La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e purtroppo, saggi troppo tardi e la nostra saggezza è simile al pettine per i calvi ..
Info
Mercoledì 18 settembre 2013 ore 17,30 presso
La S.V. è invitata a partecipare
Sempre attuale è il pensiero di Rosmini
Antonio Rosmini iniziò a scrivere "Delle cinque piaghe
della santa Chiesa", pubblicate nel 1848 e messe all'indice del libri proibiti un
anno dopo. I suoi nemici però non furono ancora soddisfatti. Così 32 anni dopo la
morte riuscirono a far condannare anche "40 proposizioni" tratte dai suoi libri.
Domenica 18 novembre 2007 cioè 175 anni dopo, Antonio Rosmini fu proclamato
beato. Da questa data l'eredità spirituale del sacerdote filosofo di Rovereto è stata
finalmente sdoganata e messa al servizio dell'uomo. Si potrebbe dire per
questo Beato, dalla polvere agli altari. Ma che cosa si nasconde dietro alla sua
drammatica vicenda? Dopo aver avuto un cordiale colloquio con Pansy e Pasquale,
sempre splendidi anfitrioni, mi sono ricordando andando a casa di aver letto un libro sul
Beato Rosmini, mi pare che il libro aveva per titolo: L' uomo e
Favria, 15.09.2013
Ripensando ad una frase di William Shakespeare è proprio vero
che oggi c'è poca scelta tra le mele marce.
Res gestae favriesi, dal Giovedì Santo al cognome Cena
La nascita dei cognomi in Italia, rappresenta uno degli interrogativi che più incuriosiscono.uno di questi è il cognome Cena che è tipicamente piemontese, del torinese, di Chivasso in particolare e di Torino, Verolengo, Collegno, Caluso, Settimo Torinese, Brandizzo, San Benigno Canavese e Torrazza Piemonte, con un ceppo anche a Cigliano nel vercellese e con presenze nel barese. Questo cognome potrebbe derivare dal nome medioevale Cena, che con riferimento alla Cena Domini o ultima cena, veniva anticamente attribuito ai nati di Giovedì Santo, insomma a cavallo tra il XII-XIII, i primi antenati erano molto probabilmente nati il giorno in cui nasceva lEucarestia, il sacramento istituito da Gesù durante lUltima Cena alla vigilia della passione e morte, e da li trasmesso per linea maschile a tutti i successivi eredi fino ai giorni nostri.
Favria, 16.09.2013
Al bel tirasu ad noch, al val come un pioch
L'anima se ne sta
smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di
sé non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre,
anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza. E appena l'ha
riguardato, invasa dall'onda del desiderio amoroso, le si sciolgono i canali ostruiti:
essa prende respiro, si riposa delle trafitture e degli affanni, e di nuovo gode, per il
momento almeno, questo soavissimo piacere. [...] Perché, oltre a venerare colui che
possiede la bellezza, ha scoperto in lui l'unico medico dei suoi dolorosi affanni. Questo
patimento dell'anima, mio bell'amico a cui sto parlando, è ciò che gli uomini chiamano
amore. Platone
Smarrimento
Un mio amico ha avuto nei giorni scorsi la vista notturna di ospiti indesiderati: i ladri! Al mattino quando si è risvegliato, ignaro di quanto era successo ha avuto lamara sorpresa di trovare la casa sottosopra, constatando malinconicamente la perdita di oggetti preziosi. Ma la cosa grave, che colpisce lanimo e lo rende smarrito oltre alla perdita economica, non ingente ma neppure indifferente, è che è stata turbata la violazione dello spazio domestico, che consideriamo come una estensione del corpo. Trovare tutto sottosopra: i cassetti aperti e rovesciati, le scatole scoperchiate, le carte sparpagliate, mina la sicurezza personale, rende sospettosi e paurosi, incerti del domani. In questi casi la violenza non colpisce solo le cose ma le persone. Nei giorni successivi lanimo rimane smarrito ed indifeso.. Questo mio amico, constatava, con dispiacere che nel vile furto sono stati rubati degli oggetti dal grande valore affettivo oltre che economico, oggetti che erano il ricordo della moglie defunta, compagna di una vita. Il mio pensiero, ripensando a queste parole era rivolto a questi oggetti che non ho mai visto, pensavo a chissà che viaggio staranno facendo tutte quelle cose tra quante mani staranno passando e quanti occhi interessati le staranno valutando? Erano i suoi ricordi affettivi, di una persona che non cè più, alcuni anche ereditati, protagonisti di pezzi di storia del suo passato e che per un tempo sono stati spunto di racconti e di commenti, ritengo, anche divertenti. In queste situazioni non è facile da ingoiare e metabolizzare un boccone così amaro, e allora. mi viene voglia di scrivere alcune parole al ladro: Permettimi spregevole ladro, che sei andato a casa del mio amico, nel darti del Tu, per farti avere così un messaggio diretto con una breve riflessione del Tuo vile gesto. Miserabile ladro, forse , alcune volte ti sarà andata bene, avrai guadagnato qualche cosa, ma poi lo avrai dilapidato in fretta perché non si dà valore a ciò che non si suda. Quando verrai preso e dovrai sudare la libertà, forse allora, potrai capire meglio il valore delle cose, sì perché senzaltro ti prenderanno, li prendono tutti sai, tutti si credevano e alcuni si credono ancora più furbi, migliori degli altri, più furbi di quelli che si alzano alle 5 del mattino e rientrano a casa alle 20 di sera, le galere sono piene di questi furbi. Personalmente, sono felice di fare parte dei fessi che alla sera vanno a dormire presto perché sono scoppiati dal lavoro e forse a volte ho pensato veramente che Tu fossi più furbo, ma in Italia non ci sono furbi ma solo furbetti della tua stessa forza. Sei stato a rubare a casa di un galantuomo che ha sempre lavorato onestamente e che conservava i ricordi più cari! Certamente ti giustificherai che nella vita sei stato sfortunato, che non è colpa tua ma delle circostanze. Sei veramente ridicolo, ricordati che le scuse sono come le dita delle mani, ma tutti abbiamo solo dieci dita! Ricordati che la vita è sopratutto sacrificio, dolore e sconfitte, qualche volta mezze vittorie, cercare scorciatoie non ha senso, ed inoltre se tu potessi vedere gli effetti che queste scorciatoie, lo sconforto psicologico che lasci nelle persone, come nel caso del mio amico sono sicuro che forse non ruberesti più. Ma, chi sono io per scagliare la prima pietra, sono solo un fesso che lavora e paga le tasse! A questo mio amico, gli dico con sincero affetto e per limmensa stima che nutro nei suoi confronti di cercare di vincere questo tormento interiore, questo senso di insicurezza che lascia lanimo smarrito facendosi forza nel guardare sempre avanti. Purtroppo non cè scelta per cercare di ricostruire e riconquistare una serenità momentaneamente persa.. La casa dove abito può trasmettermi uno stato d'animo che sono incapace di crearmi da solo, perché la casa è il mio corpo più grande è insomma l'epidermide del corpo umano. La casa vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte e non è mai senza sogni. Questa è la vera natura della casa, un luogo di pace e il rifugio non soltanto da ogni violenza, ma anche da ogni sgomento, e dissidio.
Favria, 18.09.2013
Nella vita quotidiana vale sempre la pena di valere e lottare
Res Gestae favriesi, la scuola a Favria
Nella transazione tra il signore feudale e la
Comunità di Favria del 31 marzo 1580 avvenuto nella Chiesa di S. Michele. Il feudatario
era Gerolamo Vassallo ed i rappresentanti della Comunità con lintervento dei notai
In questo ordinato viene citato il maestro di schola
molto Reverendo Prette Pietro Antonio Cocchiello si trasferisce alla
Cura o si Chiesa della Parrocchiale di Oglianico e che Favria resterebbe
sprovvisto dinsegnante. Si propone
Viene infine deciso vista la contrarietà di tre consiglieri di
affidare lincarico se il posto rimarrà vacante al
NellOrdinato del 7 novembre 1776, viene menzionato il
maestro di scuola Giovanni Battista Perino, viene menzionata la difficoltà dellinsegnante
di riscattare metà del proprio stipendio, pari a lire 250 che doveva essere a lui pagato
dalleredità del fu Conte Cacherano come da instromento delli 14 ottobre
Nel 1826, la Comunità di Favria si attivò per acquistare una
casa per collocarvi la scuola comunale e labitazione del maestro, da un documento
inviato alla Segreteria degli Interni si rileva che la venditrice della casa era una certa
signora Cattaneo Margherita, che laveva ereditata grazie al testamento dello zio
sacerdote
La valutazione delle casa era di lire 4702 e centesimi 4, mentre le spese per ladattamento della casa erano di lire 713 e centesimi 20. Il Comune già allora aveva la necessità di acquistare questo edificio visto lo stato delledificio adibito a scuola allora esistente, la Comunità nella sua relazione faceva presente la disponibilità di fondi per acquisire il fabbricato e ne chiedeva lautorizzazione alla Segreteria di Stato per gli Affari Interni. Latto era firmato dal Primo sotto Intendente Generale Roatis. Con atto del 4 novembre 1826 lAvvocato Generale di V.M. presso il Real Senato di Piemonte da la risposta alla Comunità del seguente tono, si dichiara spiacente di non poter dare una risposta definitiva, giustifica limpossibilità con la carenza di documentazione che comprovi la tutela della Comunità nellacquistare un immobile con delle iscrizioni ipotecarie, e richiede una documentazione più approfondita per prendere una decisione definitiva..
La casa viene alla fine acquisita nel 1827.
Favria, 19.09.2013