Se vuoi la buona rapa, per Santa Maria, 15 agosto, sia nata
Ferragosto!
Attraverso, nella giornata di ferragosto, una piazza vuota.
Niente passanti, niente mamme con i bambini in carrozzella, niente cani né proprietari
né ragazzi delle vicine scuole, niente pensionati che si guardano intorno, molti
purtroppo, con gli occhi già spenti. Laria è calda ma trasmette già i primi odori
dellautunno. Infatti le sparute nuvole nel cielo mattutino hanno già delle
tonalità diverse e mi ricordano che lestate, proprio nel giorno che viene
festeggiata nel massimo fulgore, sta già passando, e la terra trasmette i primi odori del
vicino autunno. Ritengo che passiamo la nostra vita a ragionare sul passato, a lamentarci
del presente, a tremare per l'avvenire. Siamo ininterrottamente sospesi tra la nostalgia
del passato che ormai è solo ricordo e l'incertezza di un futuro non privo di sorprese,
di enigmi e forse di drammi. Il presente è, di solito, la stanza ove ci si lamenta.
La tridimensionalità del tempo è da sempre oggetto di riflessioni, anche il
tempo in sé considerato è stato sottoposto a serrate an
Favria, 18.08.2013
Res gestae favriesi.
Tutto ebbe inizio da un colono romano, da Manlio a Magliano
Il cognome Magliano sembra originario dell' Appennino reggiano, esiste anche un ceppo abruzzese che dovrebbe derivare dal toponimo Magliano dei Marsi (AQ), uno marchigiano, che dovrebbe derivare dal toponimo Magliano di Tenna (AP), ed uno dell'Appennino toscano, probabilmente originario di Magliano (LU).Per quanto riguarda il cognome che si trova nel Piemonte, anche questo trova origine nel toponimo Magliano Alfieri o Magliano Alpi nel cuneese, che si è poi espanso nel torinese e nel savonese. Ma esiste un ceppo nel salernitano, che derivare dal toponimo Magliano Vetere. Un ipotesi alternativa dell'origine di questi cognomi è che potrebbero derivare dall'appartenenza alla gens latina Manlia, o anche da un soprannome legato al vocabolo latino malleus, maglio, e starebbe ad indicare il mestiere di fabbro. Tracce di questo cognome si trovano già nel 1371, nel salernitano da in un atto rogato dal notaio Carlo Benedetto de Malleano. Ma sembra più plausibile la prima ipotesi che deriva da toponimi di centri rurali a sua volta dal nome romano Manlio che forse, sotto la donimazione romana vari omonimi con questo cognome, avevano avuto dopo il periodo del servizio militare assegnazione di poderi rurali e da qui lassunzione a toponimo del primo proprietario.
Favria, 19.08.2013
La sincerità non consiste nel dire, ma nell'intenzione di comunicare la verità
Uno spaccato dumanità, alla stazione alla vigilia di
Ferragosto
Sono stato alla stazione di Porta Nuova a Torino alla vigilia di Ferragosto per aspettare un mio figlio che arrivava dal mare. Pensavo di trovare una stazione sonnolenta e calma come la città semisvuotata alla vigilia di Ferragosto, ed invece entrato nella stazione mi è sembrato di trovarmi dentro un grande e frenetico formicaio umano. Nel frastuono di volti sconosciuti di chi sta per partire o di chi arriva già dalla vacanze. Persone vestite con fogge diverse e multicolori. Lingue sconusciute che si mescolano tra i cellulari perennemente attaccati allorecchio. Una folla sempre in movimento che accresce così le voci e le parole, alle quale si sovrappone monotono lavviso dellautoparlante dei treni in arrivo, di quelli in partenza e dei eventuali ritardi, in una classifica che nessuno mai stilerà definitivamente. In quella folla che si muove incrocio nei solchi dei volti di persone che respirano ma non vivono, sembra tutto naturale ma è solo lamara realtà del quotidiano vivere. Nelle stazioni si tocca limperfezione della nostra società dove tutti si conformano a mode nuove ma sotto vige la quotidiana indifferenza. Li vicino cuna grande libreria ed osservando il titolo di un libro di un grande autore russo, mi è venuta in mente quanto lui scriveva: Tutto ciò che luomo cerca su questa terra è dinanzi a chi genuflettersi, a chi affidare la propria coscienza e in che modo, infine, riunirsi tutti in un indiscusso, comune e concorde formicaio. E si le parole di Dostojevskij sono sempre taglienti e fotografo la realtà attuale. Limmagine del formicaio è illuminante, ma lo è soprattutto una frase amara: lansia di affidare la propria coscienza a un altro. È questa la vera perdita dellanimo, è lessiccarsi della moralità, sostituita dal "così fan tutti". E se non siamo più che attenti, questa deriva colpisce ciascuno di noi, perché il conformismo è un nemico invisibile che si insinua in tutti gli ambienti, anche in quelli che si pensano sani, lasciandovi le sue spore. Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico dello sviluppo, certo le sue catene sono, però, dorate e la sua violenza è dolce e nascosta. Per questo è necessario tener alta la guardia e non consegnare mai a nessuno la propria coscienza, ma neppure cloroformizzarla nella superficialità. Personalmente immagino la vita, come un cartello a indicare una via, e la sua scritta che si fa sempre più nitida ad ogni passo.
Favria, 20.08.2013
Se Sofocle affermava che: Chi è buono in famiglia è anche un buon cittadino. Adesso si potrebbe dire Sofocle.