28 febbraio 1935, il nylon!

Il  nylon fu scoperto da Fallace Hume Carothers in un laboratorio della  DuPont di Wilmington, Delaware, Usa, il 28 febbraio 1935, fu brevettato  nel 1937 e commercializzato nel 1938. Pare che il nome sia nato dalle lettere  "nyl" scelte a caso ed il suffisso "-on" fu adottato perché già presente in nomi di altre fibre, cotone in inglese è cotton. Successivamente la DuPont spiegò che il nome scelto inizialmente fu "no-run", dove "run" assumeva il significato di "unravel", "disfarsi", e che fu modificato per migliorarne il suono ed evitare potenziali reclami. Ma una   leggenda metropolitana vuole che nylon altro non sia che l'acronimo di: Now You've Lost Old Nippon. Questo perché in seguito agli avvenimenti della seconda guerra mondiale il Giappone impedì l'importazione di seta dalla Cina che serviva agli  Stati Uniti per per tessere i paracadute dei soldati. A questo punto gli Stati Uniti si ingegnarono e crearono questo nuovo materiale sostitutivo dandogli appunto tale acronimo. Un'altra leggenda metropolitana vuole, invece, che il nome derivi da quelli di  New York e Londra, , ma nemmeno di questo si hanno prove

Favria, 28.02.2013               Giorgio Cortese

 

Non si fa degli amici chi non si è mai fatto un nemico.

 

Com'è buona e colorata ,sempre pronta e variegata , mille gusti e in mille modi dappertutto sempre la trovi. l'accompagni con la birra, molto buona anche in famiglia . sempre fresca e croccante una,due ,dieci ,e tante . fate tutti una mangiata , questa pizza è una figata !!! 

Better to have loved and lost, Than never to have loved at all.", È meglio aver amato, e perso /Che non aver mai amato.  "My strength is as the strength of ten, Because my heart is pure" La mia forza è come la forza di dieci uomini, perché il mio cuore è puro. Alfred Tennyson

 

E tu le chiami... rughe.

Sono sato in questi giorni in una Casa di Riposo per lavoro, e l’incontro con alcune persone che qui dimorano mi ha ispirato questi pensieri: “Il Tuo viso è rubicondo e sorridente.  Hai mani belle, mani adorate, profumate dall’onesto lavoro. Mani  solcate dal vomere del tempo e del duro lavoro quotidiano. Caro pensionato quei solchi, non chiamarli rughe, sono letti di fiumi che hanno percorso la forte tua vita, fiumi di limpida acqua, profusa a piene mani, generose, sempre pronte a donare, e mai protese ad alcuna richiesta.. Mani segnate dalle cicatrici della vita, ma tu ti ostini a chiamarle... rughe. Così sia: evviva, dunque, alle Tue mani  non più vellutate;onore alle tue rughe di  persona onesta che ha ancora tanta esperienza da tramandarmi”

Favria,  28.02.2013   Giorgio Cortese

Mars sech e puffient, tant vin e poc furment

 Dal cembalo scrivano alla macchina per scrivere. La  Remington del  1 marzo 1874

La macchina  per scrivere o dattilografica, ormai quasi completamente sostituita dal computer, serve a imprimere su un foglio di carta una serie di lettere e segni scelti a comando da un operatore, ricavando un testo leggibile e consentendo la redazione rapida di documenti in formato standard. L’idea di una macchina per scrivere, con lo scopo in origine di far scrivere i ciechi, risale ai primi del 18° secolo. La prima realizzazione sperimentale sembra essere il tachigrafo di P.Conti di Cilavegna nel 1823,  ma la paternità della macchina per scrivere va attribuita all’avvocato novarese Giuseppe Ravizza, che costruì e brevettò 16 modelli del suo cembalo scrivano, il primo brevettato nel 1855. Il Cembalo scrivano è il primo vero prototipo di macchina per scrivere alla più completa fino alla comparsa della Remington Mod. 1, ed annovera in sé tutte le caratteristiche principali delle successive macchine per scrivere. Il nome deriva dalla somiglianza con i tasti del pianoforte. Ravizza costruì ben 16 modelli, finché nel 1881 riuscì a realizzare il Cembalo a scrittura visibile. Finalmente ora si poteva leggere lo scritto man mano che lo si scriveva. Per quest'ultimo modello ottenne una menzione onorevole all'Esposizione di Milano dello stesso anno. Ma nessuno dei  modelli realizzati dal Ravizza venne però  prodotto industrialmente, perché a quel tempo nessuno riuscì a capire l'importanza dell'invenzione e, tantomeno, prevederne il futuro sviluppo. La fabbricazione industriale fu iniziata dalla Remington  il 1 marzo 1874, su brevetto Sholes, con una macchina. a scrittura invisibile. La prima macchina. industriale a scrittura visibile, in cui, cioè, ogni segno era visibile appena impresso, fu realizzata nel 1898 dalla Underwood su brevetto Frany Xaver Wagner. Notevole impulso al perfezionamento e alla costruzione delle macchine. per scrivere ha dato in  italia la Olivetti.. Le tappe che hanno segnato l’evoluzione delle macchina per scrivere sono sostanzialmente tre: la macchina per scrivere meccanica, la macchina per scrivere ad azionamento elettrico e la macchina. per scrivere a supporto magnetico. Il suo utilizzo fece nascere una nuova professione, inizialmente riservata alle donne: la dattilografia, questa era anche materia di studio a scuola in ragioneria. Gli accessorio di un dattilografo erano la  "gomma", a forma di sottile dischetto, per rimuovere con precisione l'errore, e il "bianchetto", per coprire gli errori, e, dopo una rapida asciugatura, poter battere il carattere opportuno. Successivamente nacquero le macchine elettroniche con elemento unico di scrittura, inizialmente a sfera, detta anche pallina o testina, ed in seguito a margherita, tasti con modalità sbianca-errori e display. Ciò permetteva di variare il carattere, sostituendo la sfera o la margherita, di applicare uniformemente la pressione e l'intensità dell'inchiostro, e di correggere gli eventuali errori di battitura dopo o prima della stampa. La prima macchina da scrivere elettrica venne prodotta nel 1901.

Favria, 1 marzo  2013               Giorgio Cortese