Lo spreco è peggiore della perdita. Siamo arrivato in Italia al momento in cui ogni persona  deve tenere ben presente il problema dello spreco. Ricordate che la corretta parsimonia ha un campo d'azione illimitato

 

Da dossum a endorsement

Sicuramente non sono l’unico ad avere notato l’aumento massiccio dell’anglicismo endorsement nei media italiani a proposito di elezioni americane e di primarie italiane. Ma che cos’è endorsement?. In inglese endorsement descrive una dichiarazione pubblica di supporto o di approvazione a favore di qualcuno o di qualcosa: una persona, un progetto, una pubblicazione, un sito, un prodotto. Secondo il linguaggio commerciale-bancario, da mediocre ragioniere quale sono, il vocabolo inglese significa girata, di un assegno o di una cambiale. La parola, con identico significato, è usatissima per la biglietteria aerea. Assai note sono le frasi no endorsement permitted oppure not endorsable. Tali annotazioni devono essere trascritte su quei biglietti aerei emessi con particolari limiti o restrizioni tariffarie o di validità. Mi sembra che in italiano endorsement venga invece usato con un significato più ristretto, limitato a un contesto elettorale in prossimità delle elezioni, per indicare la dichiarazione esplicita di appoggio a uno specifico candidato o a un partito da parte di una testata giornalistica, di un opinionista o di un politico. Personalmente lo trovo un termine esterofilo sgradevole, nella lingua di Dante! Abbiamo in Italia tantissime parole per esprimere meglio tale concetto come: appoggio o sostegno, eventualmente qualificate da aggettivi come ufficiale, diretto, esplicito, pubblico, formale e introdotte da verbi come dichiarare, manifestare, annunciare.  In alcuni contesti si potrebbe usare anche dichiarazione di voto, soprattutto se non vengono dettagliate le motivazioni della propria scelta.  Ma vorrei soffermarmi un attimo  sull’etimologia di questa parola, “endorsement”, “approvazione, adesione, appoggio, sostegno, sottoscrizione. Questo anglicismo deriva dal latino medievale indorsare; in inglese medievale endosse; francese antico endosser, "mettere sul retro"; ma tutte derivano dal lemma latino classico dossum, forma alternativa di dorso, da cui deriva anche dorsale, “della schiena . Il  lemma latino dorsum pare che derivi dal verbo de-orsum, forma contratta da de vorsum,  che sta da de vertere, volgere. Secondo altri deriva dal sanscrito “drcad” pietra rupe o dall’antico greco “dersa”, giogo di monte. Tornando  alla storia del lemma la  'r' è stata abbandonata in dossum latino, che si è sviluppato in francese antico e in antico inglese endosse, e poi la 'r' è stato reintrodotto in inglese attraverso il latino medievale indorsare, che aveva mantenuto la 'r'.  Questo lemma in araldica è anche una stretta striscia verticale che appare in uno stemma in suo appoggio.

Favria, 5.1.2013                 Giorgio Cortese

 

Il mio sogno certi giorni è quello di stare all'angolo di una strada molto frequentata, con il cappello in mano, e pregare la gente di buttarmi tutte le ore che hanno sprecato

 

Dalla palta al ciarpame il passo è breve

Ho letto questo lemma regionale palta su di un commento in un social forum. “Palta s.f. region. melma, poltiglia, pantano: “ la sabbia ... era umida, una palta, una fanghiglia,” Calvino si dice anche una faccia da palta per indicare una persona spudorata, impudente”.  Ma pare anche che palta  derivi  dal gallo ligure per indicare un luogo melmoso, basso ed incavato, come nell’inglese pond. Da questa parola deriva anche attraverso il provenzale paltons, antico francese platonir, pautonier, dal verbo latino verbo “palàri” andar vagando qua e là da cui deriva l’aggettivo palante, che va girando il mondo, che può far supporre un derivato di palitone, da cui derivano ciarlone, castrone, straccione ed in italiano il lemma paltoniere,  uomo vile, oppure nel senso di farabutto. Ma il significato iniziale era invece “mendicante”, “accattone”, “vagabondo”, “colui che cerca l’elemosina, un altra parola della nostra lingua relegata in cantina in mezzo al ciarpame. Dallo stesso lemma deriva anche pantano dal tardo latino pantanum per alcuni deriva dal latino palus, palude, ma si ricollega più volentieri secondo diversi filologi al gallo ligure pant. Mi pare allora che tutta la palta e il ciarpame che la nostra Patria negli anni settanta, opulenti ha stipato  e dimenticato, per tuffarsi nel decennio successivo, è stato ripescato dalla locusta stellata per  travestirsi da rivoluzionario. Certo  in quegli anni erano di moda  il giubbotto di pelle, alla Fonzie, insieme alla voglia di avere un leader forte e delle assemblee interminabili a scuola. E poi le barbe incolte e i riccioli scompigliati da contestatore con l’illusione della rivoluzione fatta in casa, solo movimento e niente partiti. Certo che svuotando gli scatoloni di quegli anni per rimetterli in politica adesso sono stati svuotati degli scatoloni di vuoto ciarpame ma è stato evitato accuratamente quello  su cui era scritto  “ donne”, se fosse stato aperto  e letto con cura c’era la storia dell’emancipazione delle donne in quegli anni, una storia che meno male continua. Ho usato il lemma ciarpame  che deriva da ciarpa cosa vecchia. Ma sono anche un’insieme di atteggiamenti mentali, sentimenti, moduli espressivi consunti, superati. In D’annunzio è bella la frase: “ il ciarpame floscio della viltà”. Questa sta parola deriva dal francese echarpe che deriva  a sua volta dall’antico tedesco “scherre”, nel senso di tasca o borsa che anticamente i viandanti portavano al collo, che più tardi passò a significare la bandoliera a cui era attaccata la tasca e successivamente un pezzo di stoffa tagliato obliquamente che veniva posto a tracolla a modo di bisaccia. Successivamente era la lunga fascia di seta con nappa dove gli ufficiali attaccavamo la sciabola. In seguito tale lemma, al  plurale prese il significato di robe di poco conto ma forse deriva all’antico illirico “carpine” che vuole dire  stracci da dove  origine il  sopraccitato francese ècharper. Secondo altre fonti il termine ciarpame o ciarpa deriva dal gergo marinaresco e sta ad indicare l'insieme di cime corte , a bordo di una nave, inutilizzabili. I sinonimi sono chincaglieria, cianfrusaglia, minutaglia, minuteria, paccottiglia, ciarpume, loppa, rigatteria e in toscano anche carabattola, insomma la situazione che ci troviamo adesso nella nostra amata Patria.

Favria, 6.1.2013                  Giorgio Cortese