Ricordatevi che recintare il pollaio è una cosa, prendere la volpe è un’altra!

 Eolo!

L’amico Diego mi ha inviato per giovedì 16 c.m dalle ore 21,00 alle ore 22,00 a Salassa (To) presso la Sala  del Consiglio Comunale, alla presentazione del progetto Eolo. Questo nome mitologico mi ricorda il re dei venti, nato mortale che divenne in seguito un dio domatore dei venti che abitava secondo il mito a Lipari, un isola galleggiante. Eolo custodiva dentro a delle anfore i venti che gli erano stati donati da Zeus. Viene citato per questo sia nell’Odissea e compare anche nell’Eneide. Ritengo che la serata sarà molto interessante perché se come penso, grazie ad Eolo e la connessione alla Banda Larga, internet sarà fruibile anche per quei cittadini che risiedono in zone non servite dalla ADSL , insomma libera come i venti che solo il mitico Eolo aveva domato, ed arrivare proprio dappertutto

Favria, 16.05.2013                  Giorgio Cortese

Prendere consapevolezza

Il mondo gira solo per ignoranza, infatti se si parla saggiamente qualcuno subito mi dice che ho poco senno. Purtroppo l'ignoranza è temporanea, ma la stupidità di certe persone è per sempre e nulla  è più terribile dell’incompetenza attiva! Se siamo arrivati a questo punto è anche perché molte persone che erano già incapaci di imparare si sono messi a dirigere e nel tempo sono così aumentati di numero che sono diventati dei partiti politici. Certo mi rendo sempre di più conto che la mia ignoranza, pur avendo grosse lacune, è enciclopedica, infatti: copre tutti i campi dello scibile umano. Ma ho preso atto della mia ignoranza e sono pronto a imparare da chiunque, indipendentemente dalla sua qualifica, perché non posso pretendere che le cose cambino, se continuo fare sempre gli stessi errori.

Favria, 17.05.2013                     Giorgio Cortese

 

Quando il numero non basta, Gaugamela 331 a.C.

La battaglia di Gaugamela, antico villaggio assiro a circa 100 km. a Nord di Arbela.. Il sito della battaglia non è stato identificato con certezza. Lo scontro probabilmente venne combattuto vicino ad una collina a forma di gobbe di cammello, da cui l'etimologia del nome: Tel Gomel,  o Tel Gahmal,  o Monte del Cammello in ebraico. Altri traducono il nome come Stalla del Cammello. Secondo Plutarco viene indicato come Casa del Cammello nella sua Vita di Alessandro.L'opinione maggiormente accettata a proposito del sito è che si trovi ad est di  Mossul, nell'odierno  Iraq settentrionale. Dopo la battaglia Dario fuggì ad Arbela, l'odierna Arbil, situata a circa 100-120 chilometri ad est. Dario durante la battaglia lanciò i suoi carri, alcuni dei quali furono intercettati dagli Agriani. Gli agriani  erano una tribù peonia-tracica   che abitava nell’attuale Serbia meridionale. Gli agriani combattevano leggeri, portando un fascio di giavellotti nella battaglia, senza indossare nessuna armatura o elmo, forse neanche scudi. Alessandro fece un uso esteso di loro e ogni volta che si trattava di inviare una  colonna volante,  gli agriani vi erano sempre inclusi. Esperti combattenti sui terreni montani, venivano usati quando la velocità diventava un fattore essenziale, supplendo così alla falange, laddove essa risultava non appropriata o dotata di scarsa mobilità..Pare che l'esercito macedone fosse stato addestrato ad una nuova tattica per contrastare il devastante attacco dei carri nel caso in cui fossero riusciti a penetrare nei loro ranghi. Le prime linee avrebbero dovuto spostarsi lateralmente aprendo un vuoto. Il cavallo nemico si sarebbe rifiutato di schiantarsi contro le lance delle schiere più avanzate e sarebbe entrato nella trappola, dove le lance delle seconde linee lo avrebbero fermato. Così i cocchieri sarebbero stati uccisi con facilità Di fatto i Macedoni riuscirono a fermare l'attacco dei carri. Mentre i Persiani insistevano con l'attacco ai fianchi dei Macedoni, Alessandro lentamente scivolava nella loro retroguardia. I Persiani lo seguirono in questa manovra finché, finalmente, un vuoto si aprì tra l'ala sinistra di Besso e Dario, al centro, proprio quando il re macedone aveva gettato nella mischia le sue ultime riserve a cavallo. Alessandro diede ordine alla sua cavalleria personale di disimpegnarsi e di prepararsi per l'attacco decisivo contro i Persiani. Continuando a marciare dispose le sue unità come a formare un'enorme freccia, la cui punta era egli stesso. Dietro di se aveva la sua cavalleria personale e tutti i battaglioni della falange che riuscì a sottrarre alla battaglia. Ancora più dietro erano schierate delle truppe ausiliarie leggere. Questa "grande freccia" attaccò al centro i Persiani, proprio dove erano più sguarniti, mettendo fuori gioco la guardia reale di Dario ed i mercenari Greci. Besso, sulla sinistra, si trovò separato da Dario e, temendo di essere attaccato anche lui da quella formazione nemica, cominciò a ritirare le sue truppe. Anche Dario rischiava di restare isolato. A questo punto le varie fonti differiscono su cosa accadde. Secondo l'opinione più diffusa Dario si ritirò ed il resto dell'esercito lo seguì. Ma l'unica fonte contemporanea a noi nota, un diario astronomico babilonese scritto nei giorni della battaglia, dice: “Il ventiquattresimo [giorno del mese lunare], nel mattino, il re del mondo [cioè, Alessandro] [ha instaurato il suo] ordine [lacuna]. Opposti l'uno all'altro, combatterono ed una pesante sconfitta delle truppe [del re fu inflitta da lui]. Il re [cioè, Dario], le sue truppe lo hanno abbandonato ed alle loro città [sono tornate]. Sono fuggite nella terra del Guti.” Secondo lo storico Arriano i Macedoni e Greci, comandati da Alessandro erano circa: 7.250 cavalieri e 40.000 fanti. iPersiani, comandati da Dario, circa 35.000 cavalieri, la  maggior parte con armatura pesante, 200.000 fanti, inclusi 10.000 mercenari greci,  200 carri da guerra falcati Sciti e 15 elefanti da guerra indiani.

Favria, 18.05,2013             Giorgio Cortese

 

Nella vita quotidiana da sempre l’onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo se le persone disoneste non vengono severamente punite.