La vita senza allegria è simile ad una torcia senza pile.

Il cammello e zeus

Vedendo un toro tutto imbaldanzito per le sue corna, al cammello invidioso venne voglia d'averle anche lui. Presentatosi dunque a Zeus, cominciò a supplicarlo che gli assegnasse un paio di corna. Ma Zeus si sdegnò con lui perché, non contento della sua forza e della sua statura, voleva ancora qualche cosa d'altro. Così, non solo non gli aggiunse le corna, ma gli mozzò anche la punta delle orecchie. Questo capita a molti, che, avidi, guardano con invidia gli altri e intanto, senza avvedersene, perdono anche quello che hanno. Mi piace perché tratta il tema dell'"invidia", tratto di caratteriale certe persone che proprio non sopporto! E' vero che c'è un tipo di invidia sana, ovvero quella che ti può mettere in moto una maggiore e sana appunta competizione, magari in ambito lavorativo e per dire "se ce l'ha fatto tizio, posso farcela anche io!". Trasformare l'invidia in una cosa positiva e prenderla come spunto per migliorarsi e ripartire. Ma solitamente purtroppo non è così. Quindi il concetto e la morale espresso da Esopo in questa storia del cammello che vuole tutto, mette giustamente in risalto quest'aspetto riassunto anche nel detto "chi troppo vuole nulla stringe". Io credo che bisogna apprezzare quello che si fa e quello che si è, con un occhio e uno sguardo sempre al futuro per miglioraci o consolidare quello che siamo.

Favria, 4.08.2013               Giorgio Cortese

 

Non posso smettere di viaggiare: berrò la vita fino all’ultima goccia. Sono stato immensamente felice e immensamente ho sofferto, sia con coloro che mi amavano che da solo; sia a riva quando con turbini spinti dal vento le Iadi piovose agitavano il mare oscuro.

Alfred Tennyson, Ulisse.

 

Donazione straordinaria sangue  martedì 13.08.2013

Gruppo donatori sangue Fidas Favria – L.Tarizzo-D. Chiarabaglio

martedì 13 agosto, dalle ore 8:00 alle ore 11,00 nel cortile interno del Comune di Favria (TO) si svolgerà un prelievo collettivo straordinario di sangue. Il Direttivo Fidas di Favria vuole sensibilizzare tutte le persone che leggono questo comunicato a partecipare numerosi alla donazione “non costa nulla ed è una cosa semplice” fronteggiare l’emergenza sangue significa accrescere la cultura della donazione, inoltre donare il sangue è anche un occasione utile per il donatore che può sottoporsi a un piccolo check-up gratuito, monitorando il proprio stato di salute.“Tutti dovremmo farlo” Non per tutti estate vuol dire vacanze, i malati non vanno in ferie e gli ospedali non chiudono mai, il sangue nel periodo estivo è un bene prezioso che serve a salvare tante vite umane, perciò ognuno di noi deve sentire il dovere, anche chi non può donare a fare la sua campagna di comunicazione parlando della donazione con le persone vicine, per cercare di aumentare il numero dei donatori. Un piccolo sforzo in più che fa maturare nelle coscienze la voglia di altruismo, la donazione di sangue è un atto di volontariato e come tale deve responsabilizzare ognuno di noi in questo periodo che si registra una forte carenza di sangue.

Se interessati fatemi pervenire la Vostra intenzione di donare tramite messaggio sul socialf forum facebook, tramite mail e messaggio su cellulare per ottimizzare l’equipe medica del prelievo. GRAZIE.  Mail corteseg@tiscali.it   -  cell. 333 171 48 27.

Uniamoci tutti in questo momento di solidarietà “il sangue è necessario” accresciamo la voglia di altruismo e un gesto che può salvare tante vite umane

G R A Z I E

Non dimenticate che: “DONARE……E’ AMARE LA VITA”

IL PRESIDENTE

Giorgio Cortese

 

 

Molte volte la concisione è l’arte di dire molto con poco e la prolissità, di dire niente con troppo.

 

Gli amanuensi nell’era di internet.

Un episodio di alcuni mesi addietro, mi ha fatto pensare che anche oggi nell’era di internet siamo ancora negli uffici dei  novelli amunensi. Certo l’etimologia della parola amanuense, di  origine latina vuole dire: “a manu servus" e cioè "schiavo che copia a mano". Infatti gli amanuensi esistevano già nell’antica Grecia, ma diversamente dagli scribi che erano uomini liberi e scrivevano i documenti ufficiali, erano servi ed avevano il compito appunto di realizzare più copie di un libro. Anche a Roma inizialmente erano schiavi, ma poi spesso furono riuniti in vere e proprie officine scrittorie, gestite dai venditori di libri, dove c’erano però anche uomini liberi,. La loro ricompensa era calcolata in base al numero delle righe ricopiate. Poi nel  Medioevo questo lavoro fu affidato soprattutto ai monaci, che copiavano i testi in una stanza lo “scriptorium” che era sempre vicino alla biblioteca del Monastero, vi ricordate il libro ed il film “Il nome della rosa”. Infatti lo scriptorium era una delle stanze più importanti delle abbazie, l’unica ad essere sempre riscaldata. Qui il monaco copista trascriveva i testi in silenzio, interrompendo il suo lavoro solo per le preghiere; a volte era aiutato da un altro confratello che, mentre dettava, controllava eventuali errori del testo. Pensate che ogni giorno un amanuense riempiva quattro fogli di pergamena che misurava mediamente dai 35 ai 50 cm., in altezza e dai 25 ai 30 cm. di larghezza. Ogni libro era trascritto da un solo amanuense, mentre le decorazioni, a volte, potevano essere realizzate anche da altri monaci. Il tutto con grande fatica, come ci dice uno di loro: "Annebbia la vista, incurva la schiena, schiaccia le costole ed indolenzisce il corpo". Questi amanuensi nel Medioevo realizzarono  dei veri e propri capolavori,  inoltre tale lavoro era molto costoso: per esempio un nobile alla metà del 1300 pagò un libro 200 pecore, più una gran quantità di grano e segale. Eppure proprio in questo periodo incominciarono a fiorire molte biblioteche private, in quanto, pur se molti nobili non sapevano né leggere e né scrivere, possedere dei manoscritti era simbolo di potere e rispetto, come adesso che degli ignoranti di ritorno comprano delle enciclopedie, che non leggeranno mai, solo per dimostrare che sono persone istruite. Poi con Gutemberg inizia la prima rivoluzione. La stampa dei libri. Oggi il libro è un oggetto o che deve soddisfare, incu­riosire, attrarre il lettore. Deve piacere anche per co­me si presenta, prima ancora di ciò che contiene: è questo il piacere che provo in prima battuta di un libro. Mi piacciono se sono  belli da vedere e da toccare. La veste grafica di un libro non può essere causale, perché la lettura interessa vari sensi, principalmente quello del tatto e della vista e poi il bellissimo odore di inchiostro fresco della stampa che mi inebria appena acquistato. Adesso che siamo in piena rivoluzione digitale con internet che dematerializza tutto, nel regno che chiamerei del grande Adesso o per dirla all’inglese nowness, un avverbio, now, cioè ora, adesso, subito, che si fa sostantivo e stile di vita: quello di essere sempre in diretta,  con i propri cari, gli amici, il mondo intero, per non perdere nemmeno una briciola di ciò che sta accadendo ora e che domina sul “tempo reale”, su quelle notizie che vanno consumate appena sfornate, perché come si raffreddano qualche minuto diventano insipide. Ecco in questo scenario si muovono i novelli amanuensi che quando per i capricci di qualche file o di stampanti impazzite tritatutto, non si recuperano certi documenti stampati, si devono ricostruire manualmente con pazienza certosina e magari in due,  l’amanuense che scrive sulla tastiera e il secondo scrivano che detta. Come dire che non c’è nulla di nuovo sotto il sole

Favria, 5.08.2013        Giorgio Cortese

 

Principali eventi meto climatici in Canavese e a Favria LUGLIO -AGOSTO

1612 -Violente tempeste ed inondazioni distruggono la metà dei raccolti nei mesi di giugno e luglio, il 9 giugno di quell’anno viene riportato da un registro il seguente racconto:  “Fierissimo temporale con tempesta a Bollengo che ha cagionato per la grande abluvione delle acque gran danni…”

1645 - Si segnala tempesta, grandine, caduta il 31 luglio nel Canavese

1654 - Un alluvione dell’Orco, l’otto luglio, provocò in Locana la distruzione di diversi molini e case. L’alluvione fu veramente devastante (Bertotti, 1983, documenti Archivio Comunale): “prima della piena del 1654 il canale dei mulini aveva un imboccatura molto pià a monte cioè poco sotto la cappella di Sant’Anna. Dopo i mulini iniziava direttamente la Roggia di Favria. Nel luglio del 1654 tutto fu inghiaiato, tanto che si dovette fare una nuova imboccatura per i mulini di Cuorgnè ed un'altra distinta e diversa della roggia di Favria”.

1686 - Nell’estate, piena dell’Orco nel tratto alpino, peri danni alluvionali il comune di Ceresole ebbe patente di grazia. Bertolotti, 1873

1687 - il 19 giugno una violenta tempesta distrugge interamente i raccolti

1679 - il 12 giugno viene segnalata una grandinata che causa danni ascendenti ad un quinto dei frutti

1699 - il 26 luglio si abbatte nel Canavese, Parella, una furiosa grandinata che distrugge ogni raccolto.

1708 - nell’agosto violenti nubifragi con esondazione del Chiusella. (Venesia)

1729 - Nell’Ordinato del 16 luglio 1729 viene ricordato che erano stati mandati alla  “Purga” della Bealera tutti i Capi Casa. Il dodici del corrente mese  erano stati precettati tutti i capi casa al Suono della Campana Maggiore di San Michele, dall’inserviente comunale messo Garbetto, un’ora dopo il suono della campana i Particolari tutti riuniti erano stati divisi in squadre e si erano messi al lavoro. La Comunità aveva somministrato a tutti i particolari, pane,   vino e formaggio.

1729 - Testo d’ordinato per la ragione  del quinternetto delli lotti d’acqua. Il quinternetto era il libro che conteneva l’elenco dei Particolari della Comunità, e quanto da loro dovuto per il regolare svolgimento dell’esazione, veniva consegnato il giorno della sua elezione all’esattore, conteneva i capitoli di di “taglia longa et umile”

1731 - Consegnamento del quinternetto. Nell’Ordinato del 19 luglio 1731 si legge “Io sottoscritto esattore della presente Comunità nell’anno Confesso aver ricevuto dal suddetto signor Cocchiello Segretario il quinternetto della taglia longa universale in data sedeci del corente et quello dell’avena che si esige da Particolari per il reddamento dell’acqua di detti giorno”

1731 - MISURE DELLA BEALERA . Con l’Ordinato del 30 luglio si rammenta che:“.. non si è potuto provvedere alla cura generale della Bealera di questo luogo…in più mesi si vede l’alveo della medesima ristretto e non della larghezza portata dalla transazione cioè sei piedi manuali….!

Viene poi presa la decisione della pulizia periodica: “…rispetto alla proposizione cura proposta hano ordinato et ordinano alla medesima di procedersi sabato prossimo da tutti li Particolari di questo luogo et secondo al disposto dell’ordinato antecedente delli 14 corrente…”

Negli Ordinati datati 16 luglio 1729, 13 luglio 1730,  30 luglio 1731, 21 agosto 1732 e 13 maggio 1733 permaneva l’obbligo dei “Particolari” nei confronti della Comunità riguardante la “Curazione della  Bealera”, ordine dato una volta all’anno, solitamente in estate, ai “Capi di Casa” sotto pena di una lira per i disobbedienti. In occasione “della cura della Bealera” il Segretario, avrebbe dovuto “spedir tutte le squadre dei Capi Casa per lavoranti” e tenere il libro facendo “il Rollo de Particolari per il travaglio della detta Bealera”, Rollo da farsi su carta semplice. Doveva inoltre spedire il  “Quinternetto” per l’esazione dell’avena dovuta al cambio dell’acqua.

1732/1733 - Dai documenti storici letti negli archivi,   viene menzionato in questo biennio la caduta insistente nelle campagne   favriesi di grandine.

21 Agosto 1732 viene decretata la cura della Roggia. di Favria

1732 la campana magiore di san michele, la pulizia della roggia

Con l’Ordinato del 2 Agosto viene decisa la periodica pulitura della Roggia

“…precettarsi  per voce di crida luoghi, e soliti modi, e sono di campana conformemente al solito ei ciò per  il Serviente Garbetto di questo luogo, a dover ritrovarsi cadauno con zappe, pichi e pale e ciò il giorno prefisso ritrovarsi nella piazza pubblica di detto luogo un hora prossima doppo il solito suono della Campana magiore di San Michele et per ricevere gli ordini che gli verano datti da signori Sindaci, et agenti d’essa(la marchesa di Breglio, Vassallo, feudataria) per mettersi nelle squadre che in tal tempo si andrà a travaglio necessario per la riparatione e purga suddetta intorno a detta Bealera,…con imporgli la pena a cadun Particolare e capo Casa che macherà …di livra una per cadauno che macherà,… la lista dei renitenti verrà consegnata all’Esattore per l’esezione di quanto dovuto”.

1 LUGLIO 1733. Dal Ordinato del 4 luglio 1733 si rileva che il Consiglio Comunale composto secondo le nuove regole del Regio Editto del medesimo anno sarebbe dovuto entrare in carica il 1 luglio, a tale scopo tutti gli eletti erano stati convocati a comparire nella casa della Comunità quel giorno alle ore venti “per prestare il Solito giuramento et accettare le respetive carighe” . il giuramento venne prestato il 4 luglio, il ritardo fu dovuto “alla gran pioggia e temporale” che impedirono “il radunarsi del Consiglio”. In Favria alle ore 12 del 15 luglio mentre il parroco impartiva la Benedizione e davanti al Santissimo si recitavano le preghiere, “ad repellandas tempestates”,   si sviluppo un forte temporale , un fulmine cadde sul campanile uccidendo due persone, Costantino Giovanni Battista di Giuseppe e Lumbrisone Domenico di Giovanni Battista e lasciandone semimorte altre due. In seguito il fulmine penetro nella Chiesa presso l’altare della Madonna. Nella Chiesa di San Michele una lapide ricorda l’evento. Lo stesso giorno il fulmine cadde nella Cappella della Madonna della Neve ed in parecchie altre località del paese. In quell’anno il Canavese è colpito da una grave carestia, nell’inverno del   33 i fiumi si asciugano. L’estate di quell’anno fu preda della siccità, con prati secchi ed inariditi. Il 29 giugno anche Favria  procede all’elezione dei consiglieri e dei sindaci come dal Regio Decreto, ma come si vede dai nomi le cariche rimangono appannaggio sempre delle solite famiglie

Il 4 luglio risulta sindaco Giovanni Battista Perino. Il 27 dicembre fu nominato sindaco in seguito al decesso del precedente Giuseppe Nizia

1733. Misurazione presa della Bealera

Con l’Ordinato del 4 luglio di quell’anno, in seguito ad una missiva dell’Intendente Provinciale Chiaverotti viene stabilito che per il 9 luglio una visita all’imboccatura della Bealera sull’Orco, per  misurare il vano occupato dalla Bealera stessa, di tavole dodici, con l’Agrimensore Montiferi, Serena per la Comunità di Salassa, signor Theisa luogotenente e per Favria il Consigliere   Giovanni Francesco Tarizzo. Dopo questa ispezione viene stabilito che verrà fatta una chiamata mediante pubbliche grida dei Particolari per la pulitura dei fossi della Bealera.

1739. Il 24 luglio un improvvido e devastante temporale a Locana

 che provoca una piena dell’Orco

1752. La cura della RUSA

Nell’Ordinato del 11 luglio 1752 veniva imposto ai “Particolari” del borgo di “portarsi dal presente luogo e trovarsi vicino al Ponte di Cuorgnè con pichi, pale e zape, ei ivi unirsi con li Capi di squadra e mettersi vicino al travaglio suddetto, e mai partirsi senza licenza del detto Sindaco dal posto assegnato”, il tutto sotto la pena  di “lire due per cadaun capo da pagarsi inevitabilmente alla Congregazione dei Poveri”

1764, viene segnalato come anno secco

1765, in quell’anno frequenti brine mantengono bassa la temperatura e fanno morire il frumento

1766, anno freddo con grande siccità

1767, anche in quell’anno si  ripete un anno con la siccità

1768, vengono segnalate frequenti grandinate rovinano tutti i frutti tranne la meliga

1774, anno segnalato come anno secco

1776. MARTEDI’ 24 LUGLIO. LA CURA DELLA BEALERA

Con l’Ordinato 17 luglio viene ribadita la consuetudine annuale sulla cura della Roggia:

“..Propone indi esser necessario che la presente Comunità come è solita secondo li privilegi accordati dalli Signori Consortili del Valpergato nella transazione pervenuta Marzo 1575 facia divenire alla solita  Cura Generale della bealera da tutti li luoghi e finaggi, ove discorre unitamente alla Comunità di Salassa compartecipante di detta bealera del suo imbocco fini di Cuorgnè insino al suo territorio,e finaggio, e così  instando la detta Comunità di Salassa come rifisce il detto Signor Sindaco assegnarsi un giorno più prossimo per divenire per Capidi Casa alla Cura della suddetta mediante la solita cibaria et per lui non stare…”

il Consiglio Comunale così approva:

“Indi li suddetti sovra Congregati in seguito alla prima proposizione riguardante la Cura della bealera mandano unanimi e concordi osservarsi il solito con assegnarsi il giorno di martedì prossimo 24 corrente per l’effetto di detta Cura per mezzo de capi Casa di questo luogo, trovandosi il giorno di Dominica or prossimo il 22 suddetto mese per voce di grida monireli detti Particolari aciò alle hore 10 di matina si trovino tutti radunatialla parte superiore di questo luogo muniti di zappe, pichi e indi sotto la scorta del Consiglio portarsi alle fini del Valpergato e dal posto ivi assegnato di detta bealera per via di divenire alla detta Cura Generale, e quella in detto giorno proseguire, per via divenire alla detta cura generale, e quella in detto giorno proseguire, deputando intanto il detto Sindaco Tomaso Bongino per l’opportuna provista della cibaria con ritirare il contante dall’esattore Tomaso Baretto, indi rendere del speso il dovuto conto per l’opportuna verificazione.”

1776.Manutenzione strade nella roggia

Con l’Ordinato del 17 agosto viene riferito:

“…si manda questa Comunità di far munire il passaggio sovra la bealera di questo luogo che interessa la via detta la Livesa fini di Oglianico di una pietra in agionta a quella che già ivi esiste inserviente di piana per rendere libero il passaggio con il carro e bovi fra un mese prossimo.

Mandando pure alla stessa Comunità di Favria di dover in concorso di quella di Oglianico far procedere da persona perita alla visita del Rivo, o strada Bria dividente li due territori e nel posto ove interessa la pubblica strada che tende da questo luogo come d’Oglianico affine di divenire alla costruzione di un ponte per sicurezza del passaggio…”

La Comunità decide di non accollarsi il peso per la costruzione di un nuovo ponte con Oglianico.

1778, questo fu un anno quasi sterile: Hic annus fere sterelis nobis fuit

1780. L’Orco nei giorni 24 e 25 agosto esonda ed asporta tutti i ponti da Locana a Cuorgnè

1801. In quell’anno, “la tempesta o sia gragnola caduta nella notte dalli 31 luglio spirato al primo agosto esportò l’intiero raccolto di uve e di meliga”

1803. Viene segnalata nel Canavese una violenta grandinata nella notte dell’ 11 e 12 agosto

1806, per singolare coincidenza , tre anni dopo nella notte dal 11 al 12 agosto avviene un violento temporale con “dirotta pioggia” che ha rovinato diverse strade nel Canavese.

1808. Viene segnalata una grandinata l’9 luglio

1825, nella notte dal 23 al 24 luglio il Canavese venne svegliato da una abbondante grandinata, che i cronisti del tempo segnalano che cinque giorni dopo si trovava ancora ammucchiata in diversi fossi, con le piante spoglie che pareva il mese di gennaio

1850, il giorno 13 agosto improvvisa piena del Soana. Con frane e smottamenti

1852, il 19 agosto nuova inondazione di Cuorgnè

1857. Nel  Canavese, Cuorgnè, la sera dell’8 luglio si abbatte una grossa grandinata, anche nel territorio favriese.

Nei giorni 20 –22 ottobre straordinaria piena dell’Orco, Malone e del Po

1861, viene segnalata nel Canavese una terribile bufera, con grandine. il 16 luglio, e nuovamente il 7 agosto verso le tre pomeridiane

1890. Viene segnalato il 24 agosto alle dieci di sera una grandine “sterminatrice” nel Canavese che ha distrutto completamente i tre raccolti ancora pendenti: uve, meliga e terzuolo (il terzo taglio del fieno)

1914, tra il 20 e 23 luglio grave evento alluvionale sulla Dora tra Bard e Arnaz.

Il nubifragio ha interessato pure il Canavese, con una grandinata che dura più di tre ore, con una seguente alluvione delle strade, Favria

1947. La Giunta Comunale in data 9 agosto interveniva con apposita delibera per disciplinare la distribuzione dell’acqua nell’irrigazione.

In data 2 novembre  con ulteriore Delibera l Giunta sollecitava i cittadini interessati alla pulizia e spurgo dei fossi  comunali, provvedimento da effettuarsi entro il 31.03.1948.

1949 Da una Delibera di Giunta di quell’anno precisava che i terreni irrigui della Roggia di Favria erano ettari 1.054.56.94 così suddivisi:

Cuorgnè    ettari                    33.66.73

Valperga    ettari                   15.83.70

Salassa      ettari                 250.92.57

S.Ponzo     ettari                  152.05.62

Oglianico   ettari                     2.23.98

Favria        ettari                 599.84.34

Nel suo percorso la Roggia i cavalli nominali di forza idraulica sono 453,93 comprensivi di 18 salti d’acqua.

Gennaio – Maggio danni alluvionali in territorio di Pont Canavese.

1972.    Il 14 agosto il torrente Noaschetta esce sulla strada presso Noasca.

1973.    Favria, 6.08.2013   Giorgio Cortese              

 

Gli scaricatori!!!

C’è una particolare categoria non censita nell’umanità, sono gli scaricatori di problemi. Non hanno colpa nel loro scaricare, schiantare a ammazzare gli altri, indifferenti al peso di ciò che riversano, dalla loro sfera personale, in quella altrui. L’operazione, come sempre quelle micidiali, avviene infatti in modo inconscio. Chi è lo scaricatore? È innanzitutto un imprevidente, che non calcola le conseguenze delle sue azioni. Ma è anche un asociale, di cui ognuno di noi ha fatto esperienza nella vita, e che muove istinti correttivi a un passo dalla fisicità. Posto infatti l’assunto per cui lo scaricatore rovescia i suoi problemi sugli altri, ne conseguono svariati, nefande conseguenze. La prima è che lo scaricatore non scaricherà mai un problema gestibile, bensì sempre un problema da lui stesso condotto al limite della irrisolvibilità. Seconda conseguenza è che la sua incoscienza in tal gesto è direttamente proporzionale alla velocità con cui lo compie, senza dare alla vittima il tempo d’interloquire o ripararsi. Ultimo corollario, mi limito perché le conseguenze sarebbero molti di più, è che lo scaricatore si orienta sempre, quanto a vittime, verso i più capaci e generosi, quasi presentendo che non diranno di no al fardello che sta per scaricare su di loro, spinto dalla stessa misteriosa forza che attrae il negativo verso il positivo. E quest’ultima conseguenza è in realtà un mistero. Forse evita i negativi, suoi consimili, come respinto da un identico magnete? Sta di fatto che ai migliori, la vita viene spesso rovinata dagli,inconsapevoli, ma non per questo meno micidiali, scaricatori

Favria, 7.08.2013              Giorgio Cortese