Se la verità e' figlia del tempo e per qualcuno il tempo e' scaduto! E sono al pian dei babi! letteralmente allo stesso livello dei rospi. Morale nonostante gli sforzi  sono rimasti  un basso livello nella realizzazione di un obiettivo

 Donare sangue, donare con gioia

Il sangue è un liquido che rappresenta il 7% del peso del mio corpo. E' responsabile delle più importanti funzioni vitali. Ma molte volte come essere umano solo gonfio della mia egoistica supponenza me ne dimentico. Molte volte sono tentato dal ragionare che il mio successo e la mia felicità dipendano da quanto sono focalizzato su me stesso. In quei momenti soddisfare il mio smisurato ego, i miei impulsi e desideri mia  sembra a volte come la via esclusiva per raggiungere la mia felicità. Purtroppo, solo raramente realizzo che ciò non è affatto corrispondente alla realtà. Al contrario, la felicità trova la propria forma di realizzazione più genuina e autentica solamente quando riesco a liberarmi dall’urgenza e dall’impulso impellente di soddisfare i miei desideri per donarmi sinceramente al prossimo, abbracciando l’immensa gioia del dare me stesso e dedicare le mie energie a quanti sono intorno a me. Quando inizi a donare  il sangue senza attendere o pretendere nulla in cambio, si arriva   a comprendere l’arte della vita.  Si giunge a scoprire che la mia serenità e la calma del mio animo non derivano solo dal soddisfare i miei desideri e le mie ambizioni. La vera felicità e quello di sentirmi utilE agli altri  anche attraverso i dono del sangue. Ecco è questo quello che ho provato oggi e quello che hanno provato con me le circa 70 persone che oggi sono venute a donare a Favria, alla Fidas. Grazie di Cuore a tutti quelli che oggI hanno donato. Grazie di Cuore a quelli che oggi hanno effetuato gli esami. Grazie di cuore ai nuovi donatori e un grazie sincero a quelli che oggi sono venuti ma per motivi medici non hanno potuto donare. Grazie a tutti  ed un grazie speciale al Direttivo, sempre favoloso nel collaborare e bravo nel raggiungere sempre nuovi traguardi. GRAZIE MILLE A TUTTI!!!

Favria,  3.5.2013   Giorgio Cortese

 

Ma oggi serve ancora il sindacato?

Ma oggi che cosa serve il sindacato? Ma soprattutto, ha ancora senso un sindacato nel 2013? Oggigiorno viviamo in un epoca di profonda crisi, un epoca in cui tutto è da ripensare a partire dai lasciti del ‘900 come i sindacati confederali. Nella crisi generale della rappresentanza che colpisce innanzitutto i partiti politici, anche i sindacati soffrono di una certa sfiducia e disaffezione. Ma oggi occorre più sindacato di ieri. Ma il sindacato deve necessariamente cambiare, coniugando i suoi valori originari con il nuovo scenario sociale ed economico. C’è la necessità di comprendere a fondo e di dare una risposta ai nuovi bisogni sociali e lavorativi. Il Sindacato deve tornare a riprendersi cura dei lavoratori e delle nuove vulnerabilità e degli ultimi della nostra società. Deve imparare a parlare il linguaggio delle nuove generazioni, e dare loro spazio nella vita dell’organizzazione. Insomma serve un sindacato nuovo. Ma un pensiero aleggia nella mente di molti italiani morsi dalla crisi: ma questo sindacato mi rappresenta? Mi difende? Purtroppo il sindacato come i partiti politici si è trincerato nelle sue ridotte a difesa dell’ossatura. istituzionale tradizionale del mercato del lavoro italiano: la triade articolo 18-Cassa Integrazione-contratto nazionale di lavoro. Posta l’intoccabile stabilità di questa, il problema della segmentazione di diritti e tutele tra diverse categorie di lavoratori può essere risolto solo con riforme riempitive o espansive. Che cioè semplicemente estendano le istituzioni esistenti a settori e forme contrattuali scoperti. Ma questa strategia dal 1997 ad oggi si è dimostrata a perdere, e non solo a causa delle cattive intenzioni dei governi. Occorre cambiare in fretta e si deve riorganizzare per prendere parte attiva al processo di un più efficiente l’utilizzo delle risorse economiche, per semplificare la burocrazia ed utilizzare in modo più proficuo le risorse umane, rafforzando la presenza nei luoghi di lavoro e aumentando la partecipazione degli iscritti e dei delegati. Il sindacato oggi ha bisogno di una qualità che sembra divenuta in Italia merce rara, il coraggio di rimettersi in gioco ed uscire dagli schemi ormai superati con coraggio e lungimiranza per dare un segnale forte al Paese a tutti i livelli. Usando una frase fatta mi viene di sostenere che l’Italia non è un paese per giovani, ma neppure un Paese per vecchi. L’unica soluzione è quella di unire le generazioni per un nuovo  welfare solidale, sostenendo la famiglia e la non autosufficienza, la revisione del sistema fiscale, rivalutazione del potere d’acquisto delle pensioni. Pensando sempre ai giovani che oggi sono  schiacciati tra l’incudine della disoccupazione e il martello della precarietà, tanto più qualificati quanto più “in fuga” dal paese. Un patrimonio inestimabile che la nostra Patria non può permettersi di dissipare

Favria,  4.5.2013                 Giorgio Cortese

 Conosco delle persone che pensano di sapere tutto e   purtroppo per loro  è tutto quello che sanno

 L’ Azalea dai magnifici colori!

Nulla, come la natura, sa cogliere il bello dell'esistenza e manifestarlo con i suoi colori! E mi riferisco all’azalea, dal latino scientifico   Azalea, lemma che deriva dall’aggetivo greco che significa: “secco”, perché alcune specie prediligono i terreni aridi. Questa pianta erbacea viene considerata un  sottogenere di Rhododendron.L'Azalea era già conosciuta nell'antichità, in quanto i fiori di molte specie, soprattutto asiatiche, sono particolarmente ricchi di nettare anche se alcune sono velenose. Questo fiore è tutto femminile e non solo per il colore rosa dei suoi petali che simboleggia la femminilità come nell’antica tradizione cinese e nel linguaggio dei fiori significa "temperanza". Simboleggia inoltre anche la fortuna, un fiore da regalare prima di affrontare una prova importante. . Ma come sopra menzionato è anche velenoso e questo fatto era già conosciuto nell'antichità tanto che lo stesso Plinio, riferisce di un'intossicazione dei soldati dell'esercito romano, durante la campagna asiatica, provocata dal miele di specie velenose. Le prime Azalea giunsero in Europa a partire dalla fine del 1600 e furono dapprima trattate come piante da serra, data l’origine esotica. Ebbero subito largo successo e furono sottoposte a ibridazione intensiva, ancor oggi praticata dai floricoltori. L'azalea è una delle piante segnalate come valide purificatrici dell'aria, infatti, le sue proprietà in tal senso sono state studiate nell'ambito di studio condotti dalla NASA, l'agenzia aereospaziale americana. In particolare è emerso che l'azalea è in grado di rimuovere dall'aria di ambienti chiusi, la formaldeide e l'ammoniaca. Le azalee contengono glucosidi con proprietà antisettiche e antireumatiche e sostanze che vengono usate come stabilizzanti nella stampa fotografica a colori. Infine una leggenda coreana narra che durante il regno del re Songdok, la moglie di un alto magistrato, durante un viaggio, vide delle bellissime azalee su una rupe scoscesa. Un povero contadino del luogo si arrampicò e, porgendoglieli, le dedicò la prima poesia floreale a noi conosciuta. E allora in casa risplende come una regina l’azalea mentre dalla finestra occhieggia una luce di cielo indefinito e lei dai tenui colori rosa sembra quando gli passi vicino che mi dedichi una tenera carezza.

Favria,  5.5.2013    Giorgio Cortese