Aspettare con pacata armonia.

Nella vita aspettavo di  nascere, poi di crescere e poi dopo il giro di boa dei 55 la voglia  di  voler tornare indietro, quando capisco che la vita  fugge e il tempo  pian piano mi distrugge. Allora corro per non pensare ed aumento le cose da fare con l’ansia d’arrivare! Nella vita se si vegeta si sta male, nella vita si fa, si disfa, si fa e aspetto sempre  qualcosa. Si vivono dei giorni con affanno e logoramento per poi  scoprire che la serenità,  la tranquillità, la felicità l’avevo già in tasca  se davo il  giusto valore a tutto ciò che ormai è “passato”  mai più tornerà!

Favria, 4.3.2013              Giorgio Cortese

 

Certi giorni rimango solo e la mia  solitudine,  in quei momenti mi sembra di  ascoltare il vento  ma di  non poterlo raccontare a nessuno.

 

Arroganza, un subdolo virus  della nostra società

“Esopo e l'insolente III, 5. Il successo porta molti alla rovina  Un certo insolente aveva lanciato una pietra contro Esopo.  "Bravissimo!" disse. Gli diede poi una moneta  e proseguì così: "Non ne ho di più, per Ercole, ma ti farò vedere dove ne puoi prendere altre. Ecco che arriva un uomo ricco e potente. Tiragli un sasso  allo stesso modo e otterrai un degno premio."  Convinto, egli fece ciò di cui era stato consigliato,  ma la speranza ingannò la sua spudorata audacia;  venne arrestato e condannato alla crocifissione.” Ho voluto iniziare la mia mail con questa favola di Esopo, perché  l’arroganza non muore mai nell’animo delle persone e questo mi fa riflettere che l’arroganza e la maleducazione  contagiano sempre di più  un grande numero di persone. Certe persone, che nel nostro animo poi le consideriamo delle amebe, senza offesa per il cervello delle amebe, esordiscono con la famosa frase, che a tutti primo o poi è capitato di sentire: “ “lei non sa chi sono io!”, frase sempre in auge tra molti personaggi vip per evitare multe o ottenere favori. È un modo per sottolineare il proprio status di personaggio momentaneamente famoso, ma purtroppo l’arroganza sembra dilagare sempre di più anche tra le persone comuni. Le numerose manifestazioni di arroganza degli ultimi tempi sono delle spie preziose dello stato deprimente del costume attuale e danno un’immagine negativa della nostra Patria,  un mondo dove si cercano ancora scappatoie del potere e dove arroganza e fama superano di gran lunga le legge e le regole del vivere civile. Si tratta di un atteggiamento usati soprattutto da chi si crede arrivato, ma che ha invece un’insignificante livello culturale  che molte volte preferisce delle puerili scappatoie all’ammissione della verità. L’arroganza ha radici antiche; già nel dopo guerra onorevoli e imprenditori ci ricadevano spesso e venivano sbeffeggiati nei film di Totò e Sordi. Pare sia un difetto tipico degli italiani, da sempre refrattari a certe regole e imposizioni. Negli altri Paesi le persone sono più rispettose e umili verso la legge e l’autorità e non c’è intenzione di raggirare le regole, qui invece le regole si fabbricano su misura ad uso e consumo degli amici del Palazzo. Ma strafottenza e senso di superiorità non riguardano solo politici e personaggi dello spettacolo, purtroppo sono caratteristiche presenti anche tra le persone comuni. Ma spesso l’arroganza nasconde un’incertezza sulla propria identità e posizione sociale. Chi è realmente consapevole di essere superiore ad altri non ha bisogno di dichiararlo apertamente, ma solitamente usa strategie educate e sottili. Oggi viviamo in una società del tutto e subito dove nessuno può restare indietro ed essere inferiore, e anche chi non ha alti ruoli, esalta quel poco che si è conquistato. Le persone arroganti non riescono ad ammettere i propri limiti e la propria vulnerabilità e si nascondono dietro a frasi fatte o al ruolo che ricoprono anche in via determinata e soggetta a scadere alla fine del mandato elettorale. Ciò che si nasconde dietro questi atteggiamenti è una profonda solitudine e incapacità a rapportarsi in maniera adeguata con gli altri, oltre che un modo per mascherare le proprie insicurezze e non sempre capacità adeguate al ruolo che ricopre. Queste persone hanno una tale dose di presunzione che bramano di essere conosciuti dal mondo intero e anche da quelli che verranno quando non ci saranno più. Ma sono cosi vani che la stima del codazzo delle cinque o sei persone che gli stanno attorno gli fa gongolare e li soddisfa. E poi il lemma stesso parla già da solo, arrogante deriva dal latino arrogans, persona che tratta gli altri con insolente asprezza e con presunzione, persona che richiede e pretende con  superbia e presunzione e con immensa sfacciataggine, insomma una vera faccia di bronzo perché non conosce vergogna o timidezza, in pratica sono persone che non hanno paura di fare brutte figure, con tutte quelle che giornalmente fanno. Pare che si dica  anche faccia di bronzo, perché la faccia di bronzo di una statua rimane sempre inespressiva, qualunque cosa gli accada intorno, ma personalmente preferisco dire facce di gomma. Per concludere si pensano tanto furbi ma solo degli sfacciati cialtroni.

Favria, 5.3.2013            Giorgio Cortese

 

La becera invida di certe persone è simile ad  un abbaiare di cani che attira i ladri.

 

Aspirin 6 marzo 1899

Il nome "aspirin", indica la produzione industriale di acido acetilsalicilico, che fu brevettato dalla Bayer il 6 marzo 1899, componendo il prefisso "a-" per il gruppo acetile con "-spir-" dal fiore   Spirea ulmaria, da cui si ricava l'acido spireico, ovvero l’acido salicilico e col suffisso "-in" generalmente usato per i farmaci all'epoca.La Bayer perse tuttavia il diritto ad usare il proprio marchio in molte nazioni dopo che gli Alleati occuparono e rivendettero le sue proprietà dopo la prima guerra mondiale. Il diritto ad usare il marchio "Aspirin" negli  Stati Uniti fu acquistato nel 1918 dalla Sterling Frug Inc. Già nel  1917, prima ancora che ilbrevetto scadesse, la Bayer non riuscì ad impedire che il nome e la formula del farmaco fossero impiegati da altri. Sul mercato apparvero quindi "Aspirine" prodotte da numerose diverse case farmaceutiche finché nel  1921 una sentenza della corte federale degli Stati Uniti fece di "aspirin" un nome generico non più soggetto a brevettoIn altre nazioni, tra cui l’Italia ed il Canada, il nome "Aspirina" è invece ancora un marchio registrato. Ma la scoperta dell'acido acetilsalicilico, composto scarsamente presente in natura ma principalmente di sintesi, è dovuta al chimico francese  C. F. Gerhardt. Ma già Erodono nelle Storie narrava che esisteva un popolo stranamente più resistente di altri alle comuni malattie; tale popolo usava mangiare le foglie di salice. Ippocrate, considerato il padre della medicina, descrisse nel  V Secolo a.C. una polvere amara estratta dalla corteccia del salice che era utile per alleviare il dolore ed abbassare la febbre. Un rimedio simile è citato anche dai sumeri, dagli antichi egizi e dagli assiri. Anche i nativi americani lo conoscevano e lo usavano per curare mal di testa, febbre, dolori muscolari, reumatismi e brividi. Nell'era moderna è stato il reverendo Edward Stone, nel  1757, a scoprire gli effetti benefici della corteccia di salice, da lui assaggiata, oltre al suo sapore amaro. Sei anni dopo, scrisse una famosa lettera alla  Royal Society, nella quale giustificava in modo razionale l'utilizzo della sostanza contro le febbri. Pensate che una  ricerca della Oxford University su 25000 pazienti ha mostrato nel 2010 che una bassa dose di acido acetilsalicilico - 75 mg - assunta quotidianamente per un periodo tra i quattro e gli otto anni riduce sostanzialmente il tasso di morte di almeno un quinto per comuni forme di tumore indipendentemente dal sesso. Scendendo nel dettaglio la riduzione è del 40% per il cancro all'intestino, del 30% per quello ai polmoni, 10% per la prostata e 60% per il cancro all'esofago, mentre le riduzioni nel cancro al pancreas, stomaco, cervello, seno e ovaie sono state difficili da quantificare a causa dell'insufficienza dei dati, sebbene si stiano effettuando ulteriori studi al riguardo, e tutti ha origini sa una foglia di salice. Pianta che prende iil nome forse dal  celtico "sal lis,  presso l'acqua, in provenzale  sauzes.

Favria, 6.03.2013    Giorgio Cortese

 

Badaou fai toun camin que louro passo.  Stai attento che facendo il tuo cammino,  che l’ora passa, iscrizione provenzale di una meridiana.