Il nulla di certe persone è simile ad un buco nel muro senza il muro intorno.

 Il sonno della politica.

La recente foto di un cittadino eletto tra le locuste pentastellate, addormentato tra i banchi del Senato mi ha fatto riflettere, che proprio loro a parole dichiarano che dovrebbero vigilare sui vizi degli italiani ma poi cadono sull’italica pennichella. Già il termine pennichella lemma tipicamente romano deriva dal latino “pendiculare”, derivato pendere, essere sospeso, insomma inclinarsi in un verso. Infatti chi dorme seduto, in effetti, "pende" in avanti o indietro, oppure verso uno dei due lati. La voce allude appunto al movimento declinante e oscillatorio del capo in chi sta per addormentarsi in una posizione poco agevole. Ma il sonno della politica ci porta verso la china della malagestione ed anarchia sociale.Ricordo che per  piccoli gradi quasi inavvertiti stiamo scivolando verso sovvertimenti sociali violenti, ed è questo il dramma della nostra Patria. Oggigiorno le nostre coscienze di cittadini sono colpite goccia dopo goccia di parole vuote che ci perforano la coscienza personale e collettiva, smagliandola fino al punto di renderla incapace di reagire all’ingiustizia o all’infamia. Stiamo diventando una società sempre di più non  tanto di persone immorali in modo consapevole e quindi capaci di un sussulto, quanto piuttosto di amorali, sonnolenti appunto e indifferenti. E una volta precipitati in questa insensibilità, la voce della coscienza civica si fa afona o indistinguibile. La nostra Patria mi pare stanca,  invecchiata, non più alimentata dalle radici vigorose del suo passato glorioso, oggi solo pronta a lasciar germogliare veleni e zizzanie che ci indeboliscono sempre di più. Quando si è simili a scorze rinsecchite, a conchiglie svuotate, è facile che lo spazio vuoto venga ricolmato di segatura o di echi di slogan e di luoghi comuni. Questo è l’amaro ritratto della nostra società sempre più ingrigita e superficiale. È necessario un sussulto, un risveglio collettivo, per ritrovare l'animo autentico sepolto nel torpore per recuperare la speranza di un futuro migliore

Favria, 30.03.2013                  Giorgio Cortese