l tempo è come un fiocco di neve mentre cerco di decidere
cosa farne. Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre
Che garbuglio!
Per vedere chiaramente cosa accadrà in questi giorni quando si
alzerà la nebbia dei comunicati da vincitori, di tutti i candidati, nel dopo elezioni,
dobbiamo dotarci di occhiali con lenti giuste, possibilmente bifocali. Occorre infatti
veder meglio da vicino ciò che in questi mesi e giorni turba gli italiani, ma
occorre anche curare la miopia che porta spesso a veder male o non vedere affatto i
grandi cambiamenti epocali di lungo periodo da cui discendono questi di breve. Molti
aspettavano queste elezioni come un giorno del giudizio. Ma il responso delle urne non ha
dato nessun indirizzo netto di governabilità, ma questo i partiti che erano al
parlamento dovevano saperlo che con il Porcellum non si va da nessuna parte. Il Partito
Democratico ha perso nel terzo tempo una facile vittoria, ha avuta una vittoria di
Pirro alla Camera e ha raggiunto un dannoso pareggio al Senato. Il Professore è la
dimostrazione sul campo che i tecnici servono per fare i tecnici e non i politici.
Ma il risultato eclatante ma non sorprendente è stato il ciclone Grillo che ha sancito la
fine delle Seconda Repubblica se mai era effettivamente nata, vedremo se la
perturbazione continuerà o si dissolverà di fronte alle prime arsure nei seggi
parlamentari. Si sa che noi italiani abbiamo un tale culto per la furbizia,
che arriviamo persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto
in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in
generale ha della furbizia stessa La furbizia è, in pratica, l'ingegnosità votata
all'egoismo e al tornaconto personale; è la sagacia consacrata alla malizia e alla
scaltrezza; è anche il trucco o la truffa destinata all'inganno e al raggiro della
persona ingenua. E di discorsi di questo tipo ce ne sono stati propinati molti durante la
campagna elettorale. La mia speranza , allora, che questo tsunami ripulisca laria
politica delle parole e dei gesti che sanno di stantio e che incominciamo a esaltare
non i furbi ma gli onesti per evitare che la Politica non si riduca a lotta, come
tra le Signorie cinquecentesche dove nella logica dello scontro i feriti sono sempre
i deboli. E allora chiedo ancora, cercando di dar voce a quel che gli italiani non dicono,
magari parandosi dietro al cinismo teatrante che li distingue: ma a chi serve questo
scontro continuo? Non serve ai poveri italiani, ai tanti poveri concittadini che si
attendono dalla politica, dai 'Signori' un po di attenzione ai problemi. Ai sempre
più poveri italiani, questo scontro di sicuro non serve. E non serve ai giovani che di
certo non sono invogliati a entrare in unarena così stravolta e confusa. Gli
anziani ed i giovani, nomi e sinonimi delle categorie più deboli del nostro Paese,
non ne vogliono certo sapere di questa arena incomprensibile e confusa. Si voltano
da unaltra parte, e questo non è un bene per la democrazia. Lo dimostrano le an
Favria 26.02.2013