Victrix causa deis placuit, sed victa Catoni”.  La causa vincitrice piacque agli dei, ma quella sconfitta a Catone- Lucano – Pharsalia I-128

 Il calcio serve per educare?

Secondo un pedagogo d’inizio novecento occorre  educare bene, educare con amore e fiducia.  Questa parole sono sempre attuali e si ricollegano ad un episodio raccontatomi in questi giorni dove un genitore mi ha confidato l’imbarazzo, non nel vedere togliere suo figlio di appena undici anni dalla squadra nel secondo tempo. Questo ci sta nelle regole del calcio, ma la motivazione che il presunto “mister “ ha dato al tenero adolescente: “non sei capace a segnare!”. Premetto la squadra di questo ragazzo stava vincendo alla grande, forse in questo ragazzo si è momentaneamente inceppato per una serie di circostanze fortuite il fiuto per i goal, ma si sa nel calcio la palle è rotonda e non sempre va dove si vuole infilare.  Ma la mia  semplice domanda  è questa? Perché giocano a calcio i bambini? Quando i bambini giocano a pallone, lo fanno soprattutto per divertirsi. Non è necessario offrire loro alcun ulteriore stimolo. Una palla e un po’ di posto è tutto quello di cui hanno bisogno; tutto il resto lo organizzano i bambini da soli e in modo del tutto spontaneo. A loro piace essere in movimento, correndo, cadendo, rialzandosi, calciando, stoppando e lottando. Inoltre, sono assieme ai loro amici, vedono e imparano nuovi trucchi e migliorano le loro capacità, senza necessitare di alcun tipo di istruzione. Per questo motivo, il calcio per bambini non è soltanto uno sport, bensì anche un sistema educativo. Sul campo, i bambini imparano a gestire le sconfitte, a rispettare gli altri, a riuscire a sopportare lo stress e a rendere un efficace gioco di squadra. Ed allora allenare ed educare i bambini al gioco del calcio non è un compito semplice, occorre che l'istruttore sia in grado di miscelare qualità tecniche,tattiche, educative, psicologiche e comunicative, tenendo sempre in considerazione le fasce d'età a cui si rivolge. Il mister di questi ragazzi dovrebbe tenere sempre presente che la funzione del gioco sport calcio non è di creare campioni in età precoce, ma di fornire a tutti la possibilità di giocare senza l'assillo di essere allontanati perché non bravi. La sua unica ricompensa  morale sarà quella di essere riuscito ad  educare bene, e di averlo fatto  davvero

Favria, 22.2.2013      Giorgio Cortese

 

In scioltezza!

Colui che è maestro nell’arte di vivere fa poca distinzione fra il suo lavoro e il suo divertimento, fra la sua attività e il suo riposo, la sua mente e il suo corpo, la sua informazione e il suo svago, il suo amore e la sua religione. Difficilmente sa cosa è cosa. Semplicemente, persegue la sua visione di eccellenza in qualsiasi cosa faccia, lasciando agli altri decidere se egli stia lavorando o giocando. Per lui, sta sempre facendo entrambi.

 

Cantone e cantoniere!

Oggigiorno usiamo delle parole, molte volte senza capire il loro significato originario. Ad esempio la parola cantonière, deriva dal francese cantonnier,  e a sua volta trae origine dal lemma d’oltralpe “canton”, angolo della strada. In origine era un operaio a cui era affidata la  sorveglianza e la minuta manutenzione di un tratto di strada  e successivamente  ferroviaria. I cantonieri avevano una casa che veniva denominata casa cantoniera. La casa era situata lungo le  strade ordinarie e ferrate per l’alloggio del cantoniere cui   erano affidate la sorveglianza e la manutenzione del rispettivo tratto di strada o cantone. Queste case erano in  genere affiancate da autorimesse o depositi, e, fino a qualche decennio fa, erano adibite a residenza del cantoniere addetto alla manutenzione del "cantone", un tratto di strada di 4-5 chilometri. In alcuni casi venivano costruite al confine fra due cantoni ed ospitavano le 2 famiglie dei cantonieri. Ma una volta la pulizia delle strade era affidata ai particolari, i cittadini di allora. Da documenti letti negli archivi si desume che con l’avvento dei Francesi Favria fu divisa in vari cantoni. L’attuale borgo deve vivo venne denominato  Canton Rossi, dove c’è la Chiesa Parrocchiale, e la piazza del Casello, Canton del Campanile e cosi via. La pulizia delle strade era a cura dei relativi abitanti e questo si rileva anche da un Avviso Pubblico del 13 agosto 1814  in occasione della festa Patronale di San Pietro e Paolo che nel 1814 avvenne il 28 agosto. Ecco un estratto di quell’Avviso Pubblico, che corrisponde alle attuali Ordinanze Comunali: “…Ciascun particolare di questo luogo prospiciente fabbrica verso la strada pubblica, sarà tenuto a tenere la contrada pulita dalle immondizie, e materiali impedenti il pubblico passaggio, a pena che a spese di ciascun residente si faccia fare tale opera. Mandando il presente a pubblicarsi ad esclusione di ignoranza. Come altresì di fare illuminazione nella sera del 28 agosto…”. Come si vede allora non si pensava di introdurre la Tares che servirà, per l’immondizia, pubblica illuminazione e manutenzione delle strade pubbliche, perché ci pensavano i cittadini di allora anche con il lavoro manuale. Da ragazzo mi piaceva il gioco dei quattro cantoni., gioco che si faceva in cinque persone, quattro delle quali sono disposte agli angoli di un quadrilatero, mentre la quinta cercava di occupare uno dei loro posti, quando questi venivano scambiati. Ma adesso,  mi piacciono nel gioco degli scacchi, ognuna delle quattro case d’angolo della scacchiera, inizialmente occupate dalle torri, osservando con calma che l’avversario di turno  prenda una grossa cantonata.. già cantonata che deriva sempre da cantone, modo di dire che deriva nel prendere con un veicolo la curva troppo stretta urtando con la ruota nell’angolo di un edificio. E allora aspetto le successive cantonate.

Favria, 23.02.2013    Giorgio Cortese