Donatori Sangue Piemonte GRUPPO COMUNALE DI FAVRIA
L.TARIZZO D. CHIARABAGLIO Via Barberis 4- Cortile
interno Municipio10083 FAVRIA (TO)
ORGANIZZA UNA GITA AL CARNEVALE DI SAN REMO 2013 CORSO
FIORITO TEMA: luomo nello spazio DOMENICA 10
marzo 2013
PROGRAMMA: Partenza da
Favria Piazza della Repubblica, antistante al Municipio, ore 5,40, si raccomanda
ORGANIZZAZIONE TECNICA BOGGIO VIAGGI DI RIVAROLO CANAVESE
Tel 0124 424477 - PULMANN RASTEL BOGIN RIVAROLO
CANAVESE
Il Direttivo Fidas Favria
Quand che la pèl 'l'è frusta, l'anima a vèn giusta. Quando la pelle è logora, l'anima diventa giusta
Stracco e stracchino!
Stracco è un lemma che deriva dal longobardo strak, stanco sfinito. In francese estrac ed in tedesco strich, tutti con lo stesso significato. Da questo lemma deriva un formaggio di origine lombarda lo stracchino dalla voce dialettale stracch, che ha il significato di stanco, anche se in alcune zone della Lombardia e nel Verbano viene indicato per indicare il formaggio di gorgonzola. Il formaggio prende il suo nome dal fatto che le mucche, tornando stanche dal pascolo estivo negli alpeggi, essendo quindi "stracche" stanche, producevano poco latte, con il quale i pastori facevano appunto questo formaggio, lo stracchino. Un'altra versione ne indica l'origine nell'uso di latte di mucche alimentate in inverno con erba ottenuta grazie alle marcite ma povera di nutrimento. I monaci cistercensi, (provenienti dalla Francia, che avevano fondato le abbazie a sud di Milano, avevano insegnato ai contadini la canalizzazione delle acque per evitare il ristagno di acqua paludosa, origine principale della malaria. Inoltre avevano trasmesso anche le tecniche delle "marcite", campi dove l'acqua, scorrendo in continuazione, non gelava e quindi consentiva un taglio aggiuntivo dell'erba in inverno per fornire un supplemento al fieno. Il latte, che veniva ottenuto in questo modo dalle mucche in inverno, era povero di contenuti e forniva un formaggio "stanco" o "stracco"; di qui il nome "stracchino"
Favria, 23.01.2013
Certi giorni quando non è necessario cambiare, è necessario non cambiare
A-i va régola e mësura fin-a a bèive l'eva pura! Ci vuole regola e misura persino nel bere l'acqua pura!
Busiardaria..
Già la bugia che deriva dal provenzale bauzia, di origini
germaniche, in antico tedesco böse, cattivo e in piemontese busia o busiardaria..
Qualcuno una volta aveva detto che dopo tutto, una bugia cos'è? Nient'altro che la
verità in maschera! E adesso che siamo vicini al Carnevale mi sembra calzante come frase
ma è anche vero che una bugia non può durare in eterno ed è simile ad una
palla di neve, quanto più rotola tanto più s'ingrossa. Ma la bugia non è soltanto
una maschera che indossiamo ma, anche un moltiplicatore del nostro ego. Se in poesia
la ricerca della rima può suggerire un'immagine, se in scienza un casuale avvicinamento
di parole rivelare un'idea, la bugia può essere nella vita per qualcuno quello di
centuplicare la personale esistenza. Ma stiamo attenti che nella nella vita ci sono
tre generi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le statistiche ed è per questo che se
il bugiardo non ha buona memoria viene subito sbugiardato. E poi certe persone devo stare
concentrate nel raccontare certe bugie che sembrano delle vere calunnie. Perchè la
calunnia mi ricorda quei mosconi che destate incominciano ad importunare in maniera
fastidiosa e allora devo stare fermo e colpile al momento giusto Ma per bugia si
intendende anche la cera delle candele. Questo significato prende il nome dalla città
algerina di Bugìa, in arabo Bejaïa, francesizzato in Bougie, luogo dove si esportavano
molta cera per candele e in origine il lemma francese bougie indicò appunto la cera
per candele e successivamente anche un tipo di candeliere basso, formato da un piattello
con manico e da un bocciòlo di metallo o di porcellana in cui sinfila
Favria, 24.01.2013
Un pensiero è simile ad una freccia scagliata sulla verità, può colpire un punto, ma non coprire la totalità del bersaglio. L'arciere è però troppo soddisfatto del proprio successo per chiedere di più.
Sarà solo un caso
Un caro amico mi raccontato questa diverte ed amara storia:
Un giorno un sarto va da un barbiere per un taglio di capelli. Dopo il taglio,
chiede il conto, e il barbiere risponde: 'Non posso accettare soldi da voi, sto facendo il
servizio gratuito per la comunità di questa settimana'. Il sarto è molto contento,
saluta calorosamente e lascia il negozio. La mattina dopo, quando il barbiere va ad aprire
il suo negozio, trova un cartello con sopra grazie e una bellissima giacca
fatta su misura davanti alla saracinesca. Più tardi, un pasticcere passa dal
barbiere, anche lui per un taglio di capelli, e quando cerca di pagare il conto, il
barbiere di nuovo risponde: 'Non posso accettare soldi da voi, sto facendo il servizio per
la mia comunità di questa settimana'. Il pasticcere, felice, lascia il negozio. La
mattina dopo, il barbiere trova davanti al negozio un foglio di carta con scritto grazie
e una dozzina di croissant caldi che lo aspettano alla porta. Poi, un membro
politico del luogo, passa per un taglio di capelli, quando va per pagare il conto, il
barbiere di nuovo gli risponde: 'Non posso accettare soldi da voi. Sto facendo il servizio
alla comunità di questa settimana ', il politico lo elogia ed incensa con ridondanti
belle parole e felice si allontana dal negozio. Ma la sorpresa del povero barbiere avviene
la mattina dopo, in fatti quando va ad aprire la bottega non trova nessun biglietto di
ringraziamento ne omaggi ma solo una lunga fila di politici, in attesa di un taglio di
capelli gratuito. La storia è amara ma disegna in modo inequivocabile la differenza
fondamentale tra i cittadini e una buona parte dei politici che gestiscono
Favria, 25.01.2013
Quand che 'l pare a fà Carlevé, ij fieuj a fan Quarésima. Quando il padre fa carnevale i figli fanno quaresima, cosi capita nella nostra Patria i Patri sono certi politici e noi tutti elettori i figli.