Sarei falso se affermo che il lavoro mi piace, non non piace a
nessuno! Personalmente ritengo che nel lavoro cè la possibilità di trovare me
stesso
La dignità viene prima del denaro.
Ieri sera un fatto che mi ha profondamente colpito, è stato la
frase dettami da una persona che ha perso il lavoro, perché la fabbrica chiude
definitivamente. Questa frase mi viene detta quasi sottovoce e pudicamente: Non
voglio beneficenza assistenziale ma un lavoro decente!. Queste sono parole che
interrogano il mio animo ed è questo che i cittadini chiedono in questo momento di crisi.
Quello che le persone chiedono non è prima di tutto il denaro, bensì un lavoro, la
dignità di un lavoro. Perché? Perché l'opportunità di un lavoro decente le fa uscire
dal personale convincimento di essere parassiti falliti, rifiutati dagli altri, e le
congiunge invece alla creazione della loro comunità, del loro quartiere o del loro paese,
nella dignità e nella sicurezza per la loro famiglia e per loro stessi. Il grido di
questa domanda ha riaperto nel mio animo, identiche domande fattemi in questi anni da
giovani disoccupati, o da over cinquantenni mentre a poca distanza trovavo adulti che
crollavano sotto il peso di un eccessivo lavoro che li faceva sopravvivere appena e
nuoceva alla loro vita personale e familiare. Non riesco a rassegnarmi a vedere un tasso
di disoccupazione giovanile così alto, quando i giovani hanno in sé tutte le energie del
futuro e sono loro precluse opportunità di lavori dignitosi che ne formerebbero
Favria, 6.06.2013
Prima o poi tutti finiamo per dimenticare la nostra vera esistenza per cancellare le nostre individualità e stiamo appiccicati alle nostre maschere ignorando per sempre il nostro vero io. E se qualcuno ce lo fa notare, arriviamo a odiarlo, crediamo che sia pazzo o che voglia violare i nostri più riposti segreti.
Scriveva a Giulio Andretto che :La cattiveria dei buoni è pericolosissima, personalmente aggiungerei devastante.
Dallagonia allagone per raggiungere laretè politica!
Oggi siamo tutti spremuti, sospettosi gli uni con gli altri,
dai lavoratori dipendenti che accusano i commercianti ed artigiani e questi ultimi
anche loro spremuti come limoni ed insidiati nelle loro attività da operai ed impiegati
che pubblicamente li accusano ma poi lavorano in nero, autogiustificandosi che intanto
loro non fanno nulla di male. E cosi tutti insieme scivoliamo sempre più giù.
Certo non aiutano i partiti che sono solo capaci di insultarsi sotto la cenere di
questa pace forzata per fare finalmente qualche riforma importante. E poi le varie
caste e corporazioni che sono il ventre molle della nostra società e tutte insieme
difendono i loro privilegi, dai sindacati, dove ormai diversi di loro si sono
secolarizzati, pensando più agli introiti delle tessere che ai bisogni della categoria
che dovrebbero difendere, dai giudici che a volte inseguendo dei personali teoremi
non si accorgono al resto del malaffare che sguazza. Mi viene da pensare che forse nel
400 d.c. gli antichi romani vivevano la stessa angoscia con la corruzione ed il
malaffare che imperversava e i barbari che sempre più facilmente bucavano le barriere
difensive dei limes dellimpero. Oggi non abbiamo più i barbari, ma gli
extracomunitari e allora certi leader a corto di idee convogliano la sensazione di
insicurezza verso di loro, poveri italiani contro poveri extracomunitari, che tristezza,
questa guerra tra poveri che ci fa affondare tutti sempre di più nella povertà. La
nostra società in Italia è in agonia ed intendo con questo lemma per lo stato che
di solito precede la fine della vita di un essere vivente, infatti, nell'ambito medico è
il momento dell'indebolirsi di funzioni vitali prima della morte di un individuo. Ma la
radice di questo vocabolo deriva dal greco antico agonia con il significato di
gara e lotta e da questo agon che significa combattimento e anche il sostantivo agonismo
che è lo strenuo impegno che un atleta assume per vincere una gara con tutte le sue umane
forze. Ecco che allora nutro la speranza che si può guardare al futuro con
ottimismo per riacquistare fiducia in noi stessi, per risalire la china di una pesante
caduta economica che ha coinvolto lEuropa intera, guarire da quei mali che tendono a
riproporsi periodicamente e che sono riemersi ancora di recente come la corruzione che
disgrega lentamente la nostra democrazia con radici in trame inquinanti o in squallide
consorterie che possono minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni con il
pericoloso virus dellanti-politica. Si tratta di una realtà variamente commentata
sulla stampa, e che ha diversa valenza sul piano penale e giuridico e coinvolge
endemicamente molte istituzioni. Questi sottili veleni si spandono nella vita
collettiva, veleni di privilegio, di favoritismo, di complicità. Ma questo mi fa
riflettere sul fatto che la tutela di una società democratica non è affidata soltanto al
codice penale. Questo produce un guasto non immediatamente visibile, ma che scava, crea
sfiducia tra i giovani che non cr
Favria 7.06.2013
Forse con certe persone non ha senso parlare di buon senso
visto che non hanno assolutamente nessun acume e sesto senso.