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L.TARIZZO-D.CHIARABAGLIO
E sempre attuale
Una cosa che mi ha sempre colpito del Divina Commedia è il
titolo. Leggendolo attentamente nellepoca storica un cui venne scritto, si scopre
che nel Medioevo si era persa la nozione di tragedia e commedia come rappresentazioni
sceniche; questi termini, quindi, indicavano semplicemente componimenti narrativi, che si
distinguevano tra loro per diversità di contenuto. Per la tragedia un fine doloroso,
personaggi socialmente e culturalmente alti, con uno stile raffinato. La commedia
invece con lieto fine, personaggi borghesi o popolari, con uno stile semplice.
pertanto Dante intitolò la sua opera allinizio solo Commedia per la
presenza di toni e argomenti quotidiani, anche se mescolati ad altri elevati ed
elevatissimi. In seguito con Boccaccia venne aggiunto laggettivo Divina,
che divenne parte stabile del titolo dopo la sua apparizione sul frontespizio
dell'edizione veneziana del 1555. Il poema è il racconto fantastico del viaggio compiuto
da Dante tra l'8 e il 14 apr. 1300, attraverso i tre regni dell'oltretomba; il viaggio
nell'aldilà è tema assai diffuso nel Medioevo, ma Dante si inspirò allEneide di
Virgilio. Scopo dichiarato del poema è di riportare gli uomini sulla via del bene e della
verità, mediante la rappresentazione delle pene e dei premi che attendono rispettivamente
i peccatori e i buoni nella vita eterna. Il racconto, nel suo schema fondamentale, ha un
preciso significato allegorico. Dante che, smarritosi in una selva, per uscirne è
condotto prima da Virgilio a visitare l'Inferno e il Purgatorio, e poi da Beatrice alla
visione dei beati e di Dio nel Paradiso, rappresenta l'anima umana che, caduta nell'errore
e nel peccato, riconosce gli sbagli e se ne pente sotto la guida della Ragione o Sapienza
umana, Virgilio. L'anima, così purificata, può poi comprendere le superiori
verità della fede, sotto la guida della Sapienza divina affidata al magistero della
Chiesa, cioè della Teologia, Beatrice, e pervenire alla beatitudine celeste e all'unione
con Dio, che è il fine ultimo per cui essa è stata creata e a cui naturalmente tende.
Nella Divina Commedia laldilà è descritto da Dante secondo un ben preciso schema
architettonico. Tutto l'oltretomba si dispone intorno a un asse ideale che parte dal
centro di Gerusalemme e, attraverso la voragine infernale che si apre sotto la città,
giunge al centro della Terra. Da qui, prolungato sino all'altro emisfero, diventa l'asse
di un tronco di cono, Purgatorio, andando a finire al centro di un piano, Paradiso
terrestre, dove termina, che è quindi diametralmente opposto a Gerusalemme. Prolungandosi
ancora, l'asse ideale sale, di cielo in cielo, sino al centro della rosa dei beati, cioè
dell'Empireo. Ma nella Divina Commedia è anche una parafrasi mascherata dell'Apoc
Favria, 16.04.2013