Stiamo attenti che se continuiamo su questa china arriveremo
alla violenza che è sempre ingiusta anche quando fa giustizia
Senza Lavoro, senza Governo e senza Papa.
Già in questo periodo siamo senza tante cose, ma il lemma senza
deriva dal vernacolo toscano sanza dal latino absentia, che significa
esclusione, privazione, mancanza, ed adesso moltissimi giorno dopo giorno sono privati del
lavoro anche se hanno voglia di lavorare. Siamo privi di un Governo anche se abbiamo
votato e siamo pure, anche senza il Papa, che ha dato una grande lezione di umiltà a
tutti noi. Quello che sento o meglio che non sento è il silenzio, il contrario del
suono, il vuoto che ogni parola crea dietro di sé. Quello che leggo in questi
giorni, in ogni dichiarazione è un ripetersi di assenza in propositi concreti, mentre la
barca Italia è in mezzo alla tempesta e i pirati della speculazione pronti a
saccheggiarla. Quello che sento in questi giorni è lantisuono di un novello
demagogo che mi pare più cavalletta famelica che grillo parlante della fiaba di Collodi.
Mi sembra molto attuale i versi del poeta turco Nazim Hikmet,: Lassenza
dondola nellaria come un batacchio di ferro martella il mio viso martella ne sono
stordito corro via lassenza minsegue
lassenza non è tempo né
strada
lassenza è un ponte fra noi anche quando di fronte luno allaltra
le nostre ginocchia si toccano. Lassenza, momentanea della politica,
nelle situazioni difficili, apre sempre spazio allimprevisto. Ed è ben noto che limprevisto
è difficile da prevedere.Abbiamo bisogno di buona politica, una politica senza
slogan roboanti ma concreta, una politica che ricerchi il bene dei cittadini e
che non tratti gli elettori come dei sudditi. Una politica concreta che tiene in
stretta relazione tra il dire e il fare, tra i valori che si assumono, i
progetti che si costruiscono, e le attuazioni che di essi si riesce a realizzare.
Certo la buona politica non cresce e si diffonde come i funghi, per annate di sole o di
pioggia. Richiede confronto, messa a punto rigorosa, impegno per costruirvi consenso e
partecipazione attiva. Questa crisi è figlia del neoliberismo selvaggio, del mercato
globale che ha conquistato il globo con una finanza famelica che oltre allattuale
crisi produce solo dissesto ecologico e rischi di distruzione della casa comune
dell'umanità, il nostro pianeta. Viviamo in un momento dove si deve pensare a quale ruolo
assegnare al potere pubblico, allo Stato nei suoi diversi livelli istituzionali, alle
Regioni, Province e Comuni, per garantire e promuovere uno sviluppo che abbia in sé
finalità sociali e non, al solito, una dimensione collettiva dei sacrifici e privata dei
profitti? E giunto il tempo di ripensare ad una diversa gerarchia dei
valori della convivenza, degli stessi consumi, che ci faccia superare lo scandalo
persistente da un lato di sprechi accecati da un edonismo materialistico, dall'altro di
povertà che impediscono una reale dignità di vita? Mi pongo queste domande come tanti in
questi amari giorni di assenza con la nave Italia che affonda, tutti parlano ma la vera
assenza e che sono senza idee concrete per risollevare leconomia e mi auguro
che finalmente non paghino i soliti sudditi pantalone. Il nuovo patto di alleanza ritengo
che si debba fondare su libertà e responsabilità, diritti e doveri. Per fare buona
politica gli eletti devono essere del territorio, con il Porcellum gli
eletti si sono allontanati dal territorio ma fino ad ora nessuno ha pensato
seriamente di cambiare tale legge. Siamo senza il collegamento tra elettori ed eletti e
cosi per i politici la virtù da coltivare diviene sempre più quella di essere
vicini a quanti dirigono i gruppi parlamentari ed i partiti. Se non si vuole ritornare
alle preferenze, pare poco in uso in Europa, ci sono altre strade come i collegi
uninominali. Collegi con 4-8 candidati e rendendo obbligatorie per legge le primarie
dei vari candidati. Fare buona politica è dedicare un po' del proprio tempo alla
comunità, di interessarsi ai problemi di tutti, senza trasformare questo in uno
stipendificio. Questo stretto legame tra eletti ed elettori renderebbe la Patria più
coesa, civile e avanzata. È quello di cui il Paese, adesso ha più bisogno. È stato un
errore indebolire il rapporto tra cittadini e istituzioni: mi auguro che venga corretto.
Un sistema politico-istituzionale funziona con efficacia non se mi salvo con regole valide
sole per il partito del quale faccio parte, ma se queste regole condizionano tutti, anche
i miei avversari, a sviluppare un più stretto collegamento con i cittadini. La democrazia
è un valore che si realizza pienamente solo se si estende all'insieme della società e se
coinvolge tutti, partiti, associazioni, cittadini, in forme sempre più incisive e
reali per viverla. Perché niente giustifica la non partecipazione alla politica. Se la
politica è prevalentemente cattiva e rende marginale o irrisa quella buona, è prima di
tutto responsabilità mia come cittadino. Il mio impegno, il mio dovere di informarmi, di
dire la mia partecipando e scegliendo renderebbe la politica migliore, le istituzioni più
vicine ai cittadini, gli eletti con il mio voto più competenti, rigorosi, coerenti. In
questi ultimi dieci anni ha dominato invece lindifferenza che subdolamente ha
allontanato molti dalla politica, creando disinteresse generale. In questo momento senza,
la morale in tutti noi dovrebbe essere quella di dedicare momenti del proprio
tempo ai problemi di tutti, alla vita della comunità per superare questa attuale
mancanza..
Favria, 7.03.2013
Giorgio
Cortese
Coloro che gli Dèi vogliono perdere, da questi,
innanzitutto, sono resi folli.. Adagio della Grecia classica.