Frase
colta al volo da una mamma esasperata dalle bizze del figlio: se non la smetti ti
prendo a schiaffi a due a due finchè non diventano dispari!!"
Ma salviamo il futuro?
Ritengo che uno dei compiti importanti sia quello di proteggere lambiente
da inquinamenti. Un filosofo spagnolo del secolo passato José Ortega y Gasset, 1883-1955,
scriveva che: Io sono me stesso più il mio ambiente. Se non preservo
quest'ultimo, non preservo allora nemmeno me stesso purtroppo oggigiorno
queste parole vengono quasi quotidianamente smentite quando ci troviamo di fronte a
ogni genere di scempi ambientali, spesso avallati dall'inerzia o dalla connivenza
dell'amministrazione pubblica. Tutto nasce dal fatto che noi abbiamo perso il legame
vitale con l'ambiente. Lo spazio che ci avvolge è, in realtà, una seconda pelle ma noi
l'abbiamo espulsa come fa il serpente quando muta la propria pelle. Calpestiamo,
imbrattiamo, devastiamo le meraviglie della natura e della storia. Basti solo passare per
le strade di campagna dove bipedi incivili buttano i loro rifiuti lungo le
strade. Ma anche nelle Comunità e città la musica non cambia, quando si vedono dei
giovani gettare per terra la lattina o la carta, o il filtro della sigaretta senza nessun
imbarazzo. Gli speculatori hanno man salva nell'imperversare su coste e colline. Dobbiamo
ritornare a purificare l'occhio perché contempli, la mano perché crei, lanimo
perché rispetti l'armonia del mondo che è parte della nostra vita. Purtroppo noi esseri
umani passiamo la nostra breve vita a ragionare sul passato, a lamentarci del presente, a
tremare per il futuro. Siamo insomma interrottamente sospesi tra la nostalgia del
passato che ormai è solo ricordo e l'incertezza di un futuro non privo di sorprese, di
enigmi e forse di drammi. Il presente è, di solito, la stanza ove ci lamentiamo.
Certo il concetto della tridimensionalità del tempo è da sempre oggetto di
riflessioni; ma cio che provo ogni giorno è la sua fluidità inarrestabile. Ecco
allora che di fronte al continuo deterioramento ambientale, operato da noi esseri umani
che ci consideriamo evoluti solo perché consumiamo energie più di tutti gli altri
mammiferi è quello di non guardarci indietro ma di prendere delle concrete decisoni per
il futuro per evitare che avvenga quanto affermavano i nativi americani Lakota: Solo
quando lultimo fiume sarà prosciugato, quando lultimo albero sarà abbattuto,
quando lultimo animale sarà ucciso, solo allora capirete che il denaro non si
mangia.. Oggi non si può parlare di politica senza parlare di ambiente. Non
si può avere una visione del mondo o una proposta di società che non affronti il futuro
di beni comuni fondamentali quali l'acqua, l'energia o il suolo o che non dia risposte
chiare sulla tutela della qualità dell'aria e del cibo. Queste dovrebbero essere le
priorità del Governo, dopo aver cambiato la legge elettorale,se non si affrontano questi
temi concretamente: il lavoro, la sicurezza, e la salute rischiano di rimanere delle
parole vane ed inapplicabili per tutti noi cittadini. Ricordiamoci sempre che lecologia
ci insegna che la nostra Patria è il mondo. Ma molte volte, la stessa energia pulita non
è pulita come sembra. Prendiamo ad esempio i pannelli fotovoltaici, questo tipo di
energia dovrebbe essere il più pulito del mondo, ma ne siamo certi? I pannelli installati
adesso hanno secondo gli esperti, mediamente una vita utile compresa tra i 20 e i 30 anni.
Da qui il paradosso, questi pannelli, infatti, non verranno smontati e riciclati entro
uno, due o tre anni ma tra una generazione e nel frattempo se ne costruiranno altri che
occupano sempre di più spazi nella campagne. Questi tra i 20 e 30 anni dovranno
essere smaltiti e così terreni a vocazione agricola sono stati per trentenni occupati da
uno scempio paesaggistico e poi magari verranno lasciati marcire in quei siti e le aree
avranno alti costi per la loro bonifica.. Oggi, purtroppo non ci sono alternative allenergia
idroelettrica o alla pericolosa e ancora di più nociva energia nucleare per la
produzione di grosse quantità di energia. Ritengo che il miglior energia che possiamo
creare è il risparmio energetico con un oculata gestione dellenergia a disposizione
senza andare a deturpare ampie porzioni del territorio agricolo-forestale o imbarcarci in
suicidi programmi nucleari. Dobbiamo imparare a consumare di meno, una scelta
virtuosa. Ritengo che la formula della decrescita felice, come antidoto alla
spirale del consumismo e delle sue periodiche crisi, non è priva di suggestioni.
Paradossalmente, il mondo sta entrando in una fase di recessione economica proprio nel
momento in cui la produzione e la circolazione delle merci ha raggiunto lapice del
volume e della capillarità, grazie alla globalizzazione. Grandi quantità di prodotti,
provenienti specialmente dallIndia e dalla Cina, sono disponibili sul
mercato internazionale, ma i consumi calano vistosamente, perché calano i redditi dei
consumatori. Evidentemente la produttività non è di per sé un valido indicatore
economico di prosperità. Si tratta di una drammatica sconfessione del paradigma culturale
su cui la cosiddetta civiltà del benessere ha impostato scelte politiche e
stili di vita, confidando nellequazione crescita dei consumi=crescita economica.
Personalmente penso che forse dovremmo cominciare a distinguere fra il significato dei
termini merci e beni, parole apparentemente simili ma che
hanno in realtà connotazioni pratiche, e soprattutto morali, molto diverse: le merci,
come chiarisce letimologia, rispondono al mercato, i beni alluomo e alla
società. Sarebbe il caso di cominciare a guardare più ai beni che alle merci. Il
concetto di bene, il cui punto più alto è il bene comune,
non è riducibile a quello di cosa da consumare, ma contiene
significati molto più profondi e generali: laria, lacqua, la terra, latmosfera,
le risorse energetiche sono beni che appartengono a ognuno e a tutti e che non
possono essere inquinati o distrutti per produrre merci a più non posso. E
allora è importante che lutilità sociale debba necessariamente prevalere sullutile
privato. Certo questo concetto dovrebbe fare cambiare la rotta sui valori anche dei paesi
occidentali più sviluppati. Penso che ci sia limpegno di tutti per arrivare a
un protocollo di contenimento delle emissioni inquinanti per ripensare un certo modello di
sviluppo, i cui costi sono ormai insostenibili. Mi rendo conto che oggi nessuno possiede
la ricetta della felicità collettiva, ma senza aspettare che siano le istituzioni a
muoversi, anche tutti noi semplici cittadini nel nostro piccolo possiamo fare molto per
promuovere una nuova cultura del consumo, adottando scelte personali e stili di vita più
virtuosi, quali moderazione, responsabilità e consapevolezza.
Favria, 20.3.2013
Giorgio Cortese
Anche per i politici più longevi, la vita è troppo breve in
relazione a quanto vorrebbero brigare in futuro.
Che tristezza!
Secondo Giordano Bruno, simbolo della libertà di pensiero, morto
sul rogo ad opera dellInquisizione: La sapienza e la giustizia cominciarono
ad abbandonare la terra allorquando i dotti, organizzati in sètte, cominciarono ad usare
la loro dottrina a scopo di lucro. Degli amici mi hanno raccontato scandalizzati
che ad una riunione che hanno partecipato in una associazione che dovrebbe essere onlus,
molte volte non si parla più dello scopo associativo ma di gelidi costi e ricavi. Certo
la crisi economica morde e anche il volontariato ne risente e i soldi servono per mandare
avanti la macchina organizzativa, necessaria ed utile per conseguire lo scopo, ma è la
riduzione della dottrina a scopo di lucro che mi impressiona. Giordano
Bruno coglie, dunque, nel segno proprio con questa espressione, purtroppo sempre più
comune in ambienti che non dovrebbero essere:a scopo di lucro ma
senza scopo di lucro. La società contemporanea mi ha ormai abituato
a dare un costo a tutto, a tale punto che è sempre attuale la frase scritta da Ignazio
Silone in Fontamara: Se è gratis, c'è l'inganno, e di questo mi sono
reso conto quando nellassociazione che frequento partecipiamo con dei banchetti e
diamo dei palloncini gratis a bambini per propagandare il dono gratuito del sangue, i
genitori sono sempre diffidenti credendo di dover pagare qualcosa. Oggigiorno
abbiamo perso il senso del gratuito e tutto viene compiuto secondo un calcolo, esplicito o
implicito. È per questo, come diceva GiordanoBruno, che sapienza e giustizia sono così
rare e il dono libero e puro è quasi un miracolo, ma meno male che esiste come nel
generoso dono delloffrire il proprio sangue.. Un piccolo gesto che nobilità lanimo
ed aiuta una vita.
Favria, 21.03.2013 Giorgio Cortese