«Sergente»

A Favria nella metà del 1700 la notizia della  convocazione del Consiglio Comunale veniva data con il “segno della campana”, di San Michele, previa notificazione agli interessati da parte del messo comunale che in quel tempo aveva l’appellativo di «sergente» e poi tramite l’affissione del foglio di convocazione in un luogo pubblico. Da questa notizia storica sulla  Comunità in cui vivo soinge a riflettere sul significato della parola «sergente». La parola «sergente» deriva dal provenzale servens a sua volta dal francese serjant. Secondo alcuni deriva questo lemma dal tardo latino servientem, servente. Da questo lemma latino deriva anche conservius e da li consergius   da dove nasce in francese il vocabolo concierge, custode della porta, portinaio. Ma secondo alcuni studiosi il lemma sergente potrebbe derivare direttamente  dal normanno “scherge” da cui si vuole far derivare le pare birro, gendarme, sgherro. Tornando al lemma sergente, questi era nel medioevo un soldato armato di mazza che comandava una banda di soldati a piedi o a cavallo con il compito di tenerli uniti  nella battaglia, insomma serrava le fila.. da Sergente deriva la parola serpentina, che era una asta con la quale andavano armati i sergenti , detta anche Giannetta che re una  sorta di lancia corta usata anche come mazza. Attualmente, dopo la riforma del 1995 nella gerarchia militare, primo grado di sottufficiale, cui sono attribuite, con responsabilità personali, mansioni esecutive di adeguata preparazione professionale nonché il comando di più militari e di mezzi: s. dell’esercito, sergente  di aviazione, sergente di marina , il grado corrispondente nei carabinieri è vice brigadiere. Sergente maggiore e sergente maggiore capo, in aeronautica e nell’esercito, gradi immediatamente superiori a sergente, corrispondono in marina rispettivamente a secondo capo e secondo capo scelto, e nei carabinieri a brigadiere e brigadiere capo.  oggigiorno si definisce sergente una   persona autoritaria e burbera. Una formica australiana del genere Myrmecia, caratterizzate dalla loro aggressività vengono chiamate formica sergente o  formica bulldog. In falegnameria, il sergente, è un tipo di morsetto usato per  tenere serrati due o più pezzi appena incollati insieme. Infine usando il lemma al plurale, sergenti, si indica nel gergo delle redazioni  giornalistiche  le virgolette basse e uncinate, all’inizio « e alla fine », così chiamate in quanto richiamano il distintivo di grado dei sergenti.

Favria, 21.09.2013     Giorgio Cortese

 

L'origine di molte magnagne dei politici è dovuta al loro   senso d'inferiorità,  detto altresì ambizione.

 

SOS olfatto in difficoltà!

Sono molto antiche le origini della pulizia personale e del sapone, risalgono all’alba dei tempi quando gli uomini primitivi, avendo capito l’importanza dell’acqua, avevano stabilito i loro insediamenti in prossimità di sorgenti, laghi, ecc. Allora l’acqua fredda costituiva il solo mezzo per garantire la pulizia. Ma pensate che la prima testimonianza dell’esistenza del sapone risale al 2800 a.C. e proviene dagli scavi dell’antica Babilonia. In quella zona fu ritrovato un materiale simile al sapone conservato in cilindri d’argilla che recano incise delle ricette per la preparazione. nche in Europa esisteva una produzione di sapone effettuata dai Galli. I Romani, invece, non erano in grado di produrre il sapone: lo importarono dalle Gallie e lo introdussero come cosmetico. L’importanza dell’uso del sapone divenne presto chiara, veniva usato come metodo preventivo di alcune malattie sia per pulire. Già nel settimo secolo la produzione del sapone era un’arte diffusa in tutta Europa ed i produttori, organizzati in corporazioni, ne custodivano gelosamente i segreti. Purtroppo, nel Medio Evo, le condizioni igieniche generali andarono decadendo e questo contribuì alla diffusione di alcune gravi malattie, quali la peste nel 14°secolo. Solo nel 17° secolo, la pulizia e l’abitudine al bagno ritornarono in auge in Europa ed il commercio del sapone divenne così redditizio da spingere nel 1622, il re Giacomo I d’Inghilterra a concedere il monopolio della sua produzione per l’equivalente di 100.000 euro l’anno. Nei secoli successivi, l’uso del sapone divenne abbastanza comune in tutti gli strati di popolazione. Per venir incontro a queste richieste, i produttori lavorarono per trovare metodi che ne permettessero la sua produzione su larga scala. Finalmente nel 1946, fu introdotto negli Stati Uniti il primo prodotto per il bucato totalmente  sintetico.   Da qui è stata aperta la strada allo sviluppo di nuovi prodotti efficaci, facili da usare e sicuri per i consumatori e per l’ambiente. Inizialmente si usavano gli stessi prodotti per le varie applicazioni, bucato, stoviglie, superfici. Poi col passare degli anni sono state sviluppate delle formulazioni specifiche che davano i migliori risultati per quella determinata applicazione. Purtroppo, oggigiorno  sono sempre più numerosi i figli dei mammuth ai quali non gli è stato insegnato come fare l’igiene personale. Queste persone non riescono a distinguere una saponetta da un peperone ed il risultato si vede, emanano un forte ed acre odore di grasso sudore che ha come effetto di fargli aprire il passaggio dalle persone che incontra che non hanno dei nasi cosi   robusti nel sopportare tali emanazioni di olezzo non proprio freschissimo. Il sudore così come esce dai pori e dai follicoli non possiede inizialmente odore sgradevole. Successivamente, venendo in contatto con i batterici, subisce una netta degradazione ed una rapida alterazione con il conseguente sviluppo di sostanze volatili di odore sgradevole. . La traspirazione di una pelle lavata da poco possiede normalmente un odore dolce, decisamente non sgradevole. Con il passare delle ore l’odore si altera e peggiora a causa dell’attività di batteri ed enzimi che provocano la formazione di sostanze di decomposizione e di fermentazione e da li il cattivo odore che ogni giorno siamo destinati a subire da persone che litigano con l’acqua ed il sapone.

Favria, 22.09.2013             Giorgio Cortese

 

Nella vita di ogni giorno perdono quasi subito chi mi ha fatto dei torti ma non dimentico mai i loro nomi e le loro facce

 

Res Gestae favriesi:  dal patois francoprovenzale il cognome Strobietto

Da una breve ricerca pare a Chianocco, in dialetto locale Tsanouc e in piemontese Chanou, paese della bassa valle, dove il patois, francoprovenzale, è parlato quasi esclusivamente dagli anziani, esiste la borgata Stroubiëttè, Strobietti. L’attuale cognome potrebbe avere origine dall’antico tedesco   stuphila o dal latino stipula, stelo del grano. Ma forse  la sua origine arriva da una caratteristica con cui furono denominati i primi portatori di questo cognome, stare fermi,  dall’antico sanscrito  stastap.

Favria,  23.09.2013         Giorgio Cortese

 

Se ogni giorno faccio economia del tempo utilizzandolo al meglio, quasi mi allungo la vita

 

AAA donazione del plasma

Il plasma è la parte liquida del sangue che trasporta globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Con la plasmaferesi  avviene la donazione del solo plasma mediante procedimento di separazione o di filtrazione durante la stessa seduta di prelievo con immediata restituzione al donatore degli altri componenti del sangue. . Diverse sono le malattie che si possono curare usando plasma o sue frazioni Attualmente si utilizza quasi del tutto plasma proveniente dall'estero, dove si pratica la plasmaferesi ormai da anni Il plasma, o meglio le sue frazioni, sono indispensabili per curare molte malattie, l'albumina, ad esempio, viene usata per pazienti con gravi malattie al fegato; i fattori della coagulazione per i pazienti emofilici; le gammaglubuline per prevenire o curare diverse malattie infettive. Durante la donazione non c’è nessun rischio di malattie infettive, il sangue del donatore non viene mai in contatto con sangue di altra origine o con materiale potenzialmente infetto. II limite massimo indicato dalla legge è fissato in 600 ml per ogni seduta, con intervalli di almeno un mese tra una plasmaferesi e l'altra. la plasmaferesi  non da nessun tipo di disturbo, il plasma viene reintegrato in brevissimo tempo da poche ore a pochi giorni. Possono donare il plasma tutti gli uomini e le donne di età compresa tra i 18 e i 60 anni, 55 se è la prima donazione, di peso corporeo di almeno 50 Kg, può farlo anche chi ha valori di emoglobina non sufficienti per la donazione tradizionale purché sia in buona salute e abbia delle buone vene. La donazione del plasma dura circa trenta minuti e si pratica con materiale sempre nuovo e perfettamente sterile. Il plasma raccolto viene immediatamente congelato e potrà essere conservato fino a 12 mesi. Da esso verranno estratte mediante frazionamento industriale albumina, immunoglobuline e fattori della coagulazione. Lunedì, mattina 30 settembre arriva l’autoemoteca in piazza a Favria. Se sei interessato passa in piazza  Martiri della libertà, davanti al castello e avrai tutte le informazioni del caso. in quella mattinata verranno fatte 8 donazioni di palma ed alcune di sangue intero. Se sei interesstato, tel al numero  333 171 48 27 Giorgio Cortese per la donazione di sangue o per il plasma, ci sono ancora dei posti disponibili

Favria, 24.09.2013                 Giorgio Cortese

 

Oggigiorno la vera libertà di stampa è dire ai concittadini quello che molte volte i concittadini non vorrebbe sentirsi dire.

 

Res gestae favriesi, da Salvatore all’occitano Salvajre

L'Occitania o più raramente Pays d'Oc, è un'area storico-geografica dell'Europa, non delimitata da confini politici, sviluppatasi in una larga parte della Francia meridionale e nelle valli Piemontesi delle Alpi Graie. Questo antico idioma galloromanzo da non confondere col dilatto patois francese o con il valdostano ne con il francoprovenzale, sebbe tutte queste lingue siano di origine neo latina.  Queste lingue si consolidarono soprattutto durante la graduale latinizzazione della  Gallia tardo-antica dal IV al XII secolo ca, con delle locuzioni latine miste a termini franco-gallici. Una caratteristica dell’Occitano sono le musiche e le danze popolari folk, nonché la poesia usata dai trovatori nella regione dell’Aquitania intorno al XI secolo. Secondo alcuni il cognome Salvayre o Salvajre deriva dal nome proprio Salvatore in occitano

Favria, 25.09.2013            Giorrgio Cortese

 

Le case sono fatte per viverci, non per essere guardate.

 

SMS o luci d’emergenza.

Questa sera uscivo dal parcheggio di una piazza che ha una sola uscita e l’auto davanti era ferma proprio sul ciglio della strada che si immette sulla via principale. L’auto era ferma, ed e alla guida  c’era una donna che parlava animatamente con un'altra appoggiata al portiera semioeaperta. In quel momento, con la giornata appena finita, ero soprappensiero e  pensavo alla solita lunga  chiacchierata tra amiche che non si vedono da tempo, e con olimpica pazienza aspettavo che finissero la loro chiacchiertata, quando ecco che arrivano un paio di uomini, ritengo parenti o amici della proprietaria dell’auto che mi fanno cenno di portare ancora un po di pazienza, ma veramenta non avevo dato personalmente nessun segno d’impazienza. Solo allora ho realizzato, vedendo che la spingevano fuori dall’ingresso del parcheggio, sul ciglio della strada principale che l’auto era in panne. Questo breve episodio mi ha fatto pensare a come ci sentiamo smarriti quando perdiamo il controllo dell’attuale tecnologia, come nell’esempio dell’automobile in panne. Ma tra le persone che sono smarrite ce ne sono alcune che lo sono molto di più che per comodità di sintesi, qualità per me molto rara li denomino sms, ovvero: “Soggetti  Molto Smarriti”. sono quelle persone che si nascondono sempre dietro ad un dito. che aspettano con ansia, a volte per tutta la giornata la suoneria  dei messaggi sul cellulare. Certo,dipende da quello che c'è scritto, e, soprattutto, da chi l'ha scritto. Sapere che il Parlamento ha approvato la tale legge non è la stessa cosa che ricevere una frase carina di una persona che mi sta a cuore. Gli Sms sono come dei pacchi dono che incuriosciscono celando il contenuto. Soggetti talmente smarriti che finiscono per farmi perdere nei meandri di una pazza gioia o di un'assurda depressione che sconfina in una melanconia da far invidia a Baudelaire. Gli Sms sono il mio legame con la vita e non mi importa che spesso sia soltanto una "second life". Quella virtuale che sogno quando chiudo gli occhi o un'esistenza da cui fuggire senza guardarmi indietro. Un doppio beep ha potere di vita o di morte apparente sulle mie giornate. Si può scrivere un Sms in piedi sulla strada piena di traffico o nel silenzio di una biblioteca. Su una spiaggia assolata o in piena notte quando non riesco, o non voglio prendere sonno, ma in questi  casi, è meglio una lunga mail, come questa, mi aiuta a prendere sonno. Gli Sms che un secondo dopo mi pento di avere inviato e gli altri che vorrei tanto aver spedito ma ormai è tardi. Quelli che starei a leggere per una settimana e quelli che prima li elimino e meglio è. Le parole che non ho mai detto e le sillabe che, a pensarci bene, se mi avessero tagliato un dito oggi starei meglio. I messaggini che mi rimettono in forma o mi sbattono giù per sempre. Ma l'importante è che arrivino. Perché come si dice, meglio leggere un Sms pieno di cattiverie che non riceverlo affatto. I soggetti molto smarriti, che per scriverli devo fare ordine nel cervello. E continuare a tagliare le parole in più e, qualche volta, anche le vocali che mi sembrano il disco di una volta con la puntina che salta sul 45 giri e si mangiava il ritornello. Gli Sms che ci penso ore ed ore prima di azionare il polpastrello e mi bastano venti secondi per vederli sul display. Messaggini che possono essere più aridi di una telefonata e meno anonimi di una lettera. Più enigmatici di una chiacchierata e meno caldi di un saluto. Gli Sms che... la notte prima di addormentarmi ho in testa quello che devo scrivere e la mattina dopo non mi ricordi neanche a chi devo mandarli, e non vi rendete conto quante volte mi è successo! Quelli per fissare un appuntamento di lavoro o  che mi  inseguono anche se ho il cellulare spento, che mi ritrovo sulla posta di Facebook, e sono un monito per quello che devo fare e non mi decido mai. Gli Sms con un nome sopra e allora mi piacciono di più e gli altri sormontati da un numero lunghissimo che ci vogliono minuti per capire chi te l'ha inviato. Messaggini smarriti come sono io adesso in un giorno di fine settembre e non si può dire che fa freddo freddo, però se mi tolgo la giacca, mi prendo il raffreddore. Sono quei giorni che vorrei essere a casa a leggere un buon libro e che invece durante il giorno ho la sensazione che qualunque cosa faccio  è comunque sbagliata e non ho neanche la forza di reagire, forse anche per la mia innata pigrizia mentale

Favria, 26.09.2013   Giorgio Cortese

 

I nostri amministratori e politici non si rendono conto che fare politica vuole dire realizzare. Prendere tempo, e vivere alla giornata è una debole politica che vorrei definire del cacciavite.

 

Res gestae favriesi da Liberalis a Dalla Libera

Questo cognome deriva dal veneto e da li si è propagata in varie regioni italiane.  L'origine di questo cognome secondo alcuni genealogisti, andrebbe ricercata in una modificazione del cognomen latino "Liberalis", che in latino significava: “proprio di uomo libero”, quindi nobile e generoso,  da questo lemma deriva nel settecento il significato politico di liberale. Tornando al cognome Liberalis, nell’antica Roma questo cognome era abbastanza diffuso durante l’impero romano, ed è ignoto il primo capostipite, probabilmente un legionario romano. Questo cognome trae la sua origine a Padova e di li si è diffuso prima nel veneto e poi in tutte le regioni italiane. In Italia circa: 273 persone hanno il  cognome Dalla Libera e pare che questo cognome sia il  12 454° più diffuso in Italia.

Favria, 27.09.2013        Giorgio Cortese

 

Se in Italia andiamo male è anche perché l’agire politico ha cessato in questi ultimi venti anni di essere cognizione del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere.

 

Essere umano o bestia!

Leggendo i giornali di questi giorni, le affermazioni di certe persone mi ricordano quanto scrisse Montesquieu , si avete capito bene, quello che scrisse “Lo spirito delle leggi2 pubblicato nel 1748. Questa opera diede il via alla distinzione fra i tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, distinzione che si fatica ancora oggi qui da noi a rispettare. Montesquieu scriveva infatti che:”Quando i selvaggi della Louisiana vogliono un frutto, tagliano alla base l'albero e raccolgono il frutto. Ecco il governo dispotico”. Questa metafora mi pare che sia una triste qualità  che si è  si radica non tanto nei selvaggi della Louisiana, quanto nei civilizzatissimi abitanti delle moderne città. Si tratta dell'ottusità insita nell'egoismo e nella prepotenza.  Questo mi fa riflettere a quanti danni enormi vengono causati nell'ambiente ove vivono molte persone per ottenere un vantaggio privato di pochi. È  qui mi collego con una frase letta recentemente in un libro di un’autore settecentesco francese Nicolas de Chamfort che è significativa al riguardo di persone molto egoiste ed ottuse che: “Brucerebbe la vostra casa per cuocersi due uova!"”. Che tristezza quando persone dallo smisurato ego acquisiscono anche una arrogante superbia, sono simili a degli elefanti che calpesta tutto, la morale, la decenza e la stessa logica

Favria,  28.09.2013  Giorgio Cortese