la  prima consiste nell'impossessarmi dei discorsi dell'altro per porli al mio servizio e dei miei interessi, senza interessarmi realmente della loro sostanza; la seconda, nel sentire l'altro, cercando di capire da dove egli parla, andando in modo accogliente verso di lui. La prima, evidentemente, è purtroppo di gran lunga la più diffusa: si ascolta senza davvero sentire, fino ad utilizzare l'ascolto di facciata come alibi per mantenere la situazione immutata, non mettermi in gioco e consolidare i malintesi e l’altra persona ha la sgradevole impressione di aver parlato ad un muro. Così la comunicazione non congiunge due persone ma anzi alza dei muri di gomma d’incomunicabilità. Bisogna invece, è questo il mio intendimento per il 2013, ascoltare l’altro con attenzione, e pazienza se poi non risponde alle mie lettera, sono in grado di apprendere dall'altro qualcosa che non conosco e che potrebbe arricchirmi. Non è casuale che la giustizia giusta imponga l'audizione dell'indagato oltre che dell'accusa, mentre la giustizia ingiusta, quella dei tiranni di ogni risma, tende a negare l'ascolto, dato che nega l'altro. E molti detti della sapienza di ogni tempo suggeriscono di non condannare nessuno se non mi sono trovato nella stessa condizione, senza aver mangiato con lui un chilogrammo di sale, per gli arabi, o senza aver camminato alcune lune coi suoi mocassini, per i nativi americani. Perciò dovrebbe risultare quanto mai arduo giudicare chiunque, sempre! Da un simile punto di vista l'ascolto può essere definito come il rapporto non giudicante con l'altro. Certo è duro come proponimento  ma ritengo che questo sia la premessa indispensabile al dialogo e a qualsiasi ricerca della verità. Ascoltare vuole dire dare la massima attenzione a chi mi ascolta, vuole dire accogliere gli altri indipendente dalla loro cultura, colore della pelle e religione. Quando ascolto non devo solo pensare alle informazioni che raccolgo ma aprirmi al suo racconto ed  alla sua storia cosi l’altro l'altro non abiterà più tra noi ma in noi".

Favria 2.01.2013    Giorgio Cortese