Quand as ciapa cunfidenza, as perd la riverenza
I presunti limiti dellintelligenza e unirrinunciabile speranza
Questa mattina, prendendo un caffé al bar, sono rimasto colpito
dalla frase che un giovane diceva ad un altro: sono intelligente perché sono
laureato. Mi veniva voglia di rispondergli: che più intelligenti di
così, non si può. Questa seconda frase non è mia , ma letta alcuni
giorni fa, su di una rivista ed attribuita alle conclusione a cui sono pervenuti un
gruppo di ricercatori di Cambridge, sui limiti dellintelligenza umana. La notizia mi
ha lasciato di stucco, e mi fa pensare se devo stupirmi o deprimermi. Perché è dura
dovermi rassegnare allidea che levoluzione della specie umana abbia raggiunto
il suo top e che oramai siamo arrivati sulla cima della conoscenza con sopra il nulla, o
magari con il nulla cosmicodentro del giovane laureato della prima
affermazione! Certo che, nonostante tutti i progressi, sappiamo ancora veramente poco di
noi stessi, al punto di poterci contraddire facilmente e in così poco tempo, perché un
giorno ci viene detto che abbiamo raggiunto lapice delle nostra capacità
intellettiva, mentre solo qualche giorno prima ci è stato annunciato, con altrettanta
sicurezza, che sfruttiamo il nostro cervello solo al 20%, e perciò avremmo ancora un buon
80% da mettere a frutto. Che dire? Aspetto che la scienza mi dia qualche risposta in tempi
ragionevoli e non mi lasci in balìa dei gossip! Ma intanto qualche domanda posso
legittimamente porla. Mi chiedo se non si deve prendere atto delloggettiva
arretratezza della specie umana, viste le sofferenze che lumanità subisce o si
autoinfligge. Il mondo è già abbastanza disumano di suo, come prodotto di certa nostra
cultura e di certe nostre leggi, per avvertirci che se questo è il livello massimo della
nostra capacità intellettiva, allora siamo davvero messi piuttosto male. Basti pensare ai
guai colossali del sistema capit
Favria, 8.02.2013
Siamo una Patria incompiuta che si sta richiudendo nei piccoli
e limitati borghi in guelfi e ghibellini. Viviamo in un continuo presente, senza la
memoria del comune passato e privi di idee per il futuro
Il giullare che fa lo gnorri a noi che siamo tutti dei grulli!
Certe persone mi sembrano proprio dei giullari, si giullare lemma di chiara origine provenzale, da joglar che deriva dal latino medievale iocularis, giocoliere ma forse rende meglio il piemontese papasso e ciarlatan! Perché a differenza del giullare che si esibiva del tardo medioevo come giocoliere, saltimbanco, buffone e acrobata, esperto nellarte di divertire il pubblico col canto, coi suoni, con la danza, con la recitazione di opere altrui o anche proprie. Si esibiva negli incroci delle strade di grande traffico, nei dintorni di santuarî rinomati, nelle piazze e nei castelli, particolarmente nei giorni solenni di ricorrenze religiose, di feste nuziali, e simili. I personaggi odierni mi sembrano persone prive di dignità dei pagliacci ciarlatani. Ma il dramma che poi fanno finta di non capire, fanno pure gli gnorri, termine di origine toscana che deriva da ignorare. Le loro buffonate non rallegrano i sempre più rari elettori e il loro modi di porsi in campagna elettorale mi ricordano dei vasi panciuti a collo corto, ironia delle parole si chimano anche questi buffoni e derivano dal lemma buffare, soffiare per forma rigonfia. Si sono ridotti a dei ciarlatani, ma non sono purtroppo quelle che un tempo, sulle piazze, cavavano i denti o vendevano rimedî che decantava miracolosi. Adesso ci cavano i soldi dalle tasse con sempre nuove imposte ci vendono improbabili tagli alle tasse e promettono impossibili rimedi alla crisi. Ma svegliamoci siamo stufi di essere incantati dalle chiacchiere! Smettiamola di essere sempre dei creduloni dalla memoria corta, non siamo cosi grulli come pensano queste faine. Già grullo che pare derivi o dallo spagnolo ganso, oca o la gru, grulla. Ma lipotesi più accreditata è dallantico tedesco grullan che voleva dire deridere, beffare da qui il senso di deriso e beffato. Ma propendo per la prima ipotesi infatti la gru quando si ferma posa un solo piede con le ali basse e sembra a prima vista ad un pollo ammalato. E cosi si è denominato prima luccello e poi le persone con il termine grullo, persona semplice e poco accorta. In conclusione smettiamola di fare gli nesci, fingendo di ignorare e di non capire apriamo gli occhi e prendiamo a pedate elettorali le faine che abbiamo nel Patrio pollaio.
Favria, 9.02.2013
Secondo Will Cuppy: "Tutti gli uomini moderni discendono da creature simili a vermi, ma in qualcuno si vede di più", forse per qualcuno è proprio vero perché rimane sempre un verme strisciante!