Secondo un proverbio cinese: “I genitori non possono garantire la virtù dei figli” e allora noi elettori non possiamo sicuramente garantire per i politici che abbiamo eletto!.

Solidarietà a Pezzetto e a Pappalardo.

Leggendo sui giornali la grave  intimidazione compiuta contro il sindaco di Cuorgnè ed il Comandante dei Vigili Urbani, dello stesso Comune. Voglio esprimere pubblicamente tutta la mia umana solidarietà. Mi auguro che tra gli Amministratori  locali prevalga lo spirito di solidarietà, perché certi beceri atti necessitano di una reazione immediata di forte e totale solidarietà sotto il profilo personale. E una solidarietà altrettanto decisa e risoluta, una controffensiva civica sul piano della difesa dei principi della legalità. Perché il vero e proprio avvertimento indirizzato al pubblico amministratore ed al dipendente comunale  è che le consorterie malavitose agiscono contro tutti quanti si impegnano, in particolare tra gli amministratori locali, nel garantire alle loro collettività una vita quotidiana all'insegna dei principi dell'onestà, della trasparenza, della legalità democratica, dell'interesse per il bene comune.Come semplice cittadino e Canavesano Vi sono vicino in questo momento

Favria, 25.08.2013                Giorgio Cortese

 

Res gestae favriesi, dal leone a Lunardon

Tra i nomi di origine germanica, forse uno dei più recenti, si fa per dire, e il nome Leonardo, perché gli  antichi Germani non conoscevano il leone, e per loro l’animale totemico per  eccellenza era l’orso. Leonardo, significherebbe “leone ardito”. Attraverso un fenomeno fonetico detto ipocoristico, che vuole dire chiamare con voce carezzevole o con diminutivi, il nome originario è stato modificato passando ad un diminutivo o vezzeggiativo anche sotto l’influsso dialettale della varie regioni italiane. ed allora dal nome di origine germanica Lionhardus di cui, sopra abbiamo detto il significato, abbiamo un esempio in una Charta Manumissionis redatta in Cremona nel maggio del 754: "...Ghodiperth, Ilmeri et Aicardo de eadem curte Gussala, nec non Lionhardus subdiaconus, Amiso lector, Ridulphus et Urso ostiarii ...". Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Foza nel vicentino in un atto redatto dal notaio Marco Lunardi nel 1678: "...messer Zuanne Horo detto il Peranzan, messer Benedetto di Piero Lunardi, messer Benedetto quondam Francesco di Lunardi...". E cosi abbiamo il decisamente veneto Lunardon, Lonardo, Lunardo, Lunazzi, Lenardi, Lenardis, Lenarduzzi, Leonadi.Nel troviamo  Lonardelli in Puglia, Lonardo in Campania. Come si vede un cognome tipicamente italiano e diffuso in tutto il territorio.

favria, 26.08.2013    Giorgio Cortese

 

Certi giorni ma pare che la storia, sia proprio una irascibile e bugiarda vecchia signora

 

AAA senso di dignità italiano cercasi disperatamente

Leggo i giorni ed ascolto i telegiornali e di riflesso i discorsi delle persone nei bar, in ufficio e per la strada e c’è poco da fare. Stiamo ancora trattando il problema dell’immigrazione come una piaga da combattere, ma ci siamo dimenticati, e si abbiamo dimentica in fretta, abbiamo la memoria fuggevole, quale uso hanno fatto per secoli gli europei degli africani.  Si uso il lemma uso, perché per la nostra Dell'uso, sì, perchè abbiamo impiegato i "negri" come forza lavoro ovunque abbiamo preso possesso della loro terra, solo così  abbiamo messo le basi della nostra attuale opulenza, che la crisi ci sta erodendo. Per secoli abbiamo usa violenza alle loro donne, saccheggiato e bruciato i loro villaggi e con la scusa di portare il progresso rubato le materie prime che si trovano a casa loro. E adesso ci agitiamo come vespe impazzite perché arrivano sulle nostre patrie sponde come naufraghi clandestini? Ma come siamo caduti in basso! Siamo diventati un popolo che non conosce più le proprie origini e la storia del passato. Certo poi le nostre barche con pescatori affami sconfina nelle loro presunte acque nazionali, ed voilà, il seme della xenofobia è belle che innestato con una flebo di demagogia in presa diretta, nella nostra tollerante, fino a ieri, società. E già, noi li soccorriamo e loro che cosa fanno, sequestrano i nostri pescherecci? Certo loro sbagliano a venire da noi in Europa, venire proprio a casa di chi per secoli li ha sfruttati e che nell’intimo dell’animo li considera ancora esseri inferiori, e loro poverini, pensano di essere trattati come persone. Ma che ci possiamo fare se fino da bambini ci hanno instillato l’atavica paura  “dell’uomo nero”. Ed ecco che riemerge la nostra immensa ignoranza della storia, dei nostri emigranti, dei nostri nonni e bisnonni, che emigravano per fame in Europa e in America nelle miniere di carbone, dove erano trattati come bestie, ma noi abituati al nostro mondo, formato reclame televisiva, ci siamo dimenticati di tutto. La nostra ignoranza del passato ci rende vuoti ed aridi nell’animo. Molte volte mi sono chiesto quale fattori hanno fatto crollare l’impero romano e poi quello bizantino, e adesso ho delle risposte, l’aridità dell’animo ed il cinismo. Senza una speranza nel futuro anche noi, adesso, siamo sulla stessa amara strada. Siamo miseri come i miseri corpi dei bambini africani che sbarcano nelle nostre coste e che poi muoiono disidratati. Solo quando riusciremo a comprendere questo, forse inizieremmo a sorridere al l’extracomunitario che all’incrocio insiste a lavarci i vetri o proveremo vera e sincera pietà all’africano carico come un asino che percorre interminabili chilometri sotto il sole per vendere articoli contraffati. Articoli, notate bene che gli sono stati forniti da italiani   come noi, che sfruttano gli extracomunitari, evadono le tasse che poi dobbiamo pagare noi, e sono i primi ad indignarsi verso il flusso migratorio. Che miseria umana siamo diventati, se andiamo avanti così diventeremo il nulla, saremo quasi simili a quei corpi che il mar Mediterraneo ci restituisce sul bagnasciuga, corpi corrosi dalla salsedine, vuoti come sono i seni delle donne africane del Sahel che non possono più nutrire i loro figli. Questo mi fa riflettere in quale Italia sto oggi vivendo dove   si è pronti ad alimentare  l’odio verso lo straniero ed il diverso quando delinque ma poi si è indifferente e passivi sulla violenza che gli italiani perpetuano verso le donne anche dentro le mura domestiche con continui femminicidi. Quando noi italiani incominceremmo a chiedere scusa a tutte le donne e a tutti gli extracomunitari sfruttati non perché scritto nelle leggi, ma perchè ogni violenza e prevaricazione ferisce l’intimo del nostro animo. Ecco che forse allora forse ritroveremo l’orgoglio di essere italiani. Ma per adesso stiamo ancora scivolando giù verso la lenta china dell’ignoranza e della negligenza colpevole, con una vista strabica del mondo che ci circonda. Oggi il problema che dobbiamo risolvere non è se chiedere la grazia al potente uomo politico di turno, il tempo è galantuomo e il giudizio della storia verrà anche per lui. Il problema non è comprare degli aerei F35. Il problema e programmare una ripresa del lavoro, pagare meno tasse eliminando gli sprechi e dotarci di un sistema elettorale veramente democratico dove sono i cittadini che scelgono chi devono eleggere e non sudditi passivi che votano i satrapi calati dall’alto.In Italia le tasse sono ai livelli della Scandinavia ma peccato non poter dire altrettanto per i servizi pubblici. Perché se almeno i soldi che la pubblica amministrazione ci porta via servissero a finanziare opere pubbliche degne di questo nome, avremmo meno da lamentarci.  Purtroppo soffriamo di una aridità morale ed di una ottusità mentale che ci stanno facendo tornare poco per volta in un nuovo medioevo dove è più facile dare la colpa all’altro, al diverso nel colore della pelle o religione. Ed infine soffriamo del calo demografico, non facciamo più figli, stiamo scivolando verso una società di anziani, senza futuro. Ma se non sappiamo più educare all’ascolto, all’armonia della bellezza, alla cultura, a nutrire sempre la speranza, all’accoglienza,al rispetto e alla semplicità., forse è meglio per adesso così. Mi pare che attualmente la nostra società italiana non si interessi ai giovani e continuando di questo passo, non abbiamo futuro.  Ma sono sempre ottimista di una rinascita di noi italiani  che arrivi un nuovo Rinascimento culturale e sociale sia nelle menti che negli animi. Ma adesso fino a quanto dovremo ancora patire, quanto manca ancora  al fondo del degrado sociale? Ma ci rendiamo conto che siamo stati creati per la bellezza e non per la malvagità? Ma allora dov'è finito il nostro senso di dignità di essere italiani?

PS: AAA senso di dignità italiano cercasi  con disperata urgenza!

favria, 27.08.2013         Giorgio Cortese.

 

Diventa sempre più complicato fare Ribota

Nel dialetto Piemontese, fare una RIBOTA vuol dire ritrovarsi in amicizia per mangiare, bere, ridere e scherzare in allegra compagnia, insomma allegra riunione conviviale. Il lemma deriva dal francese ribote, che deriva a sua volta da ribaud ‘ribaldo, dissoluto’, in italiano ribotta. Ma secondo altri studiosi il lemma "ribotta" deriva dal germanico botan poi nell'italiano bòtta, bòtto per un preciso riscontro semantico con un'analoga usanza francese di cui si trova notizia nel Du Cange e nel Godefroy alla voce rebont o rebond, originaria della Normandia, definita dal primo "repas, festin d'un jour de fete ou du lendemain" e dal secondo, più precisamente "retour de noces, octave d'une fete". Insomma anche "far ribotta" è diventato sempre più complicato!

Favria, 28.08.2013                  Giorgio Cortese

 

Facciamo a meno malvolentieri di abitudini in apparenza insignificanti, però avvertiamo dolorosamente una simile rinuncia solo nei casi importanti.