Saggezza popolare dagosto
Agosto ci matura il grano e il mosto. Fango di maggio,
spighe d'agosto. Chi pota di maggio e zappa d'agosto, non raccoglie né pane né mosto. Il
sol d'agosto, inganna la massara nell'orto. Chi dorme d'agosto, dorme a suo costo. Ogni
uccello, d'agosto è beccafico. Chi non ha pane lavorato, agosto diventa maggio. Quando
piove d'agosto, piove miele e piove mosto. Chi vuole aver del mosto, zappi le viti
d'agosto. Poco vino vendi al tino; assai mosto serba a agosto. La prim'acqua d'agosto, il
caldo s'è riposto e rinfresca il bosco. Alla prim'acqua d'agosto, cadono le mosche;
quella che rimane, morde come cane. Chi va all'acqua d'agosto, non vuol bere il mosto
.Mostrano gli alberi nell'agosto quel che daranno poi di frutto. Poco mosto, vil d'agosto
La democrazia è anche il dialogo e l'ascolto reciproco!
Se all'interno dei vari Palazzi di potere democraticamente eletti
a qualunque livello si finisce a credere più in se stessi, e anche nelle proprie idee che
nel dialogo che ritengo una forma terapeutica di buona politica, allora si finisce
prigionieri del Palazzo. Il Palazzo diviene la realtà e chi non è in sintonia con il
Palazzo rischia di non percepire la realtà delle cose. Il Potere si autoalimenta,
ed il rapporto con i cittadini viene sempre più posto in secondo piano.
Insomma se non sei in sintonia con il Palazzo? allora sei fuori della
realtà! E allora anche una semplice lettera, interpellanza, petizione può fare paura, o
un referendum terrorizzare. Ma forse si sta perdendo la percezione della reale vita
sociale. Ma che cosa è poi una petizione, che deriva dal lemma latino
"peto", con il significato di chiedere per ottenere. E' una è una
richiesta a un'autorità, governativa o ente pubblico. L'ordinamento legislativo italiano
conferisce ai cittadini il diritto di ricorrere allo strumento della petizione
popolare all'art. 50 della Costituzione: "Tutti i cittadini possono rivolgere
petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni
necessità Il diritto di petizione è inoltre considerato diritto fondamentale
dell'Unione Europea e, come tale, inserito nell'apposita Carta del Parlamento
all'art 44. Ma, pensate che negli Stati Uniti, nazione con una grande tradizione
democratica il diritto di petizione è contemplato nel primo
emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, denominato "Petition
Clause", che cosi dice: "Il Congresso non istituirà religioni di Stato
né proibirà il libero culto di alcuna; non limiterà la libertà di parola né quella di
stampa; né il diritto del popolo di riunirsi pacificamente e di promuovere
petizioni che pongano rimedio alle ingiustizie". Al riguardo della parola
referendum, mi viene subito da pensare che è un'altra parola latina che viene usata nella
lingua della politica, dell'economia, della medicina, della scienza in genere. Ma
referendum, non è una parola proveniente dall'antica lingua dei
romani, ma è un latinismo, cioè una parola moderna coniata ricorrendo alla
lingua latina. Il termine ha fatto la sua prima apparizione nel 1892, per indicare un
"voto popolare" su una questione di interesse nazionale, scegliendo tra due
possibili soluzioni opposte, per esempio, il referendum tra repubblica e monarchia
del 2 giugno 1946, quelli sul divorzio fino all'ultimo sul nucleare.
Questo preambolo per spiegare che cosa mi è successo. In data 19
giugno c.a. ho scritto una Petizione al Comune dove risiedo con questi
quesiti: " 1. Che l'amministrazione comunichi ufficialmente per
scritto allo stato del ricevimento della presente quali provvedimenti intende adottare per
una corretta raccolta rifiuti, dato che la Tarsu la paghiamo a codesto Comune e non al
Consorzio.
2. Che mi venga comunicato sempre in forma scritta se
l'Amministrazione ha dei residue di debito verso il Consorzio alla data di questa lettera
e se cosi fosse a quanto ammonta o se i pagamenti delle fatture Verso detto
Consorzio sono regolarmente saldati" Successivamente in data 19
luglio il Comune mi risponde con protocollo 10472. Ma non avendo avuto esauriente
risposta, protocollo una mia lettera in data 24.07.2013 perché sono insoddisfatto di tale
risposta. Si potrebbe pensare che tutto sia finito lì. Ma attenzione, sul sito Comunale,
appare nella rassegna stampa la mia Petizione e la risposta dell'Ente Comunale, ma
non la mia successiva replica e dulcis in fundo, l'Ente decide di variare lo Statuto
Comunale, cambiando il capitolo dello Statuto relativo alle Petizioni per
successivamente regolamentarlo; lascio a chi mi legge di trarre le
conclusioni; a me la sequenza dei fatti non appare casuale, ma, come detto, lascio
che ognuno tragga le proprie conclusioni, il beneficio del dubbio e della buona fede. fino
a prova contraria, spetta a chiunque. Ritengo che il Potere si debba
rivolgere ai cittadini con ascolto e dialogo, non attraverso sfide ed ai cittadini tocca
il compito di essere di pungolo, perché ogni richiesta su temi di interesse generale
sono una crescita, un valore aggiunto per tutti e sono il migliore antivirus contro
l'antipolitica che cresce quando non c'è trasparenza e dialogo tra le
parti. Governare per incrementare il Bene Comune significa oltre che risolvere
i problemi della gente, ideare soluzioni concrete confrontandosi con situazioni reali, che
diventano ogni giorno più complesse. Ma anche favorire l'ascolto ed il dialogo,
soprattutto con quanti esprimono opinioni lontane dalle proprie, e assecondare la
partecipazione dei governati. Questa è la strada per avere sempre di più una
democrazia diretta e partecipata. Queste considerazioni, sono il mio pensiero che ritiene
che solo il confronto fra opinioni diverse, dove ciascuno ha qualcosa da offrire e
qualcosa di cui arricchirmi ascoltando l'altro
Favria 1.08.2013 Giorgio Cortese
.
Noi siamo l'enigma che nessuno decifra. Siamo la favola
racchiusa nella nostra immagine. Siamo ciò che continua ad andare avanti senza arrivare
mai a capire.
Il calabrone
In estate è facile vedere questa grossa vespa dal nome
scientifico latino Vespa crabro, largamente diffusa in Italia, di color
bruno con addome variegato di giallo. Questi i insetti formano società temporanee e
costruiscono nidi voluminosi nei tronchi cavi, nelle spaccature dei grossi muri. Pensate
che è il maggior Vespide europeo, la femmina può raggiungere i 5 cm di lunghezza,
mentre maschio e operaie misurano 2-2,5 cm. I calabroni vivono in nidi esternamente a
forma di sfera, costruiti con legno impastato alla loro saliva. Le colonie sono costituite
da circa 300-500 esemplari. Ma attenzione le punture delle femmine, i maschi sono privi di
pungiglione, sono assai dolorose e, se inflitte in gran numero, pericolose. Il lemma
calabrone viene associato nei modi dire come: nero come un calabrone,
per indicare una persona di colorito molto bruno, oppure in senso figurato per
indicare il pessimo umore di qualcuno. Ma con calabrone si indica anche una persona
noiosa e molesta.. secondo il parere di parecchie persone, il calabrone non può volare,
a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla
superficie alare. Ma il calabrone, per fortuno non lo sa e perciò continua a
volare. Questa affermazione mi fa nascere un pensiero che vorrei condividere. Nella
vita di ogni giorno, di fronte al talento e alla volontà la s-fortuna non
esiste. Ogni giorno posso volare, e posso far
volare la mia vita, anche se spesso credo di non avere le ali. Ogni giorno posso scegliere
la gioia anziché la disperazione. Posso scegliere la felicità anziché le lacrime. Posso
scegliere l'azione anziché l'apatia. Posso scegliere il progresso anziché la
stagnazione. Quello che può scegliere sono sempre io e scelgo sempre la vita.
Favria, 2.08.2013
Cortese Giorgio
La lotta alla thalassemia si può combattere in vari modi. Le
persone con la thalassemia hanno continuo bisogno di sangue; Il trapianto di midollo
osseo, ovvero l'unico modo che oggi esiste per tentare di guarire. Allora ad agosto viene
a donare il sangue. Ti aspettiamo venerdì 2 agosto ore 8-11. a Favria, cortile interno
del Comune
Come un semplice pedone.
Ritengo che nella vita quotidiana molti giorni, se non tutti,
siamo simili a dei semplici pedoni. Si proprio quelli del gioco degli scacchi dove il
pedone è uno degli otto pezzi di minor valore di cui dispone ognuno dei giocatori..
Già, il lemma italiano pedone deriva dal latino pes pedis,
piede. Insomma si appellano pedoni chi cammina a piedi,
con riferimento al codice della strada. In passato, si definiva pedone, il
corriere che recapitava lettere, pacchi o altro compiendo il tragitto a piedi,
e per lo più correndo, dove non fosse possibile servirsi di mezzi di locomozione. Il
soldato a piedi o il fante venivamo anche chiamati pedone. Infine pedone viene anche
chiamato con un termine dialettale umbro-toscano la parte nasale e più grossa di
una pianta legnosa.,insomma il ceppo. Tornando al pedone degli scacchi anche il pedone
come il cavallo ha un movimento particolare, si muove, senza poter retrocedere,
lungo le colonne in senso verticale , di una casa per volta, eccetto che nella sua prima
mossa, in cui può avanzare di due case, e prende in diagonale e nel caso che caso
riesca a raggiungere lultima traversa può tramutarsi in un qualsiasi pezzo del
proprio colore, a scelta del giocatore, ad esclusione del Re, perché di Re cè ne
solo uno per parte! Ma una volta diventato un altro pezzo può dare scacco al Re nellatto
stesso della promozione. Il pedone isolato è quello che non ha più pedoni amici nelle
colonne adiacenti. In questo caso il pedone è debole per chi lo possiede, specialmente se
esso si trova su una colonna semiaperta e non può essere scambiato con un pedone
avversario. Molte volte lungo le strade della vita posso sembrare un pedone isolato e sono
a prima vista debole. Ma la mia debolezza nasconde la mia forza dinamica di andare avanti
con sincera passione. Quale delle due è dominante: la forza dinamica o la debolezza
statica? La risposta si perde, in un certo senso, oltre i confini degli scacchi. La
debolezza o la forza del pedone isolato dipendono da come vengono sfruttati gli squilibri
che esso genera, si è forti se si mantiene sempre liniziativa. Ritengo che ogni
giorno dobbiamo con ottimistica speranza continuare a perseverare per inseguire il
quotidiano obiettivo, senza per questo questo ad ostinarmi nel percorrere una strada
sbagliata. Se mi accorgo che la strada è sbagliata devo fermarmi per percorrerne un'altra
e così via fino via fino a quando non trovo la via giusta, .e continuare a camminare come
un caparbio pedone e non importa quante volte inciamp, perché limportante e avere
la forza d0animo di rialzarmi sempre.
Favria, 3.08.2013
Cortese
Giorgio
Se i soldi non possono comperare ciò che non è in vendita,
sicuramente non il consenso delle persone.