Nella vita non discutere mai con un idiota
ti trascina
al suo livello e ti batte con lesperienza
Siamo in emergenza cronica rifiuti e allora mi domando ma è la
società che fa la spazzatura? Oppure ogni civiltà, società o la comunità ha
spazzatura che si merita! Molti dicono che una volta, non c'era il problema
dei rifiuti, infatti le persone usavano cose naturali: non c' erano i detersivi, non
esistevano i supermercati dai quali si esce con tante borse di plastica e gli
amministratori della cosa pubblica forse non usavano internet ma non erano interdet.
Come sono cambiate le cose da allora! Oggi si fa molta fatica, per riuscire a
riciclare anche una minima parte di tutti i rifiuti che buttiamo via ogni anno. E poi se
non avviene la raccolta, la montagna della plastica, carta, verde ed indifferenziato
cresce a dismisura e per noi cittadini che i rifiuti paghiamo e, riteniamo per questo
ormai colma
Favria, 14.03.2013
Il dramma di questi tempi è che i nostri politici ad ogni
livelli hanno paura di porsi delle mete per il bene di tutti noi perchè gli manca il
coraggio di raggiungerle
Scapa signur che 'l riva 'l muradur
Il mondo è di per sé sonoro, mentre il vuoto è silenzio sempre. Invece ciò che nasce dallanimo calmo nellanimo calmo in esso si mantinene
Quando il silenzio è rumore il tempo si ferma ed i sogni si dileguano spinti via dal vento
Dopo tante parole ecco il silenzio, in un linguaggio che unisce.
La civiltà contemporanea è la civiltà del rumore. Anche in tv
si urla sempre per farsi notare, per non parlare dei comizi politici, nei grandi
discorsi di piazza delle ultime elezioni. Il neo eletto Papa invece è riuscito da subito
a farci ritornare al silenzio, facendo pregare tutta la piazza, perché il mondo non si
guarda, si ode, non si legge, ma si ascolta. Il secolo passato e linizio di
questo sono secoli del rumore. Pensate che già ai primi del 900 i futuristi
interpretano e anticipano i tempi. Fanno vedere il rumore, nelle loro sculture, nelle loro
pitture, nei loro scritti sono 'rumorosi'. Provano a innovare la musica introducendo uno
strumento chiamato 'intonarumori', ma anche gli 'scoppiatori', i 'rombatori', i
'sibilatori', i 'gorgogliatori', i 'crepitatori', gli 'stropicciatori' e via dicendo. Con
essi, piuttosto che con ottoni e violini, pensano di meglio interpretare la società
moderna. Il fatto che poi il primo concerto per 'intonarumori', al Teatro Dal Verme di
Milano nel 1914 sia finito in una rissa, scatenata dai vari Marinetti, Boccioni e Carrà,
scesi in platea per prendere a pugni i contestatori, rientra nella logica della civiltà
del rumore. Ma la civiltà industriale, quella del rumore, per intenderci, ha però
le sue origini nell800. E non è un caso che proprio nella seconda metà di quel
secolo ci siano artisti capaci di aprire le porte al nuovo secolo proprio attraverso il
rumore. Il treno, macchina rumorosa per eccellenza, è al centro di quel romanzo
anticipatore della cultura novecentesca che è La bestia umana di Emile Zola, in cui è
descritto in toni noir e dissoluti un mondo stregato dalla ferrovia, e quindi dal rumore.
Nel LUrlo di Munch, del 1885 interpreta perfettamente langoscia
delluomo davanti alla modernità che tutto travolge. Un dipinto che si può
collocare accanto al fischio del vapore o allo sferragliare di una locomotiva. Stiamo nel
mondo con tutti i sensi, ma recepiamo per la maggior parte con la vista e con il rumore.
Oggigiorno molti ritengono che a fare più chiasso si viene notati di più.
Purtroppo siamo in una società dove tutta la vita è rumore. Fino a poco tempo fa
solo la morte è silenzio. Ma noi siamo riusciti a rendere rumorosa anche questa.
Oggi è sempre più comune sentire applausi a un funerale. Il rumore è il segnale del
degrado della nostra civiltà e basta ascoltare la tv per capire. Ormai siamo alla fiera
del privato ostentato in pubblico attraverso il rumore, molti pensano infatti :faccio
rumore quindi esisto. Insomma una percezione fasulla della propria esistenza con una
perenne notte bianca. Tutti si sentono in diritto di fare rumore e si
urla anche quando non serve. Pensiamo alla mania di protagonismo di chi parla al
telefonino facendo conoscere a tutti la sua vita privata. Siamo al paradosso: la privacy
degli altri ti viene sbattuta in faccia senza che ci si possa difendere. Ma nella la vita
quotidiana cè un linguaggio che unisce ed uno che divide. Ci sono dei lemmi che
creano valore ed esprimono fratellanza, forza e calore e ci se ne sono altri che recidono
ed eliminano ogni dialogo. Le parole che uso ogni giorno hanno un grande potere, che
forse non ha limite. Le parole possono creare delle lodi ma distruggere con una
battuta lanimo di una persona, posso inorgoglire, accarezzare e ferire, ma le parole
possono essere vere o fasulle. Ci sono parole che danno la spinta per andare avanti altre
che ti tagliano le gambe. Allora ho incominciato allora a chiedermi che forza può avere
il silenzio, anche se personalmente ho un grande sgomento del silenzio perché negare la
parola dei miei simili è un atto violento contro gli altri esseri umani, ma questa è la
forza negativa del silenzio che è allestita contro laltro, come rifiuto del
dialogo, come artificiale distacco, insomma un muro che si crea giorno per giorno contro
gli altri. C'è inoltre il silenzio del cielo prima del temporale, del parco
prima che si levi il vento, del mio animo e poi c'è il silenzio che chiede
soltanto di essere ascoltato. Ma il silenzio non è solo mancanza di comunicazione, ma
anche inquinamento da troppe parole vuote, che servono solo per coprire il vuoto che
abbiamo dentro. Allora se la parola non ha più senso, bisogna lasciare spazio al silenzio
e ascoltare con attenzione. Il silenzio depura lanimo permettendo di parlare
con me stesso e non solo con il mio latente smisurato IO. Mi sono reso conto che il
silenzio mette a tacere refoli di parole inutili ed invasive. Riesco raramente a
raggiungere il silenzio ma quando giungo in questo stato interiore lascio fluire dal mio
animo delle emozioni che non hanno bisogno di parole per essere trasmesse. E poi
stare in silenzio è anche un buon esercizio per tenere in allenamento gli altri sensi,
stare in silenzio vuole dire, contemplare, analizzare, respirare e sentire con lepidermide
e con lanimo. Nel silenzio le parole dette o sentire durante la giornata
trovano nellanimo il giusto spazio e peso e trovo anche dei legami che mi erano
sfuggiti, dei significati abbinati al momento che vanno oltre alla parola
pronunciata. Nel silenzio prendono forma i miei pensieri, i miei sentimenti,
le miei emozioni. Il silenzio si tinge di caldi colori quando c'è quell'ascolto
profondo fatto di condivisione di sensazioni mai giudicate ma sempre accolte perchè fan
parte della mia vita.. Il silenzio è la voce delle mie emozioni, sembra un
paradosso ma sa urlare a tal punto da sconvolgermi .Non cr
Favria, 15.03.2013
Nella vita non dar retta ai tuoi occhi,e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guardiamo con il nostro intelletto e scopriamo quello che conosciamo.
L'ombra delle bugie segue la verità cosi mi da lopportunità di viaggiare illuminato