Certe persone non si rendono conto che molte volte nell'ozio o
nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla
Ma che cosa è importante oggi in Italia?
Ma che cosa è più importante? Il tormentone giuridico su Berlusconi e il voto sulla decadenza? Oppure il lavoro, lEuropa e il dramma dei migranti, le prospettive per i giovani, la pace, lambiente? In questi periodi bui dobbiamo mantenere la schiena dritta a costo di andare controcorrente se voglia dre tutti il nostro contributi, o meglio il nostro piccolo mattone per edificare veramente il bene comune. Oltre la lavoro oggi mancanza di lavoro oggi quello che manca è anche il metodo nella nostra Patria per fare una buona politica al servizio dei cittadini. Ritengo che il rifiuto del dialogo, il chiudersi nelle torri davorio porta sempre di più allaumento dellantipolitica.
Favria, 20.09.2013
Nella vita, mentre conversiamo il tempo scivola
via
Lemmi celtici!
Molte volte nel nostro parlare quotidiano usiamo parole di un popolo che non cè più, i celti! Pensate che prima dellavvento dei romani e la loro romanizzazione, questi popoli celti occupavano grande parte dellEuropa, dallItalia settentrionale alle isole britanniche. Dalla penisola iberica al Reno e poi giù fino ai balcani fino ad arrivare nellodierna Turchia, dove venivano chiamati Galati. Certo il latino poco alla volta fa entrare nelloblio questa lingua, ma alcune parole passano dal celto latino e alle lingue che si formeranno dopo la caduta dellimpero romano. Nella nostra lingua italiana i lemmi celtici non sono molto numerosi. Questo passaggio dei lemmi celtici nellitaliano odierno non è stato diretto, ma molte volte è passato dallantico francese o dal provenzale e si trovano ancora molto nel dialetto piemontese, ci sono poi alcuni termini entrati nellitaliano corrente dallinglese recentemente come whisky, basket, o dal francese come: , berceau ,cloche, quai, che mantengono nella nostra lingua la forma straniera originaria. Per alcuni lemmi è prevedibili letimologia celtica per le parole come gallo, druido, bardo. La serie più numerosa è quella legata ai nomi di animali selvatici: salmone, daino, allodola, o il domestico montone, oppure vocaboli che indicano parti o caratteristiche degli animali, quali becco, garrese, garretto, leardo tipo di mantello equino, e omaso, parte dello stomaco dei ruminanti. in questa raccolta non mancano poi i nomi relativi a piante ed erbe: brugo, lantana, betulla e santonina, o elementi del paesaggio come barena, per indicare il terreno che emerge dalla laguna, la roccia marna o landa. Nellabbigliamento si trova il lemma berretta, brache, drappo, pezza, saio o la fede nuziale, vera. Un cuciana quando facciamo la polenta e usiamo il paiolo, questa parola è di origine celtica come matterello, galletta e poi ma la famosa cervogia, birra, che abbiamo letto nei fumetti di Asterix il Gallico. Sono celtici anche il termine benna, brago che indica melma, bugno che era larnia usata anche a favria una volta dagli apicoltori, ghiera che è il bordo del pozzo, miniera, tannino, carpentiere, carrucola e il termine commerciale di fare uno scambio, cambiare. Contundo questa ricerca semiseria sui lemmi di origine celtica, che usiamo quotidianamente non può non mancare il lemma briga, con il significato di forza, gagliardo e giavellotto e poi delle parole feudali studiate a scuola, valvassino, valvassore, vassallo. Anche i verbi abbonare, abbrivare, basire, camminare, ingombrare, radiare, trangugiare e i sostantivi bolgia, briciola, brio, cantone, angolo, gota, bagliore, belga, sbranare, incrinare, baleno, biglia, gorbia, bugliolo, roccia, segugio, tinca,trinciare, germano, taglione, camicia, correggia, imbarazzo, barbugliare, ardesia, brocca, branca, barolo, losanga.
Favria, 21.09.2013