Dal solidus agli spiccioli ed i piccioli per i saldi
I saldi sono un fenomeno recente come pratica
commerciale. I primi della storia pare siano stati quelli di Macy's, grande
magazzino di Manhattan, nella città di New York, tra il 1913 e il 1914. In Italia le
prime leggi che interessano le vendite straordinarie risalgono al periodo fascista. Una
legge approvata il 2 giugno 1939 introduceva infatti per la prima volta le due categorie
delle vendite straordinarie e delle vendite di liquidazione,
ambedue definite forme di vendita al pubblico con le quali un commerciante cerca di
esitare in breve tempo tutte le proprie merci o gran parte di esse, presentando al
pubblico la vendita come occasione particolarmente favorevole. Ma è interessante
anche lorigine della stessa parola saldo. Questo etimo deriva da una
moneta doro coniata da Costantino I che fu introdotta a Costantinopoli nel 309 d. C.
ed usata in tutto limpero dOriente fino al X secolo. Il nome in latino era
solidus, e questa moneta aveva delle frazioni che erano le sermisse, il
mezzo solido e le tremisse , un terzo di solido. Da questo lemma derivano anche i termini
di "soldo", "soldato", "assoldare", oggi nell'uso
corrente della lingua italiana, così come l'inglese "soldier" ed il tedesco
"Soldat" , derivano proprio dal termine "solidus". Certo, oggigiorno
per comprare nei saldi occorrono spiccioli o il picciolo e di questi ne siamo poco forniti
con questa crisi che si mangia il frutto di anni di sacrifici e risparmi. Ma picciolo e
spicciolo sono due lemmi che sembrano dei parenti stretti, ma non lo sono. Entrambi i
termini si riferiscono al denaro, ma le loro derivazioni sono completamente diverse. Il
pìcciolo, sostantivo, era unantica moneta fiorentina di valore minimo, usata anche
nel regno di Napoli, e il suo nome deriva da piccolo, proprio per il suo
scarso potere dacquisto. Il Devoto Oli dà questa spiegazione: nome del denaro
ridotto di peso e di valore quando furono coniati i primi grossi. Il grosso era una
moneta medievale dargento, di peso e di misura differente secondo gli Stati in
cui aveva corso, la più diffusa in Europa e nel Levante. Ma lo spicciolo? Solo nel
linguaggio attuale è diventato un sostantivo, in passato era un aggettivo, aggiunto come
si diceva allora. penso che ci sia confusione di idee per quella s iniziale,
perché fa pensare a unalterazione della stessa parola. Invece spicciolo deriva da
spicciare, che significa liberare da un impiccio, disimpegnare, sbrigare in fretta. Deriva
dal francese antico despeecher, a sua volta nato sul latino tardo impedicare,
mettere il laccio al piede, pedica, impacciare. Da qui spiccio, e cioè sollecito, svelto,
sbrigativo, che si dice anche di denaro che è stato cambiato in monete o banconote
di piccolo taglio. Come se il denaro acquistasse libertà. Spicciolo, oltre a
qualificare tale moneta, è anche semplice, comune. Spicciolare, è un vecchio
modo di dire per significare il baratto di una moneta in altre di minor valore, ma che
insieme corrispondono al valore di essa, insomma cambiare. Ad ogni modo, i saldi non
esistono solo in Italia: molti paesi europei stabiliscono legislazioni particolari per le
vendite promozionali e solo negli gli Stati Uniti dove ogni commerciante è libero di fare
ciò che vuole in materia di promozioni e ribassi di prezzo, ma il problema di fondo è
che da soli non bastano a fare ripartire leconomia che non è solida ma che continua
a stridere e a distruggere ogni giorno immense risorse senza che nessuno intervenga in
maniera concreta.
Favria, 7.07.2013 Giorgio Cortese
A forsa 'd nuiusé cáich cos a s' gava sempre. A forza
d'importunare qualcosa si ottiene
Sembrano solo tre semplici gesti
Perché ci grattiamo, sbadigliamo e corriamo? Sembrano a prima
vista solo tre semplici gesti quotidiani ma fanno parte della nostra evoluzione e ci hanno
anche aiutato nel difenderci da certe malattie e ad arrivare a questa attuale
livello di civiltà. Infatti secondo dei ricercatori il prurito sarebbe causato da
una molecola utilizzata dal cuore che svolge una doppia funzione, inviando un messaggio
alla spina dorsale che genera quella familiare e fastidiosa sensazione sulla nostra pelle.
Questa scoperta "eleva" il banale prurito, finora considerato come una forma
moderata di dolore, a fenomeno a parte, con una sua connessione dedicata con il cervello.
È probabile, che il prurito in sé si sia evoluto come forma di protezione dalle
malattie. Nel corso della nostra evoluzione il prurito è stato un modo per
proteggerci e rimuovere organismi potenzialmente irritanti dalla nostra pelle. La molecola
che causa il prurito si chiama peptide natiuretico di tipo B (BNP), e viene
emessa dal cuore, dove controlla la pressione sanguigna regolando la quantità di sodio
rilasciata dai reni. Per quando riguarda lo sbadiglio, non c'entra né la noia né la
stanchezza. Sbadigliare aiuterebbe il cervello a raffreddarsi per lavorare meglio. Insomma
sbadigliare ci aiuta a tenere la mente fresca, nel senso letterale del termine. Ma
pensate, hanno mandato l'uomo sulla Luna, ma gli scienziati non hanno ancora capito
quale funzione abbia lo sbadiglio. Ma secondo una recente teoria con lo sbadiglio si
permette alle pareti del seno mascellare di espandersi e contrarsi come un soffietto,
immettendo aria nel cervello e abbassandone così la temperatura. Insomma il cervello
umano, proprio come un computer, è estremamente sensibile alla temperatura e
ha bisogno di stare al fresco e lo sbadiglio sarebbe il suo condizionatore daria.
Per ultimo il gesto del correre che può sembrare un gesto molto naturale ma è quello che
ci ha permesso di evolverci. Secondo un nuovo studio, la sensazione di euforia che regala
la corsa è stata la spinta evolutiva che ci ha reso cacciatori più efficienti e, che ci
piaccia o no, degli atleti, escludo per chi scrive. Correre è un'attività connaturata
all'essere umano, infatti alla fine di una corsa pare che si provi una piacevole
sensazione di benessere ed euforia. Ma se i primi esseri umani avessero provato quella
sensazione di euforia", ciò avrebbe costituito una sorta di 'premio' neurologico che
li avrebbe spinti a ripetere quel comportamento. Ma il vero vantaggio evolutivo sarebbe
stato rappresentato dalle maggiori possibilità di sopravvivere e di riprodursi legate a
quel comportamento. Ad esempio, la capacità di resistenza acquisita potrebbe aver
consentito ai cacciatori-raccoglitori di cacciare animali come le gazzelle, che corrono
velocemente ma non per lunghi tratti: una strategia che avrebbe reso l'essere umano un
cacciatore più efficiente.
Favria, 8.07.2013
Giorgio
Cortese
Bseugna adatese a le circustanse e mangié 'd pan se a-i-e nen d'
pianse. Bisogna adattarsi alle circostanze: mangiar pane se mancano pietanze
Hostis e xenos
Ospite è il termine della lingua italiana per designare sia chi
offre ospitalità sia chi la riceve. È una parola che può avere due significati
opposti e per questo si dice che è enantiosemia, dal greco enantíos,
"contrario", e sema, "segno". A questo punto mi viene in mente che la
nostra civiltà ha compiuto un grande balzo in avanti quando lo straniero, da nemico,
hostis è diventato hostes, lospite. Certo i due lemmi latini hostes e hostis sono lantitesi
luno dellaltro ma con un suono quasi simile e per spiegare il
rapporto tra ospite e nemico, si ammette di solito che luno e laltro derivino
dal senso di straniero che è ancora attestato in latino da cui "straniero
favorevole", "ospite", "straniero ostile", "nemico". In
ogni caso, ospite si intende nella lingua italiana, sia chi viene ospitato, cioè che
riceve ospitalità, sia chi la offre. Ho iniziato la mia riflessione su questi due
vocaboli per riflettere su un episodio successomi qualche tempo fa. Quando in un afoso
pomeriggio stavo per entrare in un centro commerciale ma la solita coda al semaforo
bloccava le auto. Davanti al semaforo si alternano i soliti immigrati: cè quello
che vende fazzolettini in ogni stagione, perché il raffreddore è sempre in agguato e non
conosce stagione; quello che cerca di convincerti che non puoi fare a meno della finta
pelle di daino per lucidare la tua auto; e infine quello "armato" di spugna che
vuole pulirti a tutti i costi il parabrezza, anche se se la mia auto era appena uscita
dallautolavaggio. Ed ecco la tentazione, preso da un moto di fastidio di far partire
il movimento dei tergicristalli per far capire allimmigrato di turno che «no, il
lavaggio istantaneo proprio no». Poi mi sono detto, no quel gesto davvero non va. È un
diniego a dir poco scortese. È un modo inelegante per mandare a quel paese un uomo che
cerca di arrabattarsi in terra straniera. Ho preso coraggio per vincere il continuo moto
di stizza del mio animo e sono riuscito ad abbassare il finestrino sino a poco prima
ermeticamente chiuso per preservare il microclima interno conquistato con laria
condizionata a palla, per spiegare con gentilezza che: oggi, no grazie non ho
bisogno che lei mi lavi il vetro! e credetemi, quelle poche parole mio sono costate
tanto per la stizza che imperversava nellanimo Ritengo di non aver fatto quel gesto
per bigotto perbenismo ma ho pensato che quelluomo che si affannava in pochi secondi
a lavarmi il vetro chissà quanto aveva da raccontarmi.. Ha una famiglia da qualche parte,
forse dei figli lontani? E poi perché è qui? Da dove è scappato? Lo ha spinto la fame o
la guerra? Ma purtroppo non ho tempo per abbozzare queste timide domande perché
scatta il verde e dopo un attimo inizia lignorante concerto di clacson che mi fa
sgomberare subito lincrocio. Certo che nei momenti di grande cambiamento cresce il
timore di rimanere spiazzati e di non riuscire più a controllare quello che mi capita
attorno. Nella società 'liquida' mi muovo veramente a fatica per mettere insieme i tanti
'frammenti' di verità che la 'complessità' mi propone come il banale episodio allincrocio
sopra sommariamente descritto. Forse allincrocio per un attimo ho alzato la visiera
della mia corazza quotidiana. Devo sempre pensare che laltro, qualunque esso sia, mi
valuta, mi giudica, mi conferisce o toglie valore. In conclusione questo mi ha fatto
pensare che molte volte basta davvero poco per fare un gesto di apertura e di non chiudere
occhi e cuore. E per riconoscere che quelluomo già offeso dalla vita, non merita di
essere offeso anche da me perché chi si presenta come straniero ed in Italia ospite, non
come scelta facoltativa, ma come essenza, che non sta in me respingere o accettare, allora
chi incontro è Xenos non è il nemico!
Favria, 9.07.2013
Giorgio Cortese
Conosco delle persone che quando discutono fanno solo sfoggio
della loro autorità che non è autorevolezza. Comportandosi così fanno solo delle
misere figure perchè non usano mai il buonsenso.