E’ assurdo!

E’ assurdo che per essere ascoltati, avere garanzie circa il proprio posto di lavoro ci siano sempre più lavoratori costretti a gesti estremi in presenza di situazioni drammatiche che si trascinano irrisolte. Sono sinceramente solidale nei  confronti di tutti coloro che rischiano di perdere il posto di lavoro. Solidarietà ai lavoratori della Berco e dell’Asa!

 

Non solo l'aiuto materiale è necessario per chi è in uno stato di bisogno o di difficoltà: bisogna sanare le ferite dell’animo

 Res Gestae Favriesi, il Cavaliere di Salmour

 “Cavaliere dell’ordine  supremo della ss. Annunziata luogotenente generale nelle regie armate e governatore della citta’ e provincia di Torino.”Il testo cosi prosegue: “Le attuali circostanze esigendo di aumentare le forze dell’Armata, S.M. ha comandata una nuova levata d’uomini, i quali avranno a servire pel corso della presente guerra; epperciò ordiniamo alla Comunità al piè della presente descritta di movere tosto divenire alla nomina del numero d’uomini infra notato, senza escluderne le Milizie, fuorché gli Ufficiali delle medesime, e di presentarli a questo Governo per passare all’assento in rinforzo della Riserva del Reggimento di Susa. All’oggetto di facilitare l’esecuzione di questa levata, e renderla sollecitamente compita, la M.S. permette che si possano eleggere soggetti d’anni 40, ed accettare i minori d’anni 18, purchè abbiano compiti li 17, e mezzo, e sieno di sufficiente corporatura pel maneggio delle armi. Essendo grande il numero de’ congedati, e de’ rifiutati per contratte indisposizioni, non è improbabile, che alcuni di essi abbiano riacquistata la pristina salute; epperciò la M.S. permette, che sieno nuovamente eletti quelli affetti da malattie di natura tale da potersene essere in oggi risanati; quale però risulti alle Amministrazioni, che i medesimi sieno realmente in caso di prestare il loro servizio, di qual cosa dovranno preventivamente accertarsi. Siccome non di rado è accaduto, che siensi presentati soggetti visibilmente inabili al servizio militare, oppure stati diverse volte rifiutati per indisposizioni verificate, onde si è dovuto procedere ad altra nomina, la qual cosa ha prodotto spese,  e ritardo, così preveniamo le Amministrazioni, che non solamente si respingeranno li soggetti di dubbia capacità, e tanto più quelli visibilmente inabili, ma si riterranno i Deputati sinchè siensi rimpiazzati con altri migliori soggetti. In fine degli atti di nomina si descriveranno i maschi componenti le famiglie degli eletti col loro nome, ed età. Gli eletti dovranno essere avvertiti di seco portare il loro piccolo equipaggio, giacchè non sarà loro più permesso di ritornare alle proprie case; e la loro presentazione si farà nel solito palazzo del Governo nel giorno infraespresso coll’accompagnamento d’uno degli Amministratori dall’ordinario Consiglio deputando, il quale ne risponderà dell’identità, e porterà seco una copia autentica dell’atto di nomina, lettere di precetto, e relazione d’intimazione per valersene in caso di renitenza.

Torino li 29 aprile 1796

Comunità di Favria, Soggetti num. 6 da presentarsi la mattina   del 13 del prossimo maggio, ed alle ore 8 in sesto rinforzo

Valperga

Orechia Segretario

Favria, Io sottoscritto  ho ricevuto soldi venti per   il  posto di questa……..Favria li 2 di maggio 1796 “ 

Favria,         Giorgio Cortese

 

In questi anni ho avuto l'amara esperienza che dove non c'è sincerità, non potrà mai esserci nessun sentimento come quello del’amicizia!

 

Dal piemontese  bura a burrasca

In piemontese si dice “Bura” una piana impetuosa di un fiume o una grande calca di  folla. In italiano il lemma  burrasca sta a significare un vento forte che soffia a una velocità compresa in media tra sessanta e novanta chilometri orari. Il vento di burrasca riduce drasticamente la visibilità e rende molto difficoltoso muoversi in direzione controvento. Sul mare le onde raggiungono un'altezza di media-altezza sulle quali si forma la schiuma e si staccano spruzzi d'acqua. Il vento di bufera può anche staccare rami dagli alberi e qualche piccola parte dei tetti sugli edifici. La burrasca è un vento molto freddo. L'etimologia del termine latino "boreas" mi consente di risalire al suo significato originario ossia "settentrionale".  Borea era infatti, il nome  dato dai Greci al vento del Settentrione e al dio corrispondente, figlio di Astreo e di Eos, fratello di Zefiro, Noto e Argeste secondo Esiodo. Tra le personificazioni divine dei venti, Borea è quella più ricca di figurazione e di mitologia: rappresentato con figura umana, alata, bifronte con lunghe chiome e barba scomposta, caratteristica di alcune tra le più importanti divinità dei venti anche nelle mitologie non greche. Ebbe culto tra gli Ateniesi, che dicevano di essere stati aiutati da lui contro l’imperato persiano Serse. Nella mitologia greca i gemelli Zete e Calai, boreadi, figli di Borea e di Orizia, parteciparono alla spedizione degli Argonauti e, giunti con questi presso il re di Tracia Fineo, perseguitato dalle Arpie, lo liberarono. Ricorrono spesso nelle pitture vascolari come esseri alati che inseguono le Arpie. Il vento boreale è pertanto un vento forte e freddo. E' spesso associato alle precipitazioni piovose,  bufera di pioggia  associata molte volte alla grandine  o nevose,  bufera di neve. Va detto, comunque, che la bufera non è una tempesta. Nella scala della forza del vento la bufera occupa l'ottavo,   bufera moderata,  e il nono grado,  bufera forte,  mentre la tempesta è un vento più forte, classificato al decimo grado della scala di Beaufort. Ma la parola burrasca significa anche un avvenimento grave,  una disgrazia o disavventura. Significa anche una situazione di scontri,  di contrasti, con sviluppi spesso drammatici. E può essere ancora una lotta  intima o contrasto di passioni. La parola burrasca personalmente mi fa venire in mente che certi giorni di vento quando passo nel parco vicino a casa  non so dove le ghiandaie tra le piante del parco Martinotti abbiano il nido, ove trovino la loro pace.  Certi giorni sono come loro in perpetuo volo. La vita la sfioro com’essi l’erba per acciuffare il cibo. In quei giorni coloro le parole sulla tela della mia vita con tutte le sfumature di grigio dei giorni tristi. Per fortuna che ci sono dei colori accesi come il giallo per colorare  la felicità dei sorrisi e spennello  con quello parole cariche del colore della felicità, dell’allegrezza, e anche la gioia nel pianto e nel sorriso di un bambino. Tutti i giorni raccolgo  parole sulla tela della mia vita. Di rosso coloro l’amore per l’esistenza e le emozioni  che traboccano dal mio animo cadono sul pennino della passione per scrivere sulle  pagine bianche e in quelle più scure della vita. Ritengo che dove  vive la poesia ci sono le mie parole. Non mi  reputo un poeta, ma un cercatore assiduo di parole che diventano poesia.

Favria, 26.05.2013                  Cortese Giorgio

 

Nella vita chi ha la salute, ha la speranza e chi ha la speranza, ha tutto.

 

La forza è nella calma. 

Sono sempre rimasto affascinato dagli orsi che ritengo simboleggino  due qualità importanti della vita quotidiana, danno l’impressione di una grande calma e conoscono perfettamente l’arte del totale rilassamento, ma attenzione all’occorrenza  quando meno te l’aspetti si ergono in un attimo in tutta la loro altezza e potenza per difendersi o cacciare. E in quei momenti sono capaci di trasmettere forza e dinamismo come pochi altri animali. Recentemente ho letto un libro di Seiwert Lothar, Editore   TEA   2006, dal titolo:   “La strategia dell’orso. La forza è nella calma “. Con la calma si attutisce l'impeto, con l'ordine si controlla la confusione, con ciò che non ha forma si domina ciò che ha forma. Osservare l’avversario, studiare la sua posizione, individuarne i punti deboli, lasciarlo agire per primo, perchè le contese vincenti sono quelle in cui prima si ottiene la vittoria e solo dopo si combatte e le battaglie destinate ad essere perse sono quelle in cui prima si combatte e successivamente si cerca la vittoria. Questo libro mi ha fatto riflettere  di tutte quello volte che ho perso la calma e poi mi sono pentito! Perdere il controllo non è mai una sensazione piacevole e quindi nella vita bisogno comportarsi sempre di più come questo grande mammifero. Insomma apparire calmo ed imperturbabile ma allo stesso tempo, essere capace di grande dinamismo quando serve. Di forza e velocità ne ho disperato bisogno per poter tenere il passo con il ritmo frenetico della giornata, ma solo con la calma e la pacatezza posso riuscire a non farmi schiacciare dallo stress. L’orso è quindi un esempio perfetto e nella simpatica favola del libro è circondato da vari personaggi in cui ognuno può ritrovare se stesso: la professoressa Costanza Civetta, pervasa dal senso del dovere e dallo spirito di sacrificio, oppure Anita Ape, operosa ma sfinita dall’eccesso di lavoro. Lorenzo Lepre è stressato e frenetico mentre Cesare Maria Cervo è pigro e poco metodico. Tutti questi e molti altri sono i protagonisti di una storia che è la metafora della mia vita, delle richieste che mi vengono fatte e di come posso cambiare e diventare, un po’ di più, orso, guadagnandone in qualità della vita. Insomma acquisire sempre di più “resilienza” per condurre una vita serena, nonostante i colpi del destino. Se acquisisco la qualità della  resilienza non crollo dinanzi a una crisi, ma ne esco arricchito interiormente.

Favria, 27.05.2013                   Giorgio Cortese