Certi sguardi sono i più bei spettacoli di tutti gli spettacoli.

Calda estate….

Calda estate  che  mi porti la luce per   distendere il mio breve tempo. Calda e splendida estate composta da  teneri albeggi, già presto e senza rumore. Calda estate che mi svegli presto con il sole che è  già  sorto. Calda estate una stagione che è forse fra tutte sei la meno sofferente  ma che mi coccoli  con il suo dolce tepore. Calda estate, stagione che da pace al mio cuore per la certezza del sole che dal cielo trabocca. Calda estate che culli il mio riposo nella  ore più calde della giornata.Calda estate che dai i lunghi confini al giorno e richiudi la calda notte in uno spicchio di tempo. Calda  e vasta estate, stagione dei fitti climi che mi fa vivere degli  intensi mattini.

Favria, 26.06.2013   Giorgio Cortese       

 

Certi personaggi che inanellano continue magre figure dovrebbero capire che c’è un momento per ritirarsi prima che lo spettacolo diventi grottesco. Gli uomini veri che sono sul palco questo lo capiscono, certo le persone per piaggeria continua ad applaudire, ma se si è onesti con il proprio animo queste cose si capiscono da sole.

 

Comunità o contenitore!

La Comunità dove abito da circa 28 anni è cresciuta molto negli ultimi dieci anni come residenti passando da circa  4317 nel 2001  agli attuali   5300 ca. Certo una bella crescita che ha portato anche alla domanda di un incremento dei servizi dovuto alla crescita  della popolazione. Ma ho l’impressione che questo aumento sia  puramente numerico e non di aggregazione umana. Premetto che la mia non è una critica contro nessuno ma una constatazione come  semplice cittadino attendo alla vita della mia Comunità. L’aumento dei nuovi residenti non ha portato ad un aumento di persone che si interessano attivamente alla vita della Comunità iscrivendosi magari nelle associazioni di volontariato o vivendo di più la vita comunitaria. Molti dei nuovi residenti, vi abitano solo per dormire e gli acquisti non vengano fatti nella attività commerciali del paese ma nei centri commerciali dei paesi limitrofi.  Il risultato è che il sabato mattina non vedo un aumento di persone a spasso per la Comunità e il costante aumento di residenti è il paradosso che aumentando gli abitanti diminuiscono chi si interessa nelle varie attività di volontariato. La qualità della vita e dei valori di coesione comunitaria, resiste laddove il tessuto sociale non è stato messo in crisi dai processi di disgregazione purtroppo propri di molte città. Certamente la  Comunità dove abito non è  ancora una città ma l’aumento della popolazione in questi anni con lo sviluppo urbano e tecnologico  si è accompagnato ad una pericolosa incrinatura  dei pilastri fondanti della società che va dalle  famiglie alle generazioni ed infine alla Comunità sociale. Insomma il rischio che si corre è quello di crescere si ma di diventare sempre di più un contenitore umano in cui coesistono energie vitali e derive di isolamento, crescita esponenziale della comunicazione multimediale e frammentazione sociale, ridondanza di offerta ludica-culturale e impoverimento relazionale, unito a questo la sempre più carente mancanza  di risorse e di tempo per utilizzare al meglio quelle esistenti. Il paradosso di una continua crescita è che la vita della Comunità diventa  il luogo dove si perdono le radici del passato ed il senso della continuità storica, con l’assenza e mancanza di norme, l’anomia degli antichi greci, e di valori collettivi condivisi. Tutto questo genera il brutto virus, quello dell’insicurezza diffusa, del diffidare di tutto e di tutti, del dividersi e del non stare uniti. Le  Comunità,  sono un insieme complesso di luoghi, personalmente ritengo che sia l’organismo più complesso sulla faccia della terra, perché si muove, cambia in continuazione. E’ fatta di edifici che sono metaforicamente in continuo movimento perché se non vengono ristrutturati rischiano il decadimento. Sono consapevole che non si può tornare al piccolo centro da me conosciuto 30 anni fa, con meno persone, ma con un più alto calore sociale e umano,  ma se tutti ci impegniamo per quanto ci compete possiamo attivarci   come umili fili per cercare di riannodare la tenue cordicella dei contatti umani per  un tessuto sociale più coeso

Favria, 27.06.2013              Giorgio Cortese

 

Certi giorni vorrei essere  un mercante  di talenti per fare il commercio più lucroso del mondo,  che sarebbe quello di comprare la gente per quel che vale e di rivenderla per quel che crede di valere.