Molte volte il segreto della forza sta nella concentrazione.

Mantenere sempre lo stesso passo.

Ultimamente ho letto un libro di Daniel Goleman, dove l’autore, afferma che saper criticare costruttivamente è una espressione di intelligenza emozionale,  un modo particolarmente efficace di trattare noi stessi e gli altri. Ritengo che i miei interventi sono la capacità di motivare me stesso, di persistere nel perseguire l’obiettivo di effettuare, con le mie limitate capacità, e una critica costruttiva che sia di pungolo per una miglioramento della realtà in cui vivo. La mia non è una critica aggressiva, ma si basa sull’ascolto e sono sempre pronto al dialogo, pacato e civile, e anche gli sparuti commenti negativi ricevuti non hanno mai ferito il mio animo, ma sono sempre stati fonte di riflessione per una crescita personale.   Concludo che non mi farò intimidire né da minacce ne da intimidazioni e da ricostruzioni dei fatti che mi attribuiscano comportamenti che non mi appartengono, poichè chi mi conosce sa che violenza verbale e fisica sono lontani anni luce dal mio modo d'essere. Per tali motivi manterrò sempre ogni giorno lo stesso passo, con la schiena diritta e la coscienza a posto.

Favria,  7.08.2013  Giorgio Cortese

 

Nella vita si ottiene di più  con la persuasione, non con la violenza.Certo il sentiero quotidiano della nonviolenza richiede molto più coraggio di quello della violenza, ma sono sicuro che la verità prevarrà sempre. Se si usa la violenza si voltano le spalle alla speranza. Ritengo che bisogna preferirle sempre la speranza, la fiducia nella non-violenza. Ecco è questa la strada che devo ogni giorno di sforzarmi di seguire

 

Si fa presto a dire afa, caldo rovente o torrido, ma c'è caldo e caldo...

Nella stagione stiva di fronte alle varie ondate di caldo con le temperature record, i media ci bombardano di notizie, enfatizzando il fenomeno atmosferico chiamandolo, di volta in volta, caldo afoso, rovente o torrido. Certo il nostro corpo inizia a patire particolarmente quando la temperatura percepita supera i 37 gradi; diverse giornate quindi con valori elevati renderanno il clima fastidioso e pericoloso per le fasce più a rischio come gli anziani e i bambini. A giornate roventi poi si sommerà il malessere di non riuscire a riposare bene di notte con temperature minime elevate che in molti casi non scenderanno al di sotto dei 22 gradi. I muri delle nostre case trattengono il calore e lo rilasciano di notte quindi spesso anche con minime inferiori la temperatura in casa rimane elevata. Ma innanzitutto che cosa vogliono dire i lemmi, afa, rovente o torrido? Da un punto di vista etimologico, afa viene per lo più considerata una voce di origine espressiva, onomatopeica oppure questo lemma deriva dal sostantivo greco aphö, con il significato di: “"accensione, azione dell'accendere”, derivando dal verbo àptein, "accendere. Accanto al significato proprio questo sostantivo ne ha sviluppati altri due, entrambi oggi poco usati, il primo estensivo: “affanno prodotto dall'aria opprimente”, già riportato nella prima impressione del Vocabolario degli accademici della Crusca, 1612, dove, alla voce affanno, si legge: “afa è un certo affanno, che, per gravezza d'aria, e soverchio caldo, pare che renda difficile la respirazione” e da questo un secondo in senso, figurato, “noia, tedio, oppressione dell'animo”, oggi ancora vivo in Toscana nell'espressione familiare, fare afa, “dare fastidio, noia”. In piemontese si tuf,  che deriva dal greco thyphos, vapore, nebbia, afa, termine greco, simile in piemontese e provenzale. Ma si dice anche “baf” che significa soffio di aria calda “baf ‘d caud”, in piemontese. Nell’area centro-meridionale, il pistoiese mafa, il romano e laziale bafa,  il toscano bafore, prodotto dall'incrocio di bafa con vapore, e il napoletano bafogna, probabilmente generato dall'incrocio di bafa con il sostantivo latino favonius, che designa un vento caldo tipico del Sud. Il vocabolo “rovente” deriva dall’antico francese “rouvent”, che deriva a sua volta dal lemma latino rubentem, participio passato di rubeo, rosso, con il significato di infuocato, ardente, caldissimo, in piemontese si dice afoà o foà. Torrido deriva dal latino   “torridus”, con il significato di seccare, abbrustolire,  ma esiste anche una radice nell’antico tedesco “tharrjan” con lo stesso significato da dove dovrebbe derivare la parola inglese toast che deriva dall’anglo sassone thyrst.. Tornando a parlare del caldo di questi giorni, si sa che il tempo atmosferico influenza le nostre giornate, ma purtroppo le condizioni meteo non vengono catalogate come meriterebbero. Il caldo è afoso quando ad una componente di elevate temperature si somma quella di un alto tasso di umidità. Questa situazione è una miscela che causa un alto disagio fisico. Se l'umidità atmosferica è elevata, ma per dirla in breve, se con +30°C abbiamo il 50/60% di umidità, siamo in una condizione di caldo fastidioso e afoso. Più il tasso di umidità è elevato, più si rallenta il processo di raffreddamento da evaporazione della pelle, ad opera del sudore che evapora. Il calore diventa opprimente ed il corpo umano sente una maggiore temperatura. Poi abbiamo il caldo secco. Il caldo secco si può accompagnare a temperature molto elevate, ma la sensazione di disagio fisico per la calura è minore. Con 30°C ed il 25/30% di umidità, la percezione di calore è molto limitata, così con valori di +35°C e magari anche meno del 20% di umidità, si può sentire meno caldo che con 30°C e 60% di umidità. Certo il corpo umano produce sudore quanto basta per raffreddare la pelle dalla sensazione di calura, l'evaporazione sottrae calore e si percepisce una temperatura inferiore. La brezza, il vento, attenuano ulteriormente la sensazione di caldo, perché accentuano relativamente l'evaporazione dalla pelle. Caldo umido e caldo secco sono due cose ben distinte, come caldo afoso e caldo torrido. Insomma il caldo torrido non è il superlativo assoluto di caldo, ma è la definizione di caldo secco

Favria, 8.08.2013                 Cortese   Giorgio