Secondo Tommaso d'Aquino dobbiamo diffidare delle persone che leggono
un solo libro, io aggiungerei che adesso dobbiamo stare in guardia delle persone che non
leggono ma prendono per oro colato tutto cio che ci propinano le televsioni ed internet!
La pausa che ristora
Verso la fine della seconda guerra mondiale, con i soldati americani
sbarca in Italia una nota bevanda gassata, nata in America allinizio come medicina.
Questa bevanda era stata boicottata durante il regime fascista che, dopo l'invasione
dell'Etiopia, ha eliminato dal territorio italiano tutti i prodotti stranieri. Gli
Italiani si appassionano con entusiasmo per tutto ciò che è americano e la famosa
bevanda diventa uno dei simboli della nuova vita dopo le atrocità della guerra. E così
da oltre oceano cominciano ad arrivare le macchine per gli impianti di imbottigliamento
che si diffondono in tutta
Favria, 25.07.2013
Nella vita dobbiamo sempre cercare di tenere in pugno il nostro
lavoro, o sarà lui a tenere in pugno noi.
Alice chiese al gatto del Cheshiremi diresti per favore che
strada devo prendere per andarmene di qui? Dipende molto da dove vuoi andare,
rispose il Gatto. Non mi importa molto il dove, disse Alice. Allora non
mi importa quale strada prendi disse il gatto. Lewis Carroll
Le due realtà
Nella vita quotidiana spesso mi trovo come spettatore dello scontro tra la
forza e il numero. Ma come già scriveva Georges Bernanos: Un mondo dominato dalla
Forza è abominevole. Ma un mondo dominato solo dal Numero è ignobile. Da un
lato, la Forza di pochi che cercano di imporre il loro potere attraverso la loro
arroganza, e non dico una tirannia politica ma anche solo la subdola dittatura della
pubblicità, che, in modo subliminale e inconsapevole, crea tanti sudditi che sono
simili a replicanti, pronti a chinare il capo alle mode, ai modi di vita, ai luoghi
comuni. D'altro lato, c'è anche il pericolo minaccioso del Numero. La democrazia è un
conto, la demagogia è qualcosa di ben diverso, anche se apparentemente si abbiglia come
Favria, 26.07.2013 Cortese Giorgio
Il miglior affare dell vita sarebbe quello di vendere un uomo per
quello che crede di valere dopo averlo comprato per quello che vale. E la superbia a
renderci lanimale più ridicolo mai creato sulla faccia della terra.
Certi giorni sono cosi ottuso che ritengo dotate di buon senso soltanto le persone che la pensano come me.
Lartista!
Mi ricordo di quando ero bambino e mia mamma mi accompagnava dal
barbiere. Mi ricordo ancora i suoi candidi capelli bianchi. Mi ricordo che per tagliarmi i
capelli all umbèrta, mi faceva sedere su un seggiolino rialzato,
fatto apposta per i bambini, a forma di cavallo. Il sedile era rosso mentre la testa del
cavallo bianca. Già i capelli allumbèrta, che deriva dal nome di Umberto I
di Savoia, che portava i capelli così pettinati, acconciatura maschile con capelli
tagliati corti alla stessa lunghezza, quasi a spazzola. Certo nonostante questo taglio un
po spartano era divertente andare dal barbiere. Mentre mi tagliava i capelli io
cavalcavo in praterie sconfinate, che nella mio paese di nascita non cerano. Ma solo
strade polverose dove si giocava a calcio, a tappi e a biglie o colline con ridenti
boschi ma sicuramente non le immense praterie dei film western o dei fumetti, quelle dellAmerica.
A dire il vero non cerano neanche i cavalli dellAmerica, solo un signore che
andava a caricare con un grosso cavallo ed un tumbarel la sabbia dallOrco
e tornando verso casa ne scaricava sempre una badilata per farmi giocare come se fossi al
mare. Già ricordo come fosse adesso, il tumbarel, che in italiano vuole dire un carro
ribaltabile a due ruote, lemma che proviene dallo spagnolo tumabar, che significa
fare cadere a terra., dal tardo latino tumulus, monticello, dal verbo
latino tumere, esser gonfio. Perché la terra o le pietre trasportate ricordavano
sul carretto un piccolo ponticello artificiale. Tornando al barbiere la sua non era
una bottega, ma quasi un luogo di delizie. Di solito nelle botteghe si compra,
si vende e qualche volta si fabbrica, in quella bottega non avveniva nulla di ciò.
Oggi nelle botteghe del barbiere appare una insegna di cristallo con
una parola aristocratica:Salone, dove giovani aiutanti si affrettano a
gettare un manto bianco anche sulle spalle dei clienti, perché tutto sia candido,
con specchi, tavolette di marmo, acciai lucidi e tersi e nell'aria un vago sentore
di cipria e di profumi. Allora linsegna aveva un sapore quasi settecentesco: Parrucchiere
quasi che invece di chiome naturali allora si doveva pettinare seriche e imponenti
parrucche. Da bambino dal barbiere mi potevo immaginare le immense praterie americane
mentre mi tagliava i capelli. Certo che ancora oggi il mestiere del barbiere è
importante, pensate che a lui solo è lecito prendere per il naso i più autorevoli
personaggi e infliggere loro solenni lavate di capo. Egli solo, mentre gli altri
adoperano, legno, cuoio, ferro, sostanze vegetali, minerali o di animali morti, egli solo
lavora sulla viva pelle degli esseri umani. E non è solo il Figaro di Rossini ad
esercitare questo mestiere, dove elargisce anche più di un consiglio e dove noi
tutti ci affidiamo serene e tranquilli mentre lui brandisce un affilato strumento di
morte. Insomma quando vado dal barbiere gli sono grato pure per
le ricette gratis che, senza alcun ticket fare, io ricevo all'uopo l'ausilio ed il
conforto. Il barbiere è un artista e psicologo che mi fa mi fa riflettere
che solo chi deve difendere valori provvisori come fossero definitivi finisce col
prendersi troppo sul serio, chi invece poggia su valori definitivi vede tutto il resto
come relativo: e per questo se
Favria, 27.07.2013
Cortese Giorgio
Imu o Tares ma abbiamo sempre il Porcellum!